Convegno Diocesano Ministri Straordinari della Comunione

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Sabato 9 giugno, presso la parrocchia del Sacro Cuore di Pordenone, il vescovo Giuseppe conferirà il “Ministero straordinario della Comunione” a 23 nuove personeIl programma:
ore 15.30: Accoglienza, prove di canto
ore 16.00: Celebrazione dei Primi Vespri del Corpus Domini, presieduti da Mons. Giuseppe Pellegrini, meditazione del Vescovo
ore 17.00: Rito del mandato ai nuovi Ministri Straordinari della Comunione e rinnovo a quelli istituiti nell’anno 2007.
ore 17.30: Esposizione e Adorazione del Santissimo.
ore 18.00: Comunicazioni e Conclusione.
 I nuovi ministri provengono da diverse parrocchie della Diocesi: Settimo, Concordia, Sindacale, Meduna di Livenza, Valeriano, Beata Maria Vergine Regina di Portogruaro, Beata Maria Vergine delle Grazie di Pordenone, Pramaggiore, Pravisdomini, Frattina, San Giorgio al Tagliamento e Gaio di Spimbergo.
Questo Ministero venne istituito nella Chiesa cattolica subito il Concilio, per andare incontro a due necessità pastorali: mantenere uniti alla comunità cristiana quanti sono impossibilitati a partecipare all’Eucaristia domenicale, i malati e gli infermi, e aiutare nella distribuzione dell’Eucaristia durante la liturgia in occasione di grande afflusso di fedeli. Ogni anno viene conferito il mandato ad un gruppo di nuovi Ministri della Comunione che si sono preparati dopo un apposito Corso di formazione, guidati da don Gabriele Meazza, riflettendo su: “Il Ministro Straordinario della Comunione chi è?” e “Eucaristia e malati”. Ormai in Diocesi questo prezioso servizio è ricoperto da circa 600 persone, una specie di “esercito spirituale” che permette a tanti fratelli infermi di conservare il legame sacramentale e umano con la propria parrocchia. È veramente un servizio importante e che ha trovato in questi anni fortunatamente un grande sviluppo in tutta la Chiesa. Anche questo è un modo per essere missionari, perché colui che porta la Comunione agli ammalati non solo dà una forte testimonianza di fede a queste persone sofferenti, ma sempre di più, nell’attuale contesto sociale, diventa testimone anche presso i parenti e i conoscenti che attorniano questi malati spesso lontani dalla pratica religiosa.