Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani dal 18 al 25 gennaio 2015

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“Dammi un po’ d’acqua da bene” (Gv 4,7)
         Dammi un po’ d’acqua da bene”(Gv 4,7):è questo il titolo della prossima Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, per la nostra diocesi, un’altra occasione per riprendere e sviluppare il piano pastorale dell’anno che fa riferimento proprio all’incontro i Gesù con la samaritana. Una felice coincidenza. Del brano del Vangelo in questione, vengono rimarcati due aspetti, caratterizzanti la settimana: il primo, legato ad un Gesù stanco che chiede da bere; il secondo, legato al dono che Gesù desidera offrire alla donna, espresso come una promessa: “Se tu conoscessi il dono di Dio”.
         Gesù stanco può rappresentare tante situazioni di vita, sua e nostra, visto che Gesù oggi vive nella Chiesa, anzi nelle Chiese. Rivela la sua umanità, ma anche sue preoccupazioni. Non è facile la sua missione, i contrasti, le incomprensioni, i rifiuti sono tanti, troppi. Almeno tu, sembrerebbe dire alla samaritana, stammi a sentire, dammi da bere, offrimi la tua attenzione, non perdere l’occasione che ti viene data per raccogliere la tua vita attorno a Dio, la sua presenza e il suo amore. Questa richiesta rivela anche la difficoltà della Chiesa, delle Chiese, nell’annunciare il Vangelo oggi, in un mondo frammentato e diviso, in lotta anche aperta, come avviene in tante parti del mondo, drammaticamente espressa nell’attentato di Parigi. Non solo nell’annunciare il Vangelo, prima ancora nel vivere la comunione fra le Chiese. La divisione dei cristiani in diversi ruscelli di appartenenza confessionale torna come una terribile stonatura, oggi più che mai incomprensibile. Il mondo va a rotoli e le Chiese pensano ai loro successi di parte! Se le Chiese potessero dirsi l’una all’altra, in compagnia del Signore Gesù che è e rimane il loro centro: “Dammi un po’ di acqua da bene!”, saremmo sulla strada giusta. Ognuna si arricchirebbe dei tesori dell’altra e, ciò che più conta, insieme riuscire a testimoniare con più credibilità il Vangelo del perdono per tutta l’umanità. 
       Come si fa? Ci viene qui in soccorso l’altra espressione: “Se tu conoscessi il dono di Dio”. Ci vuole umiltà, direbbe papa Francesco. Nell’Evangelium gaudium egli nota come l’annuncio passi attraverso l’”atteggiamento umile e testimoniale di chi sa sempre imparare, con la consapevolezza che il messaggio è tanto ricco e tanto profondo che ci supera sempre”. (EG, 129). Con la consapevolezza che quello che conta, dopo un incontro personale con l’altro o di una Chiesa con l’altra, è tornare a casa con la gioia di aver ricevuto un dono, con un’altra prospettiva che si apre, senza lasciarci sopraffare da troppe paure, addirittura non temendo di riconoscere i propri errori. La samaritana riconosce di non aver più un marito, dopo averne avuti cinque. Il passato non deve ostacolare il futuro. Occorre apertura reciproca, sapendo che per il Signore le sorprese sono sempre possibili mentre i nostri punti di vista sono necessariamente limitati. Gesù, il Signore, ha ancora molta acqua “di vita eterna” da dare alla sua Chiesa.   
I testi della Settimana sono stati preparati da un organismo ufficiale del cammino ecumenico (il CONIC: National Council of Chrstian Churches of Brazil). Sollecitano un rilievo ancora più importante da attribuire alla preghiera per l’unità dei cristiani. Le Chiese del nostro territorio si sono ritrovate per preparare insieme alcuni momenti di preghiera ecumenica: il primo, martedì 20 gennaio, alle ore 20.30, presso la parrocchia di Tamai, sul tema: “Gesù era stanco di camminare”; il secondo, venerdì 23 gennaio, alla stessa ora, a Pordenone presso la Chiesa Cristiana Evangelica Battista di viale Grigoletti, sul tema: “L’acqua che io gli darò … sorgente di vita eterna”. Ma è soprattutto nelle singole comunità che la preghiera ecumenica deve trovare un coraggioso riscontro.
don Giosuè Tosoni