EMERGENZE DELL’ESTATE 2014
Il sostegno di Caritas Italiana
agosto 2014
EBOLA: SI AGGRAVA L’EPIDEMIA IN AFRICA OCCIDENTALE
L’impegno Caritas accanto alle comunità locali
Si aggrava l’epidemia di ebola in Africa Occidentale e raggiunge cifre allarmanti per numero di casi ed estensione territoriale, con centinaia di decessi tra Guinea – dove l’epidemia ha avuto inizio nel mese di febbraio -, Liberia, Sierra Leone. Si segnala un caso probabile anche in Nigeria.
Non c’è alcun vaccino per prevenire e sconfiggere il virus, né alcuna cura specifica, per questo la letalità del virus è molto elevata, raggiungendo anche picchi del 90% di mortalità. Solo ora che si paventa il pericolo di espansione del contagio, l’opinione pubblica occidentale sembra finalmente aver preso consapevolezza della gravità della situazione.
Le Caritas di Guinea e Sierra Leone, in collaborazione con le organizzazioni internazionali e i Ministeri della Sanità locali, sono impegnate sin dallo scoppio dell’epidemia in attività di sensibilizzazione della popolazione locale, presso le famiglie e nei luoghi pubblici, per fornire spiegazioni sul virus e raccomandazioni igienico-sanitarie di prevenzione, e nella distribuzione di sapone e cloro. Più di 100 animatori sono impegnati sul terreno; 100.000 sono già i beneficiari dell’aiuto Caritas in Guinea, 60.000 quelli previsti per la Sierra Leone, dove ad oggi si verifica una forte espansione del virus e il governo ha dichiarato lo stato di emergenza. Caritas Guinea e Caritas Sierra Leone hanno lanciato appelli alla rete internazionale. Caritas Italiana sostiene sin dall’inizio dell’emergenza le attività delle Caritas locali, ha messo a disposizione un primo contributo di 20.000 euro per aiuti d’urgenza e continua a seguire con attenzione l’evoluzione della situazione nell’intera regione.
Non c’è alcun vaccino per prevenire e sconfiggere il virus, né alcuna cura specifica, per questo la letalità del virus è molto elevata, raggiungendo anche picchi del 90% di mortalità. Solo ora che si paventa il pericolo di espansione del contagio, l’opinione pubblica occidentale sembra finalmente aver preso consapevolezza della gravità della situazione.
Le Caritas di Guinea e Sierra Leone, in collaborazione con le organizzazioni internazionali e i Ministeri della Sanità locali, sono impegnate sin dallo scoppio dell’epidemia in attività di sensibilizzazione della popolazione locale, presso le famiglie e nei luoghi pubblici, per fornire spiegazioni sul virus e raccomandazioni igienico-sanitarie di prevenzione, e nella distribuzione di sapone e cloro. Più di 100 animatori sono impegnati sul terreno; 100.000 sono già i beneficiari dell’aiuto Caritas in Guinea, 60.000 quelli previsti per la Sierra Leone, dove ad oggi si verifica una forte espansione del virus e il governo ha dichiarato lo stato di emergenza. Caritas Guinea e Caritas Sierra Leone hanno lanciato appelli alla rete internazionale. Caritas Italiana sostiene sin dall’inizio dell’emergenza le attività delle Caritas locali, ha messo a disposizione un primo contributo di 20.000 euro per aiuti d’urgenza e continua a seguire con attenzione l’evoluzione della situazione nell’intera regione.
