La testimonianza_Donatella Meneghel

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La testimonianza
 
Dopo la Prima Comunione non sono più andata a Messa, non ho ricevuto ne’ la Cresima, ne’ celebrato le nozze cristiane. Non ne sentivo l’esigenza, pensavo non mi mancasse nulla. Tuttavia credo che ogni individuo si ponga delle domande davanti al mistero della morte. Così è stato per me quando, undici anni fa, è mancato mio padre. Ricordo notti intere a meditare, nel tentativo di trovare un senso, una consolazione alla sua morte. Non trovai risposte solide, ma la nascita di mio figlio mi diede nuove energie vitali.
Tre anni fa è morto mio marito ed ho ricevuto inaspettatamente la Grazia che cercavo. Ho vissuto i mesi della sua malattia sempre al suo fianco, con atteggiamento positivo, fiducioso, a volte inspiegabilmente gioioso. La gioia in fondo al cuore mi è rimasta dentro anche dopo la sua morte, malgrado il dolore e la pena per aver perduto l’amore della mia vita, padre di mio figlio. Cercai di giustificare quella grande voglia di vivere, quel bisogno di dare, quella gratitudine per essere viva che inspiegabilmente mi accompagnava e mi sosteneva e chiesi un giorno ad un sacerdote: “Ma è questa la fede?”. Sentii l’impellenza di tornare a Messa, per capire.
Oggi sto conoscendo la Parola di Gesù grazie alla Lectio divina e ne sono attratta, innamorata. Amo Cristo, sacrificio umano e divino che si offre; amo la croce come dono generoso e coerente, non più solo come dolore e sofferenza. Sono consapevole di essere, oltre che figlia dei miei genitori, Figlia voluta, amata e generata da Dio. Oggi, la mia, non è più una vita che inizia e finisce, bella, ricca, piena di amore ma fine a sé stessa, ma è una vita in funzione di Lui, colmata da un amore ’Altissimo’; una vita resa piena di significato, piena di scopo perché già amata, voluta e soprattutto non del tutto mia, ma anche Sua. Da questa rivelazione è nata la mia relazione con il Padre. È una verità che mi dà consolazione, forza, speranza; un perno finora sconosciuto, stabile, forte, sicuro; ’una pietra d’angolo’ sulla quale ’erigere’ la mia casa.
 
Donatella Meneghel