Giornata per la vita consacrata

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L’appuntamento annuale del 2 febbraio, voluto da Giovanni Paolo II, intende esprimere l’apprezzamento e la riconoscenza a Dio per la vita consacrata e per la testimonianza
dei consacrati.
“Testimoni e annunciatori della fede” è il tema del Messaggio che la Commissione Episcopale per il clero e la vita consacrata ha scelto per quest’anno della fede: annunciatori fiduciosi, annunciatori gioiosi per la speranza che anima il loro appartenere a Cristo e alla sua Chiesa.
Nell’attuale contesto ecclesiale e culturale che impegna personalmente e gli Istituti in percorsi di rinnovamento per essere sempre di più all’altezza della chiamata di Dio e delle sfide del nostro tempo, nella fedeltà al carisma che il Signore ha donato, sembra opportuno richiamare alcuni caratteri specifici della vita consacrata, che cogliamo proprio dal testo del messaggio stesso:
“Voi consacrati siete testimoni dell’”orizzonte ultraterreno del senso dell’esistenza umana”, e la vostra vita, in quanto “totalmente consacrata a lui [al Signore], nell’esercizio di povertà, castità e obbedienza, è il segno di un mondo futuro che relativizza ogni bene di questo mondo” (XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, Messaggio al popolo di Dio, n. 7). Voi operate in vari modi perché gli uomini e le donne del nostro tempo aprano la porta del loro cuore al dono della fede.Molti di voi siete impegnati nella catechesi e nella formazione cristiana; molti operate in vari ambiti educativi (a servizio delle famiglie, nella scuola, in centri giovanili, in centri di formazione professionale, a favore dell’integrazione degli emigrati, in luoghi di emarginazione, ecc.); molti siete impegnati principalmente nel servizio della carità nei confronti di chi è solo, escluso, povero, malato; molti lavorate sul piano sociale e della cultura, con iniziative che promuovono la giustizia, la pace, l’integrazione degli immigrati, il senso della solidarietà e della ricerca di Dio. Sapete mostrare, col vostro impegno, come la fede abbia un significato culturale ed educativo, di promozione e di garanzia di vera umanità. Il mondo ha bisogno della vostra testimonianza fedele e gioiosa. La richiedono tante situazioni di smarrimento, che pure sono attraversate anche dal desiderio di cose autentiche e vere e, ancor più, da una domanda su Dio, per quanto possa sembrare tacitata o rimossa …
E tuttavia, prima che per ciò che fate, è per il vostro stesso essere, per la generosità e radicalità della vostra consacrazione, che voi parlate all’uomo di oggi. Vivendo con fedeltà la vostra vocazione tenete vivo, nella Chiesa, il senso della fedeltà al vangelo. Con la vostra vita ci ricordate anche che la nuova evangelizzazione comincia
da noi stessi e che c’è un intimo legame tra “autoevangelizzazione e testimonianza, rinnovamento interiore e ardore apostolico, tra essere e agire, evidenziando
che il dinamismo promana sempre dal primo elemento del binomio” (Giovanni Paolo II, Esortazione apostolica Vita consecrata, n. 81).
Il vostro apostolato ha una sua specificità nella missione della Chiesa: sa partire dalla persona, dal malato,dal povero, dal più debole, tante volte dal più lontano dall’esperienza ecclesiale. Siete chiamati a essere segno dell’amore e della grazia di Dio sin dal primo contatto con le persone che incontrate. Siete chiamati – soprattutto coloro che operano coi giovani e nell’educazione – a integrare profondamente e dinamicamente la preoccupazione evangelizzatrice e la preoccupazione educativa. Il servizio all’uomo ha sostegno e garanzia nella fedeltà a Dio e nel tener sempre vivo lo sguardo e il cuore sul Regno di Dio.
 
A conclusione, allora, l’augurio a tutti i consacrati/e , particolarmente quelli che operano nella nostra diocesi, che in questo vivere le situazioni umane, sociali, culturali, facendosi segno dell’agire di Dio, siano sempre presenza profetica di vera umanità per tutti.
 
Suor Lucian Sattin