Veniamo anche noi con te_don Federico Zanetti

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Veniamo anche noi con te
L’inizio dell’anno spiegato con l’icona biblica di Gv 21
 
Con quale spirito iniziare un anno pastorale segnato dal tema della fede sulla strada della corresponsabilità? Raccogliamo alcuni consigli dal racconto della pesca nel mare di Tiberiade (Gv 21,1-14), icona biblica e fondamento evangelico del nostro cammino.
Il cammino di fede degli apostoli, al lago di Tiberiade, comincia in una situazione poco incoraggiante. La situazione non è disperata, ma di stallo. Gesù è risorto, li ha inviati, ha assicurato la sua presenza. Ma lui non si vede più e là fuori la situazione è difficile, pericolosa. Ci siamo anche noi: anche solo ad alzare la mano per difendere la fede, il minimo che ci si può aspettare è che ci prendano per ingenui. Molti gridano all’emergenza, le statistiche ci paralizzano… Pur conoscendo il rischio e non sapendo come fare, Pietro, guida imperfetta di questa comunità poverissima, lancia la prima sfida: vado a fare quello che so fare. E gli altri: “Veniamo anche noi con te” (Gv 21,3). Sia per Pietro che per gli altri, il primo passo è dare voce a una esigenza interiore e profonda: mettersi in moto, fare qualcosa. E farlo insieme. E’ questo il primo passo della fede che crea lo spazio per l’opera del Signore.
La sentiamo anche noi, questa esigenza. Nonostante la tentazione di rifugiarci nella dimensione personale della fede, capiamo bene che è nostro dovere agire concretamente, pubblicamente, per il Regno di Dio. Così il primo passo è muoversi insieme, in comunione. Gesto non scontato: nella pastorale ordinaria spesso dimentichiamo chi è il nostro vero nemico e ci consumiamo in dibattiti e contrasti interni. Il primo passo per un vero cammino di fede è quello di provare a muoverci insieme, ognuno a “pescare” con le sue competenze e le sue motivazioni sane, e non solo con i suoi difetti.
Il gesto dell’11 ottobre dovrà essere vissuto proprio con questo spirito. Sforzandoci di superare logiche di visibilità e di massa, ci uniremo a tutta la Chiesa Cattolica mondiale per celebrare, nel 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, il tentativo di camminare uniti in ascolto della Parola di Dio. Vedremo poi dal vero la Chiesa diocesana e potremo contemplare un po’ meglio l’opera dello Spirito Santo vicino a noi. Se nella vita quotidiana viviamo l’impressione che intorno a noi nessuno sia più cristiano fino in fondo, potremo contemplare l’opera del Signore nelle persone, in molte persone ancora impegnate a costruire in lui e con noi. Verremo al Palazzetto nella speranza che vedere la Chiesa ci convincerà a uscire dal cenacolo per iniziare la pesca. Lenta, forse inizialmente infruttuosa… ma più convinti che almeno qualcuno di questi miei fratelli saprà alzare il capo e riconoscerlo: “E’ il Signore” (Gv 21,7).
 
don Federico Zanetti