LETTERA PASTORALE 2018-2019

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 TOCCARE LA CARNE DI CRISTO

Incontrare, ascoltare e condividere la vita dei poveri Lettera pastorale per l’anno 2018-2019   Carissimi confratelli presbiteri, diaconi, consacrati e consacrate e fedeli laici della Chiesa di Concordia-Pordenone, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro. Ho scelto la frase Toccare la carne di Cristo, pronunciata da papa Francesco nella Veglia di Pentecoste con i movimenti il 18 maggio 2013, per sintetizzare il cammino pastorale di quest’ anno sulla povertà, perché torni ad essere al centro della vita cristiana personale e delle nostre comunità. Facciamo nostre le parole di Papa Francesco: “Toccare la carne di Cristo, prendere su di noi questo dolore per i poveri. La povertà, per noi cristiani, non è una categoria sociologica o filosofica o culturale: no, è una categoria teologale. Direi, forse la prima categoria, perché quel Dio, il Figlio di Dio, si è abbassato, si è fatto povero per camminare con noi sulla strada. E questa è la nostra povertà: la povertà della carne di Cristo, la povertà che ci porta il Figlio di Dio con la sua Incarnazione. Una Chiesa povera con i poveri incomincia con l’andare verso la carne di Cristo”.  Con questa mia lettera pastorale desidero suggerire alcune considerazioni e alcuni spunti di riflessione per ciascuno di noi personalmente e per la comunità diocesana, le parrocchie e le unità pastorali, per incontrare, ascoltare e condividere la vita dei poveri presenti nel territorio. Negli incontri che farete con il consiglio pastorale, i catechisti, gli animatori e con i gruppi e le associazioni, vi invito a qualche momento di confronto e di formazione. Tali incontri dovrebbero aiutarvi a formulare proposte concrete e attività a favore dei poveri delle nostre comunità. La riflessione e l’itinerario di quest’anno si inseriscono nel cammino triennale della Visita Pastorale che nelle scelte preferenziali privilegia come interlocutori anche i poveri. Abbiamo davanti agli occhi l’icona biblica dell’incontro di Gesù con Zaccheo (Luca 19,1-10). L’incontro con Gesù cambia la vita di Zaccheo che non teme di restare senza beni materiali. Zaccheo non lascia tutto per seguire Gesù, rimane nella propria casa continuando il proprio lavoro, testimone, però, di un nuovo modo di vivere: non più il guadagno al di sopra di tutto, ma la giustizia e la condivisione con i più poveri e bisognosi, vivendo così una forma di radicalità evangelica rimanendo nel mondo.