Festa a Casa Emmaus

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Sei lustri sono un cammino di tutto rispetto. Stiamo parlando di quelli percorsi da don Galiano Lenardon che da trent’anni è sulla breccia. Egli “cammina”, guardando dinanzi a sé, il mondo del disagio, dell’emarginazione e delle dipendenze. Già prima del 1983 inizia a muoversi, in qualità di cappellano della Casa circondariale, il carcere; poi i “Ragazzi di Lucca”; lo statuto depositato presso il notaio, il 6 maggio 1983; l’attività a Borgomeduna; “Casa San Giuseppe”, in quel di Vallenoncello; “Casa Santa Maria” ad Azzanello e il Cedis (Centro Diocesano Solidarietà); “Casa San Martino” a San Martino al Tagliamento; l’Oasi a Cordenons, un cooperativa per l’accoglienza dei semi liberi ed ex carcerati; il passaggio dal “Progetto uomo” alla “Cristoterapia”; i legami con Nomadelfia e la nascita di “Casa Emmaus”, il 12 aprile 2001. Col varo dell’associazione “I Compagni di Emmaus”, l’instancabile don Galiano non si ferma. La vita prosegue, con l’apertura dell’eremo a Pielungo, la “Chiesa del Buon Ladrone” ad Azzano, la sistemazione dell’ex canonica di Barco, la firma del “Patto di Fraternità” con Nomadelfia e ora il 30° anniversario di presenza in diocesi e oltre.
Primi appuntamenti
Domenica 19 maggio, come una novella Pentecoste, il Convegno, intitolato “Emmaus… da trent’anni in cammino”, inizia a Casa Emmaus, ad Azzano, ripercorrendo le tappe vissute, riconoscendo limiti e scelte costruttive, ricordando fatiche e conquiste. Grazie alla ricostruzione storica, curata da Lorenzo Gasperina, vengono colti alcuni elementi ritornanti: “Fare della Chiesa una Casa e della Casa una Chiesa”; dare spazio alla solidarietà; promuovere il senso cristiano della vita, attraverso relazioni fraterne e testimonianze di vita; privilegiare le attività che diano dignità e centralità alla persona umana, attraverso la terapia del lavoro; promuovere la ricerca del bene comune.
Walter Arzaretti, con entusiasmo e documentazione, ricorda alcuni interventi del vescovo mons. Abramo Freschi che a don Galiano diede fiducia e spazio operativo. Dopo aver egli stesso fondato e promosso delle opere assistenziali in Friuli e aver guidato l’esperienza della Pontificia Opera di Assistenza e della “Caritas Internazionalis”, eletto vescovo il 20 luglio 1970, incoraggiò don Galiano a promuovere un cammino di solidarietà, recandosi a Roma da don Picchi, scrivendo lo statuto del Cedis e promuovendo le prime attività a Borgomeduna (2 gennaio 1984).
Domenica 26 maggio, in un clima festoso, è stato celebrato il 30° dell’Associazione e il 25° dell’inaugurazione di Santa Maria di Azzanello.
Prossimi eventi
Sabato 7 settembre, a Casa Emmaus, ad Azzano, alle 15.30 ci sarà una tavola rotonda, che si ispira alle parole del Vangelo di Luca (24,13-34, a commento dell’episodio di Emmaus): “Egli entrò per rimanere con loro: dalla crisi della famiglia alla casa-famiglia”. L’incontro sarà coordinato dal dottor Carlo Francescutti dell’Asl. L’intento è di individuare alcune scelte operative, per favorire un rapporto di sussidiarietà tra Pubblico e Privato, in ambito di volontariato sociale. Sarà possibile ascoltare alcuni operatori del settore.
Infine, domenica 15 settembre, l’11^ festa della Casa Famiglia di Emmaus. Sarà presente il vescovo mons. Giuseppe Pellegrini. Alle 18 presiederà l’eucaristia. Il gruppo di Nomadelfia sarà presente con una delegazione. Nello scambio di doni finale, l’artista Giancarlo Magri donerà un quadro che evoca i “Due di Emmaus” e verranno benedette due campane da inviare alla Missione del Kenya e ad una parrocchia di Pescara.