Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani dal 18 al 25 gennaio

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Cent’anni di cammino ecumenico
L’anno 2010 appena concluso è stato l’occasione per ricordare il centenario dalla nascita del movimento ecumenico durante la Conferenza Missionaria Mondiale di Edimburgo (1910) e il centenario dalla nascita del movimento “Fede e Costituzione”.
“Fede e Costituzione” che ha iniziato le sue attività il 19 ottobre 1910 ebbe come obiettivo quello di affrontare le divergenze
dottrinali che sono motivo di divisione tra le chiese: la successione apostolica, il papato, il culto mariano, e altri problemi. Attraverso il dialogo, questo movimento cercò di individuare i punti di incontro o di convergenza per trasformare le divergenze
in differenze compatibili con l’unità e la comunione nella chiesa. “La visione dell’unità cristiana oggi più largamente condivisa
è quella della “comunione conciliare”, cioè di Chiese diverse ma tra loro riconciliate, che affermano ed esprimono la loro unità in una struttura conciliare o sinodale, come avveniva nella Chiesa antica” (Paolo Ricca, pastore valdese). “Fede e Costituzione”
lavora per creare le condizioni che rendano possibile la convocazione di un concilio cristiano veramente universale.
Oggi, dopo cento anni, “Fede e Costituzione” è una commissione del Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC) composta da 120 membri che appartengono a quasi tutte le Chiese cristiane, e, dal 1968, anche 12 rappresentanti della Chiesa cattolica romana partecipano a questo organismo, che può quindi essere legittimamente considerato la tribuna teologica cristiana più
rappresentativa del mondo.
Ecumenismo: perché?
In questi ultimi tempi da più parti viene sottolineato che il dialogo ecumenico segna il passo e non sono pochi quelli che sostengono che un’intera epoca ecumenica è al tramonto. In cento anni di cammino ecumenico sono stati certamente raggiunti importanti consensi nel dialogo teologico, sono caduti molti
pregiudizi e atteggiamenti di ostilità reciproci e i rapporti tra le Chiese e le comunità ecclesiali cristiane sono improntati
alla stima e alla cordialità. Tuttavia è diffusa l’impressione che oggi si dia la preferenza all’ecumenismo delle “differenze” piuttosto che a quello del “consenso”. Ad ogni modo non è concesso a nessuno d’imboccare la via del pessimismo e della rinuncia nell’impegno ecumenico. Significherebbe perdere la fiducia nell’azione dello Spirito Santo. La cura e la sollecitudine
per l’unità della Chiesa sono fondamentali per la fede cristiana. E’ necessario non interrompere mai il cammino ecumenico
perché lo scandalo delle divisioni tra cristiani continua a oscurare la bellezza del messaggio cristiano e il potere salvifico della grazia di Cristo. E’ impegno per tutti i credenti diventare all’interno delle nostre comunità di fede, persone nuove, cioè rinnovate
dalla fede e dall’amore, nella disponibilità ad accogliere e ricevere gli altri nel rispetto della diversità; persone di dialogo, con la passione per la verità e per la carità, sempre attente a vigilare sul rischio di essere vicini senza essere uniti; dare spazio alla preghiera che, con la conversione del cuore e la santità della vita, “è l’anima di tutto il movimento ecumenico” (Unitatis Redintegratio 8).