Settimana sociale dei cattolici in Italia: Al cuore della democrazia
“Per tutto ciò, saremo a Trieste per affermare l’idea che è necessario partecipare attivamente alla vita della comunità e che c’è bisogno di più politica per far rifiorire la democrazia a favore del bene comune, che rimane la nostra priorità”. Dal 3 al 7 luglio con due ospiti di eccezione: il 3 luglio Mattarella il 7 luglio Papa Francesco.
Dal 3 al 7 luglio, a Trieste, si terrà la 50ª Settimana Sociale dei Cattolici. Il titolo, scelto dal Comitato Organizzatore, è: “Al cuore della democrazia – Partecipare tra storia e futuro”. Questo titolo impegnativo e sfidante si colloca in un’epoca segnata da grandi trasformazioni sociali, politiche e culturali. Ancora una volta, la scelta dei cattolici non può che essere quella di mettersi in gioco per non risultare irrilevanti di fronte alle grandi trasformazioni in corso. Ci sono opportunità, ma anche rischi e fragilità. È essenziale svolgere un ruolo attivo, animare il dibattito e rivitalizzare la partecipazione politica.
La crescente frammentazione sociale, l’individualismo e l’astensionismo, evidenziati anche nelle recenti elezioni europee, preoccupano. La crescita degli estremismi e il distacco crescente tra istituzioni e opinione pubblica sono fenomeni allarmanti. Tuttavia, se si guarda in profondità, si nota che la nostra società è ancora ricca di energie positive, visibili nell’associazionismo e nell’economia civile, con numerose imprese e cooperative sempre più orientate alla responsabilità sociale e ambientale. L’impegno di molti imprenditori e amministratori pubblici, anche a livello locale, nella gestione e nel governo della transizione ecologica, energetica e digitale, va nella direzione auspicata. Cresce la consapevolezza che le risorse naturali non sono infinite e che la cura dell’ambiente e la riconversione energetica rappresentano opportunità per assicurare la vita, guardando alle generazioni future.
Trieste diventa quindi l’occasione per mettersi in gioco, cercare collaborazione e ricoltivare la democrazia, che è innanzitutto partecipazione. Dopo Taranto, la scelta è ricaduta su Trieste, città di confine proiettata verso l’Europa, aperta a molteplici etnie, lingue e confessioni religiose. Terra segnata da grandi divisioni politiche e sociali e da luoghi simbolici che hanno marcato la storia del secolo scorso, dalla Risiera di San Sabba alle Foibe, fino ai numerosi altri luoghi, teatro delle tragedie della prima e seconda guerra mondiale. Trieste, città del confine orientale d’Italia e d’Europa, è meta di molti disperati in fuga da guerre, carestie e povertà, uomini e donne in cerca di speranza e di una vita migliore rispetto a quella lasciata alle spalle.
Con i delegati della Pastorale Sociale (Luciana, Manuel e Daniele), indicati dalla nostra Diocesi di Concordia-Pordenone, parteciperemo alla 50ª Settimana Sociale di Trieste. Porteremo il nostro vissuto, ascolteremo le voci degli esperti e parteciperemo ai dibattiti animati nelle piazze della città. Cercheremo soprattutto le ragioni profonde per proseguire il nostro impegno anche quando le luci dei riflettori si spegneranno e la Settimana Sociale si concluderà. In questi mesi, insieme alla Pastorale Sociale Triveneto, ci siamo preparati per approfondire e contribuire attivamente. In particolare, ci siamo concentrati sul tema della dignità degli esclusi e della povertà, intesa non solo come mancanza di mezzi, ma anche come povertà culturale, morale e spirituale, una condizione che spesso non offre occasioni di riscatto sociale ed economico. I poveri rischiano di diventare sempre più una categoria di esclusi, quasi invisibili, un monito al cambiamento degli stili di vita per ciascuno di noi. Siamo chiamati a reagire, cercando le cause della povertà e sollecitando la responsabilità personale e quella degli attori politici.
Una serie di indicatori dimostra che, nonostante la crescente ricchezza mondiale, le disuguaglianze continuano ad aumentare. I ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Secondo il recente rapporto Oxfam del 2022, il 50% più povero della popolazione mondiale detiene solo il 2% della ricchezza totale, mentre il 10% più ricco ne detiene il 76%. Anche nel nostro Nord-Est, il rischio povertà è una realtà che ci riguarda direttamente, con alcuni aspetti che andrebbero meglio monitorati e verificati, a partire dall’emergenza abitativa di molte persone che faticano a trovare un alloggio. Conviviamo con il paradosso di un vasto patrimonio immobiliare di case vuote e disabitate, mentre persone che lavorano non riescono a trovare una casa. L’aumento dei prezzi dell’energia ha provocato un notevole incremento dei costi, non solo per il riscaldamento domestico o il carburante. Il ritorno dell’inflazione erode i redditi da lavoro e le pensioni. Inoltre, molti lavoratori svolgono impieghi mal retribuiti, esclusi da forme di tutela contrattuale o che lavorano per pochi euro all’ora, insufficienti a garantire una vita dignitosa. A queste cause si aggiungono quelle di persone che hanno perso un lavoro stabile, sono disoccupate o faticano a ricollocarsi nel mondo del lavoro per mancanza di formazione o riqualificazione professionale.
Per tutto ciò, saremo a Trieste per affermare l’idea che è necessario partecipare attivamente alla vita della comunità e che c’è bisogno di più politica per far rifiorire la democrazia a favore del bene comune, che rimane la nostra priorità. Facendo nostre le parole di Papa Francesco, «la democrazia si atrofizza, diventa un nominalismo, una formalità, perde rappresentatività, si disincarna perché esclude il popolo nella sua lotta quotidiana per la dignità e nella costruzione del proprio destino».
Daniele Morassut
Moderatore pastorale sociale diocesi Concordia Pordenone