Emergenza alluvione in Emilia Romagna

Attivata una raccolta fondi

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COLLETTA SPECIALE DOMENICA 11 GIUGNO

 

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Si possono sostenere gli interventi di Caritas Italiana attraverso la Caritas Diocesana di Concordia-Pordenone.
È possibile fare una donazione, specificando nella causale “Emergenza alluvione 2023”, ai seguenti conti intestati a Fondazione Buon Samaritano Casa Madonna Pellegrina (braccio operativo della Caritas Diocesana di Concordia-Pordenone):

BANCA CREDITO COOPERATIVO PORDENONESE
AG0, Via Beato Odorico, 27 – 33170 Pordenone
Iban: IT 79 F 08356 12500 000000047207

POSTE ITALIANE SPA
Sede Centrale di Pordenone, Via Santa Caterina 10 – 33170 PORDENONE
Iban: IT 78 L 07601 12500 001031934605

BOLLETTINO POSTALE sul c/c n. 001031934605

Le offerte alla Caritas Diocesana non sono fiscalmente deducibili, in quanto ente ecclesiastico.

 

Chi volesse dedurre/detrarre, può fare la propria offerta direttamente a Caritas Italiana (info su deducibilità e detraibilità), utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line, o bonifico bancario specificando nella causale “Emergenza alluvione 2023” tramite:

  • Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111
  • Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
  • Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
  • UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U020 0805 2060 0001 1063 119

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EMERGENZA ALLUVIONE IN EMILIA ROMAGNA
Caritas Italiana ha attivato una raccolta fondi
dal comunicato stampa di Caritas Italiana del 18 maggio 2023

Caritas Italiana segue con apprensione quanto sta accadendo in Emilia Romagna, devastata in questi giorni da forti nubifragi e allagamenti, dopo quelli già avvenuti ad inizio mese, ed esprime il suo cordoglio per le vittime e la sua vicinanza alle popolazioni colpite, in particolare a quanti sono stati costretti a lasciare le proprie abitazioni.

“Siamo in costante contatto con il Delegato regionale Caritas dell’Emilia Romagna e con i Direttori delle Caritas diocesane – dichiara don Marco Pagniello, Direttore di Caritas Italiana -, per avere un quadro aggiornato della situazione e individuare insieme le prime necessità a cui far fronte, in coordinamento anche con la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana e i Vescovi delle diocesi maggiormente coinvolte”.

“I Direttori delle Caritas diocesane dei territori più colpiti, come Cesena, Forlì, Faenza e Imola, riportano una situazione ancora caotica e in cui prevale ora l’esigenza di sgombro dell’acqua e di pulizia delle case sommerse dal fango – segnala il Delegato regionale, Mario Galasso –. Molte strutture diocesane, come empori e mense sono state colpite esse stesse dalle alluvioni, nonostante questo le varie Caritas diocesane e parrocchiali sono già attive nell’ospitare famiglie e nel supportarle sui bisogni più immediati (acqua potabili, coperte, ecc…) e su questi aspetti continueremo ad operare nei prossimi giorni”.

“Quella in corso è una emergenza che interpella tutti e dobbiamo prendere atto di questa realtà. Come scrive papa Francesco nell’Enciclica Laudato Si’ – aggiunge don Pagniello –, dobbiamo sempre ricordarci che ‘non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale’ e che ‘le soluzione richiedono un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura’”. “Per questo come Caritas siamo pronti a intervenire in una prospettiva di accompagnamento che, come già sperimentato in precedenti emergenze in Italia e nel mondo, metta al centro i bisogni delle persone, in particolare di quelle che vivevano già situazioni di disagio sociale ed economico e che rischiano di rimanere escluse da altre forme di supporto”, continua il Direttore di Caritas Italiana.

“Accanto a questo è sempre più evidente come queste crisi climatiche vadano prevenute e occorra denunciare tutte quelle azioni di consumo, di spreco e di alterazione dell’ambiente, sia pubbliche che private, sempre più insostenibili”, conclude don Pagniello.