Natale del Signore

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25 dicembre 2012 Natale – Messa del giorno
Isaia 52,7-10
Salmo 97 – Tutta la terra ha veduto la salvezza del nostro Dio
Ebrei 1,1-6
Giovanni 1,1-18

Dal Vangelo secondo Giovanni (1,1-18)
1In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
2Egli era, in principio, presso Dio:
3tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
4In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
5la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
6Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
7Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
8Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
9Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
10Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
11Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
12A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
13i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
14E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
15Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
16Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
17Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
18Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.
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Questo prologo in forma poetica costituisce l’inizio del Vangelo di Giovanni, un inizio teologico, altissimo e di grande profondità. Ascoltato e meditato guardando un presepio può rendere bene l’idea di smarrimento che si genera nel vedere il figlio dell’altissimo scagliato così in basso in mezzo a noi. Con un po’ di Spirito Santo questo piccolo esercizio di contemplazione può farci cogliere l’emozione del grande dono ricevuto, della maestà e della tenerezza del Dio Bambino. Alcune tracce del brano possono aiutarci particolarmente.
Questo Verbo di Dio, che si è fatto carne a Betlemme, è colui per mezzo del quale il mondo è stato creato (vv. 3 e 10). Gesù Cristo è il punto di riferimento di tutta la creazione e la storia degli uomini. Dio ha pensato tutto per poter donare suo Figlio a noi, creati a sua immagine. Pensare che questo bimbo nato a Betlemme è il cuore di tutta la creazione e la storia, fa crescere la stima per un Dio che ci viene incontro nella debolezza, accessibile a tutti e grato della nostra attenzione.
Egli è la luce vera (vv. 5 e 9) a discapito di tutti coloro che nel mondo si coprono di luci e ori. Gli uomini non sono illuminati, non riconoscono il senso della loro vita, quando si mettono a riflesso dei bagliori della fama e del potere umano. Più si guarda il successo e i lustrini, meno si vede luce nel proprio destino e nella propria strada. E’ la povertà di Betlemme che mostra a Maria quanto grande può essere la sua umile presenza. Un Dio che ha bisogno dell’uomo per nascere e crescere è esattamente il fascio di luce più massiccio che si può immaginare. La vita dell’uomo diventa importante e luminosa.
Altro elemento di preoccupata riflessione e preghiera è il senso drammatico di una battaglia iniziata, in cui alcuni possono rifiutare la salvezza (vv. 10-12). Alcuni di noi vogliono restare nelle tenebre, non vogliono che la luce della Buona Notizia superi le luci colorate della festa. Venne nelle tenebre, ma qualcuno ha preferito le tenebre. Venne tra i suoi ma, proprio i suoi, non l’hanno accolto. C’è questo rischio. Siamo tutti più buoni a Natale, ma alcuni di noi non vogliono assolutamente continuare a esserlo: troppo scomodo chiedere a un bambino in una culla di darci ragione nelle nostre mire egoistiche e difensive. Quelli però che l’hanno accolto, hanno percepito il senso e il cuore di una salvezza che non avevano mai visto e che non può passare inosservata: Dio salva a partire dai piccoli. Grande notizie, ma il nostro cuore fatica a fidarsi.