La fotogallery dell’Ordinazione Episcopale
Una Chiesa in festa come può esserlo soltanto per un proprio figlio che viene consacrato vescovo. Così la comunità veronese in una Cattedrale gremita, ha vissuto ieri l’evento dell’ordinazione episcopale del suo vicario generale Giuseppe Pellegrini, 57 anni, vescovo eletto di Concordia-Pordenone. «Se oggi sono qui, carissimi, è solo grazia di Dio – ha detto il nuovo pastore al termine della celebrazione –. Veramente il Signore mi ha sempre voluto bene: dal dono della vita, all’avermi chiamato ad essere cristiano, sacerdote e ora vescovo. Mi sono sentito e mi sento figlio della Chiesa. Chiesa che io amo e che desidero servire fino all’ultimo giorno della mia vita! Sento vicino in questo momento importante il Santo Padre, Benedetto XVI, al quale va la mia riconoscenza e tutto il mio filiale affetto».
Il rito di ordinazione è stato presieduto dal vescovo di Verona, Giuseppe Zenti, affiancato dai conconsacranti Ovidio Poletto, amministratore apostolico di Concordia-Pordenone e Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina e assistente ecclesiastico generale dell’Azione cattolica, con altri 21 vescovi e 250 presbiteri concelebranti, tra i quali alcuni provenienti, insieme a 150 fedeli, dalla diocesi di Concordia-Pordenone nella quale monsignor Pellegrini farà il suo ingresso solenne domenica 10 aprile.
Rivolgendo loro il suo saluto, il neo vescovo ha affermato: «Il mio cuore è già in sintonia con il vostro. Già mi sento parte viva di questa antica e famosa Chiesa! Aspetto con gioia il giorno ormai prossimo della mia venuta in mezzo a voi per mettermi totalmente a vostro servizio».
Nell’omelia Zenti, prendendo spunto dal motto del nuovo vescovo: «Euntes evangelium prædicate» (Andate e proclamate il Vangelo, Mc 16,15), ha sottolineato la necessità della nuova evangelizzazione, «tanto più urgente quanto più è in atto, in estensione a macchia d’olio, una sorta di irragionevole e strategica allergia nei confronti di Gesù Cristo, cui viene sottratto il diritto di cittadinanza negli ambienti che contano, cioè in quelli di maggior influsso e incidenza culturale ». La rievangelizzazione consiste, ha spiegato Zenti, «nel favorire i contatti tra gli uomini di oggi, in particolare i giovani e le loro famiglie con Gesù Cristo, Salvatore di tutti e senso ultimo del vivere umano; nel riattivare in loro il senso del bisogno di ciò che di fatto è necessario per la loro vita, cioè la relazione viva e significativa con Cristo; nel testimoniare l’efficacia, anche umanizzante, del Vangelo a quanti ritengono Dio superfluo, insignificante o ingombrante, antagonista della libera espressione umana e soprattutto scientifica. Rievangelizzare è la più grande sfida posta oggi alla cultura dell’indifferenza e della sazietà. È l’essenza stessa dell’agire pastorale, di cui i vescovi sono i protagonisti, in qualità di presidenti. L’evangelizzazione non può non starci a cuore. È il nostro vivere». Quindi, rivolgendosi a Pellegrini, ha espresso l’augurio «che i tuoi passi siano come quelli descritti dal profeta Isaia, passi che vanno ad annunciare la più bella, importante e decisiva notizia qual è il Vangelo». Compito dei pastori è quello di pascere il gregge di Dio, di amarlo come Cristo lo ama «con una dedizione che non ha riserve », impegnandosi ad essere modelli del gregge.
Il nuovo vescovo stamani alle 11 presiederà il suo primo Pontificale nella parrocchia del paese natale, Monteforte d’Alpone dove gli è stata preparata una grande festa.
[Alberto Marangoni, Avvenire 27/03/2011]