Progetto Eloisa

condividi su
Sede Caritas, tel. 0434 221284
 
Il progetto Eloisa nasce ufficialmente nell’anno 2006, quando già erano state accolte tre donne in gravidanza e quindi era stata formata una comunità tra giovani mamme con tre bambini, tutte provenienti dall’est Europa, di età attorno ai 25 anni, con esperienza di “lavoro su strada”.
Con questo progetto non ci si limitava a accogliere donne vittime di tratta, ma anche donne italiane o straniere in difficoltà, in gravidanza o con figli minori.
Questo ha dato luogo all’apertura di una nuova comunità, rispetto a quella del Progetto Alternative al femminile: si tratta di una casa data in comodato d’uso dalle suore Francescane Elisabettiana alla Caritas Diocesana di Concordia-Pordenone.
In totale ci sono 9 posti di accoglienza.
Gli operatori sono sempre una suora, una assistente sociale, una educatrice, e un operatore, che lavorano a tempo parziale.
L’impegno si va modificando: ci si occupa dei permessi di soggiorno, la parte più ostica in quanto collegata con la legislazione vigente, mentre chi è più presente nella comunità è assorbito nell’assistere e guidare la neo mamma alla preparazione al parto e alle nuove incombenze della maternità. La giovane viene seguita sia sotto gli aspetti psicologici che sanitari e in tutte quelle piccole, ma importanti necessità e attività utili in previsione dell’arrivo di un nuovo bimbo/a.
La mamma, quasi sempre primipara, è completamente impegnata in questa nuova esperienza di vita, assorbita dalle speranze, dalla paure dalle gioie come qualsiasi altra mamma.
La nostra attività è particolarmente concentrata nel dare all’inizio l’aiuto per il nuovo nato e, grazie agli operatori e ad alcuni volontari, mamme o professionisti, nell’accertare le condizioni di salute del nuovo nato e della madre. Successivamente, si valuta la possibilità per la donna di trovare una soluzione all’esterno della comunità. È proprio in questo periodo che si sente il problema di dover allevare un bambino da sole, senza una famiglia allargata presente in Italia e senza la presenza di un partner.
La presenza di un nuovo progetto orientato specificatamente all’integrazione tiene impegnati operatori e mamme o donne nella ricerca di soluzioni lavorative che permetta loro di programmare l’uscita dalla comunità.
La ricerca dell’autonomia inizia appena la persona entra nel progetto, con la verifica dello stato di salute, sia fisica che psichica, la valutazione delle sue capacità ed esperienze lavorative precedenti, la valutazione del livello di conoscenza dell’italiano, nonché l’eventuale rete di sostegno, sia italiana che straniera.
Ci si avvia quindi, a volte con fatica, altre volte con buona volontà e con determinazione, verso una vita diversa nel nostro Paese.