Il cordoglio della Cei
Dolore per la morte di suor Maria De Coppi è stata espressa da più parti. In un messaggio, il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, ha scritto:
“Esprimo profondo cordoglio alle Suore Missionarie Comboniane e alla Diocesi di Vittorio Veneto per la morte di suor Maria De Coppi, rimasta uccisa in un attacco terroristico a Chipene, in Mozambico. Dopo suor Luisa Dell’Orto, Piccola sorella del Vangelo di Charles de Foucauld, morta il 25 giugno ad Haiti, piangiamo per un’altra sorella che con semplicità, dedizione e nel silenzio ha offerto la vita per amore del Vangelo.
Preghiamo per suor Maria che per sessanta anni ha servito il Mozambico, diventato la sua casa. Il suo sacrificio sia seme di pace e di riconciliazione in una terra che, dopo anni di stabilità, è nuovamente flagellata dalla violenza, causata da gruppi islamisti che da alcuni anni seminano terrore e morte in vaste zone del nord del Paese in una terra che, dopo anni di stabilità, è nuovamente flagellata dalla violenza, causata da gruppi islamisti che da alcuni anni seminano terrore e morte in vaste zone del nord del Paese”.
Instabilità della provincia
La provincia di Nampula assieme a quella di Cabo Delgado è vittima dell’instabilità causata dalla presenza di gruppi terroristici che si richiamano allo Stato Islamico. Mentre a Cabo Delgado si sono concentrati le operazioni dei militari del Rwanda e di altre nazioni giunti a dare manforte ai soldati mozambicani, la provincia di Nampula ha visto negli ultimi mesi una recrudescenza degli attacchi jihadisti. “In realtà- dice Mons. Saure- i gruppi jihadisti continuano ad operare anche a Cabo Delgado, ma nella nostra provincia gli assalti hanno costretto la popolazione a fuggire. Non sappiamo quante persone hanno cercato rifugio nella foresta. È un dramma terribile e ancora difficile da quantificare”.
AGGIORNAMENTI
Riguardo a me e a don Lorenzo, siamo rimasti zitti zitti in camera tutta la notte. Hanno bruciato tutto, sfondando tutte le porte. Tranne da noi. E la cosa ci insospettisce non poco: come mai e perché proprio le nostre due porte non sono state toccate? Pare evidente che hanno appositamente evitato, perché sapevano: non c’è altra spiegazione.
Stamattina è passata Angeles a farci sapere che già erano andati via. E così siamo usciti dalle nostre camere, increduli e contenti, ma anche tristi e diversamente sollevati: abbiamo ancora qualcosa da vivere”.
Oggi pomeriggio una persona è entrata in classe, per chiedere cosa ci facevano ancora a scuola tutte quelle persone. Questo ha generato un panico totale. I laristi si son fiondati in casa dei padri per chiedere i loro telefoni e un prestito per tornare a casa. Nel frattempo, han cominciato a partire da Chipene una serie di chapas, chiedendo prezzi esorbitanti per avere un passaggio anche solo fino a Mazua. Suor Eleonora e Gino, il responsabile del lar, sono andati al posto a chiedere spiegazioni, ma appunto non hanno trovato nessuno… han cominciato a chiamare i genitori dei laristi, chiedendo di lasciar tornare a casa i loro ragazzi.
Non che dire… la paura genera solo altra paura!! Di fatto, abbiamo chiesto a Juma e Gegito di dare un trasporto coi loro camioncini a laristi e lariste fino a Mazua. Ormai dovrebbero essere in casa. O, meglio, nella foresta coi loro genitori: memori dei tempi della guerra civile, le persone sanno che la sopravvivenza passa per quei luoghi… per poi risbucare il mattino dopo a rivedere il paese e a ricominciare un minimo di vita “normale”.
Il governo ha già mandato esercito ed elicotteri. Con buona probabilità, torneranno tutti, o almeno una buona parte della gente, già la prossima settimana.”