Festa Natività della Beata Vergine Maria

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Omelia Festa Natività della Beata Vergine Maria

Madonna delle Grazie, Pordenone 8 settembre 2020

 

Così si esprimeva sant’Andrea di Creta in un suo discorso: “La celebrazione odierna onora la natività della Madre di Dio. Però il vero significato e il fine di questo evento è l’incarnazione del verbo. Infatti Maria nasce, viene allattata e cresciuta per esser la Madre del re dei secoli, di Dio”. Possiamo ben affermare che la nascita di Maria segna gli inizi veri dell’incarnazione di Gesù. Per secoli la Parola di Dio e dei profeti lo aveva promesso e predetto. La lunga lista delle generazioni che l’evangelista Matteo ha posto all’inizio del Vangelo, ce lo hanno ricordato. Ma come abbiamo sentito Maria non ne fa parte, perché con Lei inizia un’altra storia. Nell’elenco delle generazioni, alla fine si trova un salto. Dopo ‘Giacobbe generò Giuseppe’, ci si aspetterebbe ‘Giuseppe generò Gesù’. Invece il testo dice: “Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo” (Matteo 1,16). In Maria si realizza l’intreccio di due storie: la storia degli uomini e la storia di Dio. Giuseppe è capofila della storia degli uomini, Maria, invece, della storia e della grazia di Dio. Gesù nasce dall’incrocio di queste due storie, realizzando il progetto di Dio di venirci a visitare nell’incarnazione del suo Figlio Gesù.

Ma come è possibile che queste due storie si possano incontrare? Solo se qualcuno saprà accogliere nella propria vita, in maniera piena, la volontà di Dio. Con il suo SI, Maria ha permesso alla grazia di Dio di entrare nella stori umana, ha permesso che il Figlio di Dio si incarnasse prendendo forma umana. Oggi celebriamo con fede e con solennità, la festa della natività di Maria perché non può passare sotto silenzio l’unica creatura al mondo che ha detto il suo Si a Dio senza anteporre se stessa e i propri progetti. La nascita della Vergine è il momento in cui questo progetto giunge a pienezza e si apre per l’umanità un tempo di gioia perché finalmente le tenebre di diradano e spunta una luce. È l’ora della pienezza, del compimento, l’aurora della nostra salvezza! La nascita di Maria è proprio il momento in cui la salvezza di Dio si avvicina all’umanità: è Lei infatti la dimora che Dio ha preparato per il suo Figlio.

Celebrare la nascita della Vergine chiede anche a noi di entrare nella logica della storia della salvezza. Anche oggi, in questo nostro mondo, Dio continua a scrivere la sua storia, un progetto di salvezza per l’umanità che passa attraverso la riconciliazione e la pace per fare dell’umanità una sola famiglia. Come credenti chiediamoci quanto noi siamo capaci di guardare alle vicende del mondo di oggi in questa prospettiva? Quanto siamo disponibili a impegnarci per essere anche noi, come Maria, la dimora in cui Dio si fa presente oggi per la salvezza dell’umanità? Abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo momenti di fatica e di difficoltà, sociale, ecclesiale ed economica. Anche nella nostra città i segni del passaggio della pandemia si fanno sentire. C’è ancora tanta paura e non sappiamo come sarà il futuro. Molte famiglie stanno soffrendo per la crisi economica. Le nostre comunità cristiane stentano a ritrovarsi e a vivere con maggior consapevolezza la vita di fede. La conseguenza è una reazione di chiusura: chiusura al futuro, chiusura verso chi è diverso da noi, chiusura al mondo e all’umanità. La festa di oggi ci aiuta a guardare il mondo da un’altra prospettiva: dalla prospettiva di Dio che è capace di trasformare la nostra storia in storia di salvezza, dove Lui è presente ed entra in relazione con noi. Guardare il mondo di oggi come lo scenario di una storia di salvezza ci porta ad una conversione profonda: ci aiuta ad aprirci alla possibilità di un futuro di pace e di riconciliazione; ci permette di credere che l’umanità è un’unica grande famiglia; ci fa comprendere che costruire muri ci impoverisce e ci rende infelici. In altri termini la nostra fede deve portarci ad essere portatori di una mentalità nuova.

Celebrando la sua natività, fissiamo lo sguardo su Maria per lasciarci illuminare dalla luce di Dio e riuscire a vedere quel futuro di salvezza che Lui vuole per l’umanità. Questa festa ci ricorda che siamo chiamati a diventarne casa. Una casa fatta di «carne», e cioè persone che diventano abitazione di Dio, che credono alla Parola di Dio che diventa umanità, e la amano sopra ogni cosa. Persone che seguono solo Lui, lo ascoltano sino alla Croce. Persone che, divenendo dimora di Cristo, sono gioia e gloria della Chiesa, il suo onore e la sua forza. La Vergine di Nazareth non è una persona isolata dal mondo, solitaria. Ella ne vive i nostri problemi e soffre per le sofferenze e le difficiltà che stiamo vivendo in questo tempo. Lei desidera salvezza e pienezza di vita per tutti. Per questo, all’annuncio dell’angelo, sebbene non tutto le risultasse chiaro, si mette prontamente a disposizione per essere Madre di Dio. È donna che non si rassegna al male, all’insuccesso. Desidera un’umanità nuova, più fraterna e giusta, per sé, per le donne e per gli uomini di tutto il mondo. Comprende che la propria salvezza e grandezza spirituale e morale consisterà nel diventare Madre del Figlio di Dio, nell’essere colei che offre la sua persona, il suo grembo di donna perché in essi si formi il tessuto corporeo e la sensibilità umana di un Dio che si incarna.

 

Auguro a tutti voi qui presenti, autorità cittadine, parroci e comunità cristiane della città di Pordenone, di non aver paura e di non perdere mai la speranza. Gesù è uno di noi, ci sostiene e cammina accanto. Affidiamoci a Lui e, attraverso l’intercessione di Maria sua e nostra madre, sperimentiamo la gioia di essere suoi figli e il desiderio di aiutare chi è nel bisogno.

+ Giuseppe Pellegrini vescovo

Marsure
08/09/2020
33081 Aviano Marsure, Friuli Venezia Giulia Italia