Mons. Ovidio Poletto sui 150 anni dell’Unità d’Italia

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mercoledì 16 Marzo

Celebrare i 150 anni di storia del Paese rappresenta una di quelle occasioni speciali che possono diventare una tappa qualificante nel cammino di un popolo.
 
Su questo 17 marzo ci sono state molte discussioni con contrapposizioni e divisioni, quasi che, paradossalmente, la festa che per antonomasia dovrebbe servire a unire, condanni gli italiani a fare ancora una volta esperienza di uno dei propri tratti di cui andar meno fieri: il dividersi su tutto e tutti.
 
É una tentazione che abbiamo e che conosciamo perchè ha radici storiche antiche. Il futuro del nostro Paese passa anche attraverso la nostra capacità di far emergere ciò che ci unisce rispetto a ciò che ci divide. Tale passaggio chiede un approfondimento della nostra storia, un impegno costante a fare in modo che cresca la conoscenza tra i molti campanili di questa lunga Italia, una scelta ad andare oltre i luoghi comuni e gli slogan stereotipati.
É questa la vera sfida che viene da queste celebrazioni.
 
Quanto sta emergendo in queste settimane, grazie anche all’azione di molti e diversi soggetti, ci fa sperare che, alla fine, questa ricorrenza sia, per i più, motivo per fare memoria di una storia importante fatta certo di limiti, contraddizioni e momenti anche drammatici ma pure di storie di dedizione ed eroismo di donne e uomini che nella quotidianità si sono spesi per un’Italia migliore, arrivando anche a dare la vita. É una sotria anche di progresso, di successi ed esempi positivi, di crescita politica, economica, sociale e culturale. L’auspicio è che questa memoria consenta una rinnovata consapevolezza delle nostre radici e del grande patrimonio che abbiamo in eredità da questi 150 anni. In tutto questo la Chiesa e i cattolci hanno fatto la loro parte fino in fondo.
 
Fare sintesi del cammino fatto è fondamentale per guardare avanti, scrutare il futuro a partire da un presente che presenta non poche nubi. Oggi l’Italia è un Paese ripiegato su sè stesso che ha bisogno di ritrovarsi per tornare a guardare all’avvenire con entusiasmo e fiducia.
 
Prego Dio che benedica la nostra Patria.
 
+ Ovidio Poletto
16/03/2011 00:00
16/03/2011 00:00
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