Progetto Olga e Giuseppe

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Sede Caritas, tel. 0434 221284
 
È un progetto, finanziato con l’8 per mille dalla Caritas Italiana, dedicato al complesso fenomeno della tratta nella prostituzione e all’accoglienza in comunità delle vittime. Oltre alla diocesi di Concordia-Pordenone, sono state coinvolte anche le diocesi di Vittorio Veneto e l’Arcidiocesi di Udine, visto che il fenomeno della prostituzione su strada si è sviluppato sulla strada statale n° 13, la Pontebbana, che va da Tarvisio a Venezia – Treviso e la n° 14 la Triestina che va da Trieste a Venezia passando per Portogruaro.
Per analizzare questo fenomeno, si è partiti con una ricerca sulla persona che favorisce la prostituzione, vale a dire il cliente
Sulla prostituzione esistono molti studi, ma poco di è scritto finora sul cliente, l’altro protagonista della prostituzione, colui che con la sua domanda sostiene l’offerta e sfugge a facili classificazioni, perché è trasversale a tutti i ceti sociali e a tutte le età.
Il cliente è una persona normale, con una vita integrata nella società, spesso non ha una posizione sociale marginale. I clienti sono in maggioranza italiani, ma anche qualche straniero si affaccia sul mercato. Le prostitute che hanno partecipato a questa ricerca, una cinquantina, sono, invece, quasi tutte straniere. Altri interlocutori sono stati medici e operatori sanitari, per verificare se vi sia un rapporto stretto tra chi frequenta le prostitute e chi potrebbe offrire un aiuto sanitario o psicologico rispetto alle conseguenze di questo fenomeno sociale. Essendo una ricerca effettuata da tre diocesi, si sono coinvolti anche diversi sacerdoti, per verificare se vi sia un risvolto morale che emerge in sede di confessione o dialogo tra fruitori del mercato del sesso e religiosi.
Questa ricerca è un primo tentativo di comprendere il fenomeno della prostituzione che si svolge sulla strada dal punto di vista del cliente: uno dei protagonisti non si rende conto, infatti, che la sua domanda favorisce e incrementa un’offerta che ha stretti legami con la criminalità organizzata. Le donne straniere che si prostituiscono sulle strade solo raramente lo fanno per scelta, spinte comunque a lasciare il loro Paese di origine per sfuggire ad una situazione di disagio e povertà, a volte di guerra, affidandosi a passeur che oggi chiedono 45/80 mila euro per arrivare, per esempio, dalla Nigeria in Italia, affrontando non più un viaggio in aereo, ma uno difficile via terra attraverso il Marocco, che può durare anche un anno.
Il cliente sostiene, allora, uno sfruttamento inconcepibile dal punto di vista umano: le maman a cui vengono affidate le giovani nigeriane guadagnano moltissimo, perché le prostitute devono lavorare per loro gratis per 4 o 5 anni, per ripagare il debito del costo del viaggio. Quindi i soldi vanno all’organizzazione criminale, che alimenta anche il mercato dei documenti falsi, necessari per far entrare nel nostro Paese le prostitute, nonché delle droghe e delle armi. Altro esempio sono le prostitute rumene, che hanno oggi un cambio più veloce, vista la facilità del loro ingresso in Italia dal gennaio 2007 e per questo è aumentato il loro numero.
Oggi si lavora sul piano educativo, per far conoscere i risultati di questa ricerca, per sensibilizzare tutti i gruppi che lo richiedono sulla funzione negativa del cliente nella catena della tratta.