RITO DELLA PACE NELLA MESSA

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Nel comunicato finale del Consiglio Permanente della Cei si precisa la possibilità di reintrodurre nelle assemblee liturgiche lo scambio della pace attraverso un gesto che, in questo tempo di pandemia, non può essere la stretta di mano, ma soltanto un guardarsi, un cenno del capo accompagnati dalle parole dell’augurio di pace.
Sarà questa l’occasione per i pastori di spiegare, con una breve monizione prima del rito stesso, il significato dello scambio della pace, dono del Risorto, come la formula proposta dal nuovo Messale suggerisce: «Scambiatevi il dono della pace».
Riportiamo di seguito la comunicazione della CEI.

 

Comunicazioni del Consiglio Permanente della CEI, 26 gennaio 2021

La pandemia – ha ricordato il Consiglio Permanente – ha imposto alcune limitazioni alla prassi celebrativa al fine di assumere le misure precauzionali previste per il contenimento del contagio del virus.
Non potendo prevedere i tempi necessari per una ripresa completa di tutti i gesti rituali, i Vescovi hanno deciso di ripristinare, a partire da Domenica 14 febbraio, un gesto con il quale ci si scambia il dono della pace, invocato da Dio durante la celebrazione eucaristica.
Non apparendo opportuno nel contesto liturgico sostituire la stretta di mano o l’abbraccio con il toccarsi con i gomiti, in questo tempo può essere sufficiente e più significativo guardarsi negli occhi e augurarsi il dono della pace, accompagnandolo con un semplice inchino del capo.
All’invito «Scambiatevi il dono della pace», volgere gli occhi per intercettare quelli del vicino e accennare un inchino, secondo i Vescovi, può esprimere in modo eloquente, sicuro e sensibile, la ricerca del volto dell’altro, per accogliere e scambiare il dono della pace, fondamento di ogni fraternità. Là dove necessario, si potrà ribadire che non è possibile darsi la mano e che il guardarsi e prendere “contatto visivo” con il proprio vicino, augurando: «La pace sia con te», può essere un modo sobrio ed efficace per recuperare un gesto rituale.

 

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