IRAQ: PROSEGUONO GLI INTERVENTI CARITAS
In una situazione sempre più rischiosa, la Caritas continua a fornire aiuti d’urgenza agli sfollati
“Anche se siamo presi di mira come cristiani – affermano gli operatori di Caritas Iraq – noi continuiamo il nostro servizio per tutti coloro che hanno bisogno”
In una situazione sempre più rischiosa, la Caritas continua a fornire aiuti d’urgenza agli sfollati
“Anche se siamo presi di mira come cristiani – affermano gli operatori di Caritas Iraq – noi continuiamo il nostro servizio per tutti coloro che hanno bisogno”
Per far fronte alla situazione di emergenza la Caritas ha concentrato nelle ultime settimane tutte le attività sugli aiuti per la nuova ondata di sfollati e si sta prendendo cura di 2.550 famiglie, accolte in particolare in 12 villaggi della pianura di Ninive e nel settore di Alqosh.
Le strutture della Chiesa sono messe a disposizione di tutti e gli operatori Caritas intensificano gli sforzi, anche se costretti a lavorare in condizioni di pericolo e di incertezza. Per poter continuare a fornire aiuti hanno rivolto pertanto un primo appello alla rete internazionale Caritas per circa 190.000 euro.
In Iraq si continua dunque a morire, mentre restano altrettanto caldi anche gli altri fronti in Medio Oriente, dalla Siria alla Terra Santa.
In ben cinque dei 18 governatorati (regioni) in cui è suddivido il Paese, vi è una situazione di “conflitto armato violento”. Nel solo mese di giugno sono state uccise oltre 1.500 persone e vi sono 600.000 sfollati all’interno del Paese. Inoltre 5 ospedali sono stati saccheggiati e tre moschee sciite sono state distrutte a Mosul, rinvigorendo così il conflitto identitario con i musulmani sunniti. Sempre a Mosul i cristiani sono stati fatti oggetto di violenze e costretti a fuggire dalle loro case. Mai era successo in tredici secoli di convivenza con l’islam.
In tutte le regioni ricordate, in particolare nelle provincie di Dyala, Salahuddin, Anbar e Falluja, i servizi di base hanno le scorte in via di esaurimento, l’elettricità non viene distribuita per più di sei ore al giorno. L’acqua potabile scarseggia, con temperature che superano in estate i 45°. Come sempre i bambini sono le vittime più colpite. Il Kurdistan, nella parte Nord del Paese, ha le strade bloccate e a sua volta è teatro di scontri con le milizie terroriste dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (ISIS).
Le strutture della Chiesa sono messe a disposizione di tutti e gli operatori Caritas intensificano gli sforzi, anche se costretti a lavorare in condizioni di pericolo e di incertezza. Per poter continuare a fornire aiuti hanno rivolto pertanto un primo appello alla rete internazionale Caritas per circa 190.000 euro.
In Iraq si continua dunque a morire, mentre restano altrettanto caldi anche gli altri fronti in Medio Oriente, dalla Siria alla Terra Santa.
In ben cinque dei 18 governatorati (regioni) in cui è suddivido il Paese, vi è una situazione di “conflitto armato violento”. Nel solo mese di giugno sono state uccise oltre 1.500 persone e vi sono 600.000 sfollati all’interno del Paese. Inoltre 5 ospedali sono stati saccheggiati e tre moschee sciite sono state distrutte a Mosul, rinvigorendo così il conflitto identitario con i musulmani sunniti. Sempre a Mosul i cristiani sono stati fatti oggetto di violenze e costretti a fuggire dalle loro case. Mai era successo in tredici secoli di convivenza con l’islam.
In tutte le regioni ricordate, in particolare nelle provincie di Dyala, Salahuddin, Anbar e Falluja, i servizi di base hanno le scorte in via di esaurimento, l’elettricità non viene distribuita per più di sei ore al giorno. L’acqua potabile scarseggia, con temperature che superano in estate i 45°. Come sempre i bambini sono le vittime più colpite. Il Kurdistan, nella parte Nord del Paese, ha le strade bloccate e a sua volta è teatro di scontri con le milizie terroriste dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (ISIS).
