Acqua. Dono di Dio e bene comune

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La Campagna Acqua promossa dalla Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita
 
Un quarto della popolazione del pianeta non ha accesso ad una quantità minima di acqua pulita; oltre 2,5 miliardi di persone non hanno accesso a servizi igienico-sanitari di base. Eppure l’acqua è un bene di tutti, uno dei grandi doni della creazione attraverso cui Dio dona la vita a tutte le sue creature.
 
Parte da questi dati e da queste considerazioni fondamentali la campagna Acqua. Dono di Dio e bene comune promossa dalla Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita, che vede l’adesione di ben 25 diocesi (Acerenza, Agrigento, Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, Belluno-Feltre, Bolzano-Bressanone, Brescia, Campobasso-Bojano, Carpi, Como, Concordia-Pordenone, Cuneo-Fossano, Fano, Lanciano-Ortona, Massa Marittima-Piombino, Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, Padova, Parma, Pescara-Penne, Pistoia, Reggio Emilia-Guastalla, Senigallia, Termoli-Larino, Treviso, Venezia, Vicenza) e di numerosi altri uffici diocesani (Caritas di Andria e di Faenza-Modigliana, Centro missionario di Fidenza, Commissione Stili di vita di Verona, Pastorale sociale e Caritas di Rimini, Pastorale sociale, ambiente e turismo di Trento, Centro di documentazione mondialità di Milano, Pastorale sociale e del lavoro di Vittorio Veneto).
 
La campagna Acqua. Dono di Dio e bene comune ha preso il via attraverso la diffusione di un MANIFESTO PASTORALE in cui vengono promossi stili di vita amici dell’acqua e sottolineata la necessità di tutelare il diritto all’acqua.
Acqua, dono di Dio e bene comune – si legge nel manifesto – è «una proposta cristiana al di sopra di ogni schieramento politico e ideologico, è una campagna che invita ad adottare stili di vita e comportamenti che tutelino questo prezioso bene comune, garantendone la disponibilità per tutti».
Concretamente viene proposto alle «Chiese locali, la costruzione di percorsi pastorali, adatti al proprio territorio». Pochi suggerimenti efficaci: da una cultura del buon uso dell’acqua, evitando sprechi, alla scelta di prodotti la cui realizzazione richieda poco acqua. E ancora privilegiare l’uso dell’acqua pubblica, adeguatamente controllata o confezionata a chilometri zero.
 
Ulteriori informazioni nel sito della Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita