In migliaia sono accorsi al Palazzetto – Notte da ricordare anche con l’impegno concreto

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Ciò che non era visibile li ha condotti in quasi tremila, giovedì 11 ottobre, al Palazzetto dello sport di Pordenone. Non la – bellissima – introduzione alla celebrazione per l’apertura dell’Anno pastorale diocesano. Non la coincidenza con l’apertura dell’Anno della fede voluto da Benedetto XVI. Non il cinquantesimo dell’apertura del Concilio Vaticano II. Ma tutte queste cose insieme, in quanto accomunate da un’origine comune. “É il Signore” è la scritta che troneggia sull’icona – simbolo di questo anno pastorale 2012- 13, consegnato anche a ciascuno dei partecipanti. Ecco l’invito a cui i tremila non hanno detto no.
Quando sono arrivati sul posto, hanno poi visto le meraviglie pensate per loro. C’erano la letture sceniche di alcuni passi del concilio di cinquanta anni fa (grazie a Daniele Rampogna e Antonio Rocco e a Matteo Bozzer), c’erano le mani sapienti e incantatrici del maestro Umberto Tracanelli sul pianoforte, la grazia di una ballerina (Silvia Rossi), lieve attorno l’altare eppure dirompente in un così ardito accostamento, a raffigurare l’ingresso nell’anno della fede, a varcare per e con tutti quella porta.
Sullo schermo, alle spalle del palco, immagini storiche dell’apertura del Concilio, voci amate, come quella di Giovanni XXIII del discorso alla luna, ma anche scritte a fermo immagine: Uomo, Cristo, e quel titolo – slogan: “É il Signore”. Che chiama, che raduna, che invita. In tremila hanno risposto.
Le fotografie danno ragione del numero e danno ragione della speranza degli organizzatori. Nell’anno che verrà ciascuno dei convenuti dovrà continuare rispondere il suo “Eccomi” come in questa serata dell’11 ottobre, che resterà ricca e indelebile nel cuore di chi ha partecipato, come nella storia della vita della diocesi. Sacerdoti: oltre centosessanta i presenti, mentre sull’altare, accanto al Vescovo S.E.mons. Giuseppe Pellegrini e al Vescovo Emerito S.E. mons. Ovidio Poletto, erano presenti i vicari, diocesani e foranei, e i diaconi.
Religiosi e religiose: un settore del parterre del palazzetto era dedicato ai loro superiori.
Sindaci e autorità: allo stesso modo numerosi e presenti hanno colorato di fasce tricolore il parterre del palazzetto.
Dalle parrocchie: hanno gremito gli spalti e le gradinate oltre il previsto i partecipanti dalle varie parte della diocesi, convenuti con mezzi proprio o con autobus organizzati dalle parrocchie.
Celebrazione: vibrante e pregna. Restano nella memoria le parole del Vescovo Pellegrini: un richiamo alla società di oggi ad una integralità onesta da vivere quotidianamente e in ogni ambito. Ha richiamato lo spirito di coraggio e gratuità. Ha usato parole schiette: “E’ l’ora di una solidarietà più vera! E’ il momento di ribellarsi
contro ogni forma di corruzione, ancora presente”. Consapevole di quanto scricchiola nel Paese come nel territorio diocesano, ha invitato i presenti e i diocesani tutti a
“varcare con gioia la porta della fede”. E a darne visibili frutti. Tutti insieme, tutti corresponsabili. L’affluenza a quella serata come alla fiaccolata che è seguita fino alla parrocchia cittadina del Sacro Cuore (guidata dai giovani della diocesi e di Villaregia, accompagnata dall’Unitalsi con le sue dame) per la veglia di preghiera sono
stati i primi segni di concreta adesione. Nell’anno della fede e davanti a quell’icona che chiama altri ne verranno.