GAZA: AIUTI CARITAS PER 16.000 PERSONE
Caritas Gerusalemme ha ripreso le attività di assistenza alla popolazione di Gaza, che si erano interrotte dopo i primi giorni di bombardamento. «Centinaia di migliaia di famiglie vivono alla giornata – afferma padre Raed Abusahlia, direttore di Caritas Gerusalemme – quasi 90.000 persone hanno abbandonato le loro case a seguito dei bombardamenti e non possono vivere senza aiuti esterni».
La Caritas sta organizzando aiuti per 16.000 persone. In una prima fase si occuperà di fornire medicine, quasi esaurite, lenzuola e gasolio per l’elettricità per curare circa 6.000 feriti. Il numero è in costante ascesa e il supporto sanitario di Caritas andrà ai 4 ospedali pubblici di Gaza, Beit Hanoun, Kamal Edwan Al Shifa e Al Ahli, oltre che al Centro sanitario e alla clinica mobile della stessa Caritas Gerusalemme. Tra le tante emergenze si cercherà di dare anche sostegno psico-sociale, soprattutto ai bambini feriti, la pagina più dolorosa di questo ignobile conflitto. Successivamente è prevista la distribuzione di viveri e kit igienici secondo le necessità. Tutta l’azione avviene in coordinamento con le autorità locali, la Mezzaluna Rossa, e le Agenzie delle Nazioni Unite (WHO, WFP e UNRWA) per garantirne la massima efficacia. Per proseguire nei prossimi sei mesi gli interventi avviati occorre oltre un milione di euro.
Come indicato da papa Francesco nel maggio scorso a Betlemme, l’impegno comune deve essere dunque quello di creare le condizioni per «una pace stabile, basata sulla giustizia, sul riconoscimento dei diritti di ciascuno e sulla reciproca sicurezza».
La Caritas sta organizzando aiuti per 16.000 persone. In una prima fase si occuperà di fornire medicine, quasi esaurite, lenzuola e gasolio per l’elettricità per curare circa 6.000 feriti. Il numero è in costante ascesa e il supporto sanitario di Caritas andrà ai 4 ospedali pubblici di Gaza, Beit Hanoun, Kamal Edwan Al Shifa e Al Ahli, oltre che al Centro sanitario e alla clinica mobile della stessa Caritas Gerusalemme. Tra le tante emergenze si cercherà di dare anche sostegno psico-sociale, soprattutto ai bambini feriti, la pagina più dolorosa di questo ignobile conflitto. Successivamente è prevista la distribuzione di viveri e kit igienici secondo le necessità. Tutta l’azione avviene in coordinamento con le autorità locali, la Mezzaluna Rossa, e le Agenzie delle Nazioni Unite (WHO, WFP e UNRWA) per garantirne la massima efficacia. Per proseguire nei prossimi sei mesi gli interventi avviati occorre oltre un milione di euro.
Come indicato da papa Francesco nel maggio scorso a Betlemme, l’impegno comune deve essere dunque quello di creare le condizioni per «una pace stabile, basata sulla giustizia, sul riconoscimento dei diritti di ciascuno e sulla reciproca sicurezza».
Per sostenere gli interventi in corso si può:
consegnare un’offerta presso gli uffici della Caritas diocesana
in via Madonna Pellegrina 11, a Pordenone
da lunedì a venerdì 9.00-12.30 / 14.30-17.00
da lunedì a venerdì 9.00-12.30 / 14.30-17.00
contribuire, scrivendo la causale “Emergenza Ebola”, o “Emergenza Iraq” oppure “Emergenza Gaza”,
con un versamento sul c/c postale n. 000011507597
intestato a Caritas Diocesana di Concordia-Pordenone
oppure con bonifico bancario presso:
Banca FriulAdria – Crédit Agricole
C/C 00004031561
ABI 05336 – CAB 12500
IBAN IT 09 E 05336 12500 000040301561
Banca Popolare Etica
C/C 000000105618
ABI 05018 – CAB 02200
IBAN IT 02 N 05018 02200 000000105618
con un versamento sul c/c postale n. 000011507597
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oppure con bonifico bancario presso:
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