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Anche la nostra Diocesi di Concordia-Pordenone è vicina alle popolazioni del Myanmar colpite dal terribile terremoto.
È possibile fare una donazione tramite la Fondazione Buon Samaritano Casa Madonna Pellegrina (braccio operativo della Caritas Diocesana di Concordia-Pordenone), specificando la causale “Emergenza Myanmar” al seguente conto:
Banca di Credito Cooperativo Pordenonese e Monsile
Filiale di Borgomeduna
Via San Giuliano n. 1
33170 PORDENONE
IT 90 V 08356 12502 000000087637
Intestato a:
FONDAZIONE BUON SAMARITANO CASA MADONNA PELLEGRINA
La Fondazione è regolarmente iscritta nella sezione “Altri Enti del Terzo Settore” del RUNTS, pertanto è possibile detrarre/dedurre le offerte, purché effettuate con mezzi tracciabili, specificando nome, cognome e codice fiscale del donatore.
Come sempre, in queste situazioni di estrema emergenza, vanno evitate raccolte di beni materiali, anche, ma non solo, per le difficoltà logistiche nel far arrivare i beni a destinazione.
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EMERGENZA TERREMOTO IN MYANMAR
CEI stanzia 500 mila euro dai fondi dell’8xmille come primo aiuto per la popolazione
dal comunicato stampa di Caritas Italiana del 3 aprile 2025
Il 28 marzo 2025, alle 12:50, un potente terremoto di magnitudo 7,7 ha colpito il Myanmar centrale. L’impatto si è esteso ai Paesi limitrofi, in particolar modo la Thailandia, ma anche Bangladesh, alcune parti della Cina e dell’India.
I danni ai servizi pubblici e alle infrastrutture quali monasteri, moschee, pagode, seminari e chiese, scuole, ospedali, banche, alberghi, aeroporti, edifici residenziali, ponti, strade ad alta percorrenza sono ingenti. Le operazioni di ricerca e salvataggio continuano a trovare persone intrappolate sotto le strutture crollate; il bilancio (2.056 morti, 3.900 feriti e almeno 300 dispersi) è destinato a crescere con l’aumento dell’accesso alle aree colpite. Le strade e le vie di comunicazione sono infatti danneggiate o interrotte e gli spostamenti verso le località colpite sono limitati. Le operazioni umanitarie rimangono difficili a causa della difficoltà di raggiungere le aree e dell’elevata insicurezza, nonché della mancanza di carburante e di servizi bancari a supporto delle operazioni. La funzionalità dei mercati a Mandalay è significativamente indebolita a causa delle limitazioni nei trasporti e nello stoccaggio (catena del freddo) e per effetto del crollo delle infrastrutture di mercato, anche se sono stati visti diversi venditori ai lati delle strade. Non c’è elettricità in città e di conseguenza la gente non può pompare l’acqua. Lo sfollamento di migliaia di persone in rifugi sovraffollati, unito alla distruzione delle infrastrutture idriche e igienico-sanitarie, ha aumentato notevolmente il rischio di epidemie di malattie trasmissibili.
Sono state individuate le prime aree di intervento, che andranno adattate localmente in base ai bisogni specifici, e alle disponibilità. Questi sono: cibo (distribuzione o voucher per l’acquisto), alloggi sicuri, acqua e igiene, beni di prima necessità, assistenza in denaro, sostegno alla ripresa dei mercati locali (anche per ripararne le infrastrutture), salute, e protezione.
Un’attenzione verrà data all’accompagnamento psico-sociale e di tutela della salute mentale per la gestione dello stress post-trauma, anche a beneficio di operatori e volontari locali, anch’essi impattati (Prendersi cura di chi si prende cura).
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La situazione nelle missioni diocesane
La nostra Diocesi ha una missione in Myanmar e una missione in Thailandia, con progetti dedicati soprattutto a bambini e ragazzi provenienti da famiglie molto povere e in situazione di grave disagio, dando loro la possibilità di studiare, oltre al vitto e all’alloggio nei collegi gestiti dalle missioni.
Siamo riusciti a metterci in contatto con le missionarie, suor Pauline per il Myanmar e suor Giannagnese per la Thailandia, che ci hanno rassicurati: stanno tutti bene, in quanto le loro zone non sono state colpite direttamente dal sisma. Ci sono, però, disagi “indiretti”: la corrente elettrica è erogata solo pochissime ore al giorno e l’acqua non arriva più dalle condutture. Tutto ciò si aggiunge ad una situazione già di per sé molto complicata.