Educare è arte complessa. Non è possibile, pertanto, affidarla solo al buon senso, alle capaciotà personali e allo zelo del singolo educatore. Dal buon compimento dell’avventura educativa dipende il destino e la felicità dei nostri giovani. Perciò non è giusto, nè possibile improvvisarla. Solo un’azione educativa mirata ed organica è capace di destare nell’animo l’ansia di vita e la risorsa di bene custodita per dono della Divina Provvidenza nel cuore di ognuno, Educare è, dunque, responsabilità bella e grande di fronte a Dio, alla sua Chiesa e all’umanitàCiò vale per ogni cammino educativo, compreso naturalemente quello che da secoli si percorre all’interno dei seminari.Di qui l’importanza e l’esigenza di un intervento formativo con specifiche finalità, determinati obiettivi, itinerari, metodi. Ed ecco ancora il perchè di questo Progetto Educativo che con il presente approvo e consegno al nostro seminario diocesano e alla Chiesa tutta che è in Concordia – Pordenone.Agli educatori del Seminario, impegnati in prima persona nell’accompagnamento dei giovani che si sentono chiamati al servizio di Dio e dei fratelli, la stima e il ringraziamento, uniti all’augurio che le righe che seguono possano essere valido aiuto per la loro preziosa opera educativa.Ai seminaristi l’assicurazione della costante preghiera perchè tutti possano comprendere e conseguire la vocazione che Dio istilla nei cuori di ciascuno di noi.Ci accompagnino le parole di Papa Francesco: “Di fronte a questa vocazione, noi possiamo rispondere come Maria all’angelo: “Come è possibile questo?” (cfr. Lc 1,34). Diventare “buoni pastori” ad immagine di Gesù è una cosa troppo grande, e noi siamo tanto piccoli … siamo fra i più piccoli degli uomini. E’ vero, è troppo grande; ma non è opera nostra! E’ opera dello Spirito Santo, con la nostra collaborazione. Si tratta di offrire umilmente se stessi, come creta da plasmare, perchè il vasaio, che è Dio, la lavori con l’acqua e il fuoco, con la Parola e lo Spirito. Si tratta di entrare in quello che dice san Paolo: “Non vivo più io, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20). Solo cosi si può essere diaconi e presbiteri nella Chiesa, solo così si può pascere il popolo di Dio e guidarlo non sulle nostre vie, ma sulla via di Gesù, anzi, sulla Via che è Gesù. (Discorso alla Comunità del Pontificio Collegio Leoniano di Anagni, 14 aprile 2014).Con la benedizione del Signore Pordenone, 3 agosto 2014Solennità del Rinvenimento delle Reliquie di Santo Stefano Protomartire+ Giuseppe Pellegrini, Vescovo