25° del vescovo Ovidio e 30° del vescovo Rino

Giubileo episcopale vescovo Ovidio

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Si è tenuto giovedì 4 dicembre nella chiesa del Seminario a Pordenone al termine del ritiro mensile del clero la festa con la celebrazione eucaristica e il pranzo comunitario del 25esimo di ordinazione episcopale del vescovo Ovidio e del 30esimo di ordinazione episcopale del vescovo Rino dei comboniani.

Qui di seguito alcune foto della giornata e la sintesi dell’omelia del vescovo Ovidio

Sintesi dell’omelia

In occasione del 25° anniversario del suo episcopato, il vescovo Ovidio ha offerto una “confessio vitae” (confessione della vita), incentrata sulla fede e la gratitudine. La sua riflessione è riassunta nella dichiarazione fondamentale: “tutto è stato per Grazia”. Egli descrive la Grazia ricevuta come un “concentrato di grazia incalcolabile” e un dono di salvezza che ha permesso al Signore di operare attraverso di lui.
Il vescovo ha espresso la sentita esigenza di “dire grazie” per questo dono e per gli anni trascorsi con le comunità parrocchiali e religiose, valorizzando la “rete di relazioni che considero quasi del campo”. Egli ha reso grazie a Dio per la “collaborazione il Vangelo” dei fedeli, appropriandosi delle parole dell’Apostolo Paolo ai Filippesi.
Riconoscendo con umiltà i propri “limiti che voi conoscete” e difetti, il vescovo ha chiesto perdono per le mancanze, confidando nella misericordia di Dio che è eterna come il suo amore.
Ha citato Papa Giovanni XXIII, ricordando la “legge divina che dice che non si può fare del bene alle anime se non si può loro bene”. Rivolgendosi ai fedeli, ha affermato richiamando un pezzo dell’omelia del vescovo Albino Luciani fatta al suo ingresso a Vittorio Veneto nel 1959: “Mi sento veramente fortunato: posso assicurarvi che vi amo e che desidero solo entrare vostro servizio, a mettere a disposizione di tutte di voi tutte le mie povere forze”.
Guardando al futuro, il vescovo ha richiamato l’esortazione di San Giovanni Paolo II del 2003, intitolata: “Alzatevi andiamo, alzatevi andate”. Questo invito di Gesù ad andare verso il compimento della volontà del Padre, sebbene implichi “un grande sforzo”, è fonte della “gioia della pace”, che è frutto della fede.
In conclusione, ha chiesto di essere accompagnato in “questo ultimo tratto del mio servizio”, al fine di rimanere fedele al Signore, poiché “solo la sua Grazia potrà accompagnarci nel cammino fino alla meta”