Testimonianza: la preghiera del Rosario in Seminario nel mese di maggio 2022

Una partecipante racconta la sua esperienza di partecipazione alla preghiera del rosario serale nel mese di maggio.

L’aver potuto partecipare al Rosario è stata un’esperienza davvero significativa perché mi ha dato l’opportunità di essere vicina ai seminaristi, di poter conoscere qualcuno di loro, di venire a contatto con le loro esperienze di studio, con la loro vita da seminaristi, con il loro “apprendistato” nei fine settimana presso le parrocchie della nostra Diocesi.

Nuova e quanto mai gradita l’iniziativa promossa dal rettore del Seminario -don Roberto Tondato- che ha permesso a tutti di poter partecipare alla recita del Rosario assieme ai seminaristi e ad alcuni sacerdoti. Personalmente il Seminario è una realtà che mi è vicina: vado spesso a camminare nel suo parco, l’ho fatto conoscere a molte persone pordenonesi e non e tutti dicono “È davvero una meraviglia del Creato”; molti restano piacevolmente stupiti nel poter passeggiare vicino al Seminario e fare il giro dell’intero edificio. Talvolta frequento la sua ricca biblioteca, sosto davanti alla grotta della Madonna per una preghiera, per affidarLe qualche ammalato. Una volta all’anno si celebra la giornata del Seminario e in quei momenti tutti lo sentiamo più vicino. L’aver potuto partecipare al Rosario è stata però un’esperienza davvero significativa perché mi ha dato l’opportunità di essere vicina ai seminaristi, di poter conoscere qualcuno di loro, di venire a contatto con le loro esperienze di studio, con la loro vita da seminaristi, con il loro “apprendistato” nei fine settimana presso le parrocchie della nostra Diocesi. Ci siamo ritrovati ogni sera alle ore 20.45 presso la grotta della Madonna di Lourdes che i seminaristi avevano ben ripulito, ad inizio primavera, da muschio e muffe con idropulitrici, muniti di stivaloni e pesanti impermeabili. Da lì camminando attorno al Seminario e in mezzo alla natura quelle “Ave Maria” sembrava si spargessero nell’aria per raggiungere gli angoli più martoriati della nostra terra. A turno i seminaristi proclamavano il mistero e recitavano la decina da solisti alternandosi in questo anche con i presenti; al termine di ogni decina ci si fermava in cerchio per ascoltare il mistero successivo e si riprendeva la recita camminando. Mi è sembrato di vivere la metafora della vita: camminiamo da soli, ma anche con altri, condividiamo esperienze ci fermiamo per meditare, riflettere, rinfrancare i nostri passi, per poi percorrere nuova strada, affrontare nuove sfide sempre certi di essere accompagnati dalla Mamma Celeste. Ritornati alla grotta i Seminaristi ci hanno presentato quasi ogni sera un Santuario Mariano: Santa Casa a Loreto, Vergine del Rosario a Pompei, Santa Maria degli Angeli ad Assisi, Madonna del Divino Amore a Roma, Madonna di San Luca a Bologna, Madonna delle Grazie di Montenero a Livorno, Nostra Signora della Guardia a Ceranesi, Nostra Signora della Misericordia a Savona, Nostra Signora di Oropa a Biella, Nostra Signora di Monte Berico a Vicenza, Beata Vergine di Castelmonte a Prepotto, Santa Maria a Dobbiaco, Maria Santissima Addolorata a Pietralba, Madonna di Barbana a Grado, Santa Maria di Piazza a Busto Arsizio, Santa Maria del Fonte a Caravaggio, Santa Maria delle Grazie a Brescia, Madonna della Stella a Montefalco, Santa Maria di Collemaggio a l’Aquila, Maria Santissima Addolorata a Castelpetroso, Madonna Incoronata a Foggia, Madonna Nera del Sacro Monte a Viaggiano, Maria Santissima del Tindari a Tindari, Madonna delle Lacrime a Siracusa, Nostra Signora di Bonaria a Cagliari. I seminaristi hanno elaborato le informazioni in modo personale, aiutandoci a cogliere, dalle immagini proiettate, la specifica architettura e per alcuni particolari qualcuno ha tentato di dare una propria interpretazione simbolica. L’esposizione in italiano per alcuni di loro, provenienti da paesi extraeuropei, non è ancora perfetta, ma ciò ci ha permesso di intuire quanto sforzo ci sia dietro al loro studio, alla comprensione dei testi concettualmente più difficili e al doversi relazionare in contesti diversi. La forte motivazione vocazionale li aiuterà a superare le difficoltà. La chiusura del mese mariano è stato un vero tocco “celestiale”. Eravamo immersi in una luce calda e tenue che invitava alla quiete: era prodotta da tutti i lumi messi dai seminaristi lungo alcuni vialetti che dalla grotta si diramano verso il parco. Dopo la Messa, tutti avevamo una candela in mano nell’accompagnare la Madonna in processione e sono certa che una intenzione di preghiera è stata offerta per i seminaristi, per i loro insegnanti e formatori, per le loro famiglie. Mai come in questo momento sentiamo la necessità di avere sacerdoti che tengano aperte le nostre chiese, che riescano a far rinascere il senso di comunità e ad arginare il pericolo dell’individualismo e dell’autoreferenzialità. Al termine c’è stato un momento conviviale offerto da alcune signore di Cordenons. Auspico vivamente che l’esperienza possa ripetersi e che sia data tempestiva e ripetuta comunicazione attraverso il settimanale diocesano Il Popolo per permettere a tanti di poter partecipare, come singoli o come gruppo parrocchiale.

Una partecipante

(articolo tratto da “Il Popolo” del 26 giugno 2022)