Madre di Dio

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1 gennaio 2013 – Maria Santissima Madre di Dio
Numeri 6,22-27
Salmo 66 – Dio abbia pietà di noi e ci benedica
Galati 4,4-7
Luca 2,16-21

Dal Vangelo secondo Luca (2,16-21)
16In quel tempo i pastori andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. 17E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. 18Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
21Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.
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All’inizio del nuovo anno civile, la liturgia ci invita a contemplare Maria, madre di Gesù e madre di tutti noi. E’ il suo atteggiamento all’inizio della storia della nostra salvezza che ci guida a iniziare l’anno entrante.
Il bimbo Gesù, salvezza da Dio, è entrato nella nostra vita quotidiana. Maria lo sa, ma intorno a lei nulla è cambiato. Sembra non essere cambiato niente nel povero stabile dove lei e Giuseppe si sono rifugiati. Ci vuole proprio fede per credere che un bimbo indifeso appena nato, con le mani e gli occhi chiusi e il volto inebetito dalla sazietà del latte materno sia il Figlio di Dio, re di Davide, salvatore.
Ma dei semplici pastori raccontano di luci e annunci di angeli, e sono lì stupiti anche loro e per niente dubbiosi. Tutti coloro che assistono, curiosi, donne venute in aiuto alla puerpera, vicini pietosi, sono pieni di stupore. Non si vede niente. Ma tutta questa povera gente, semplice e senza cultura, ha iniziato a sperare di nuovo. No miracoli e niente trombe.
Maria comincia lì a capire che questo Messia è diverso dal solito, questo Messia, lui stesso ultimo arrivato, comincia dagli ultimi. E si sforza di mettersi bene in mente di guardare lì, in mezzo agli ultimi, per cogliere i passi del piccolo Messia che le è stato affidato. Forse è così che ha imparato a diventare madre di tutti, a partire dagli ultimi. In questo cammino lento e quotidiano di vedere le cose con gli occhi di suo figlio e del Padre che lo aveva intessuto nel suo grembo. Forse è così che è cresciuto così tanto il suo amore per coloro che il suo Figlio voleva salvare, da accettare volentieri che le venisse affidato il discepolo prediletto sotto la croce. A partire già da Betlemme Maria ha imparato a guardare, meditare e amare in silenzio coloro che il suo Figlio mostrava già di amare e prediligere.
Chissà che in quest’anno che inizia non diventiamo capaci anche noi di guardare tutti in modo diverso, a iniziare dai più poveri. Maria ci da l’esempio ma ci insegna anche ad essere acuti e attenti: se il Signore ha voluto essere povero, se ha voluto mostrare a pastori emarginati lo splendore più forte della sua luce, forse non possiamo sperare di essere noi ricchi i destinatari delle note più chiare del suo canto. Vedremo con chiarezza la sua luce solo se con Maria ci fermeremo a meditare i semplici alla sua presenza, la speranza dei piccoli passi, la luce dei gesti nuovi quotidiani. Allora sarà la pace, grande pace nei cuori di coloro che, rimanendo piccoli, decidono di costruirla dal basso. E di continuare a chiederla a Dio.