Scuola di San Felice sul Panaro

Gli interventi post terremoto finanziati dalle Caritas del Nordest

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Oggi dimostriamo che c’è un’altra Italia, diversa da quella degli scandali e degli sprechi, fatta di solidarietà e partecipazione”. Forse sta tutta in queste parole pronunciate da uno dei numerosi sindaci presenti, la sintesi della giornata vissuta a S. Felice sul Panaro, in occasione dell’inaugurazione della sede ristrutturata e messa a norma della Scuola dell’infanzia “Caduti per la Patria”, danneggiata e resa inagibile dal sisma dello scorso maggio.
Nel cortile della scuola c’era infatti uno spaccato dell’Italia forse più sincera: oltre ai bambini e i loro genitori, al personale, alle suore che dirigono la struttura e al direttivo della stessa, anche sindaci e rappresentanti di diverse regioni, gruppi di volontariato, enti, gruppi famiglie, persino una scuola de L’Aquila. Tutti soggetti che hanno in qualche modo concorso a dare la possibilità ad una buona parte delle famiglie di S. Felice (140 i bambini iscritti alla scuola) di ricominciare a vivere normalmente, attraverso la ripresa (a tempi record) di un servizio essenziale quale quello della scuola materna.
Tra questi la Delegazione Caritas Nordest (rappresentata dal direttore della Caritas di Trento Roberto Calzà), che è intervenuta in modo “deciso e preciso”, permettendo la posa in opera in tempi brevissimi, grazie ad una ditta di Bolzano, di due prefabbricati per la didattica e per alloggiare provvisoriamente le suore (per un totale di 60mila euro) a cui è seguito il contributo economico per i lavori di adeguamento antisismico (altri 130mila euro).
Da parte delle 15 Caritas del Triveneto – ha affermato Calzà nel suo saluto, portato anche a nome dell’Arcivescovo di Trento – è stato facile decidere di sostenere questo intervento perché, oltre a favorire il ritorno alla normalità, si trattava di investire sul futuro, che sono questi bambini e le loro famiglie.”
Il presidente della Scuola e altre autorità locali hanno inoltre sottolineato come il tornare ad aprire una scuola non sia solo una questione funzionale e di ripresa di un ritmo di vita ma anche, se non soprattutto, la possibilità di riallacciare quelle relazioni tra famiglie che il terremoto aveva in qualche modo interrotto e che alla fine risultano decisive anche per una ricostruzione umana e sociale di una comunità.
Molti i bambini davvero entusiasti di esser tornati nella scuola, ma soprattutto soddisfatti i genitori e il direttivo che hanno lavorato con dedizione e, pur nella preoccupazione dei primi momenti (l’intervento complessivo di oltre 200mila euro avrebbe spaventato chiunque, tenendo conto anche che la scuola non è pubblica), si sono sentiti incentivati a proseguire dalle numerose visite e dai numerosi attestati di solidarietà ricevuti in questi mesi.
Dopo l’inaugurazione i benefattori sono stati ringraziati con un pranzo organizzato nel locale oratorio, anch’esso lesionato ma reso già agibile, e con un attestato per l’impegno dei confronti della scuola materna.
La Delegazione Caritas del Nordest sta ora valutando la possibilità di intervenire con altri fondi in provincia di Rovigo, dove il terremoto ha duramente colpito diverse strutture parrocchiali che necessitano di essere rese disponibili per la ripresa delle normali attività delle comunità.