Sanificazione e coordinamento della gestione dei posti nelle Chiese

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All’attenzione dei Parroci, dei Rettori di Chiese, e di tutte le persone che si occupano della pulizia delle chiese e degli arredi sacri.

Le nostre chiese sono scrigni preziosi di storia e di arte, anche negli arredi minori (si pensi semplicemente ai banchi, spesso antichi e scolpiti): ci è chiesto un intelligente equilibrio tra la legittima difesa dal virus, e la necessaria tutela dei beni.

1. Evitare il pericolo di danneggiare.
L’emergenza sanitaria in atto rende necessarie operazioni di SANIFICAZIONE con procedure che prevedono, spesso, l’utilizzo di disinfettanti quali l’ipoclorito di sodio, l’alcool o il perossido di idrogeno, in concentrazioni e per tempi di azione opportuni. Tuttavia, non tutte le sostanze sono adeguate alla pulizia di ambienti dove sono esposti o conservati beni culturali o che siano caratterizzate da decori quali stucchi, affreschi e materiale lapideo lavorato. A solo titolo di esempio si segnala che l’ipoclorito di sodio, la comune varechina, per essere efficace contro il virus Covid19 va adoperata allo 0,1% (come dice il documento dell’Istituto Superiore di Sanità) ma si tratta di una sostanza inquinante, ossidante, foriera di sali solubili e si può usare solo su superfici che la possano tollerare e che non ne vengano intaccate.
Non è infatti compatibile con la conservazione di materiale lapideo e gessoso, policromie e legno verniciato.
Nelle nostre chiese, l’azione più opportuna (efficace e al tempo stesso sicura) è pulire regolarmente le superfici lavabili interessate con una soluzione di etanolo al 70% in acqua (per 1 litro di soluzione 700 ml di alcool e 300 ml di acqua).
Questo è quanto viene indicato dalla competente Sovrintendenza, con la quale sono in dialogo puntuale e sempre aggiornato.

2.  Evitare il pericolo di cadere in mani di approfittatori e imbroglioni.
Tempi come quello che stiamo vivendo purtroppo accendono creatività disoneste. Invito i parroci a NON ACCETTARE offerte da presunti professionisti che offrano competenze per sanificazioni. Prima di accogliere qualsiasi proposta, ci si confronti sempre con l’Ufficio Amministrativo della Curia, e con quello per l’Arte Sacra e i Beni Culturali.


Suggerimenti sul coordinamento della gestione dei posti delle ChieseDal 18 maggio in poi, nelle dinamiche celebrative delle chiese, sarà chiesto un puntuale coordinamento della gestione dei posti, stabiliti in proporzione alla capienza delle chiese e al mantenimento delle distanze, come puntualmente indicato nei documenti già consegnati. Qualche parroco mi ha cercato per avere indicazioni e suggerimenti. E anche diversi sacristi, e collaboratori prossimi, chiedono aiuti.
Mi permetto dunque di dare alcuni criteri semplici ma concreti per gestire, a seconda dei casi, delle diversità dei luoghi e delle esigenze, l’accoglienza dei fedeli, in una gestione corretta, rispettosa e sicura. Condivido anche una riflessione di significato. La liturgia ha particolari caratteristiche: il senso (l’intelligenza); la sobrietà e la semplicità; la gentilezza. La chiesa dovrebbe sempre essere ordinata e accogliente: evitiamo di dare l’idea dalla provvisorietà, dell’ecatombe, della tragedia. Finiamo per scoraggiare, intristire, generare angoscia. Rispettiamo le indicazioni, per la tutela nostra e di ciascun fedele: ma lo possiamo fare con scelte puntuali, efficaci, sobrie e accoglienti.
Potrebbero nascere anche altre nuove possibilità: le soluzioni potranno sempre essere segnalate e condivise. E per questo stile collaborativo, ringrazio.

Tutela degli arredi
I banchi – siano storici e artistici, ma anche di recente fattura e modesti – non devono in alcun modo subire danno. Vanno pertanto evitati fogli di carta fissati con collanti, nastro adesivo, puntine da disegno, graffette. La colla e il nastro adesivo, sciupano il legno; quando vengono rimossi, strappano via le vernici e le cere, lasciano il banco o la sedia in condizioni mortificate. Puntine, graffette e chiodi sono strumenti invasivi e dannosi.
Va evitato in ogni modo il nastro biadesivo, che sembra una scelta ottimale, a scomparsa, e stabile, ma che lascia poi sulle superfici segni indelebili, che vanno poi asportati con sostanze potenti a loro volta nocive per il legno. I foglietti post-it non sono efficaci: dopo poco la colla perde efficacia, alla prima corrente d’aria si staccano e si disperdono.
 Facile gestione dei segnaposti
Si deve tenere presente che è indicata una gestione ordinaria e ripetuta della sanificazione: i segnaposti non devono in alcun modo impedire la pulizia e i gesti di disinfezion
 Qualche consiglio concreto
Utilizzo dei cuscini fissati ai banchi.
In molte chiese esistono i cuscini, fissati agli inginocchiatoi, con il cardine che permette di abbassarli o alzarli. Soprattutto in una chiesa piccola, questo potrebbe essere un buon indizio:
–  laddove il cuscino è alzato viene indicato il posto che va lasciato libero;
–  laddove è abbassato, il posto che può essere occupato.
Se si ritiene, si può anche aggiungere nel posto assegnato un indicatore, e fermare gli altri cuscini – legandoli con un nastro, con un cordino… – in modo che nel tempo restino stabili, senza creare confusioni o fraintendimenti.–

Un segnaposto
lo si può collocare anche sul sedile, o sulla parte superiore del banco.
La possibilità che sia il libro di canti o il sussidio liturgico ad essere l’indicatore, non può andar bene. Le norme ci chiedono di eliminare tutti gli strumenti liturgici cartacei, che possono divenire veicolo di contagio.
L’idea più semplice potrebbe essere quella di creare riquadri di cartone spesso, o di compensato, da collocare sugli inginocchiatoi, sui sedili oppure sull’alzata del banco, a seconda dell’opportunità. Il segnaposto, robusto ma maneggevole, è più statico di un semplice foglio di carta, non svolazzata alla prima corrente d’aria; e non essendo ancorato con nulla, nel momento in cui si deve disinfettare il banco, lo si rimuove e ricolloca con grande facilità. E può essere pulito con acqua e alcool, senza problemi. Con lo stesso criterio, si possono plastificare i fogli di carta, con la normale plastificatrice che molti già hanno.
Il concetto è semplice. Il segnaposto deve essere NON INVASIVO e facilmente GESTIBILE.
Di fatto, può bastare anche un piccolo lumino.
Resto disponibile per confronti e aiuti. Anche per dubbi sui prodotti da usare per sanificare, qualora le indicazioni date in precedenza non fossero sufficienti, cercatemi pure.

Don Simone Toffolon
donsimonetoffolon@gmail.com