Festa della Presentazione del Signore al tempio

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Come c’è stato ricordato all’inizio della celebrazione, la Chiesa celebra oggi la festa della Presentazione di Gesù al tempio da parte di Maria e Giuseppe, in obbedienza al precetto dell’Esodo che imponeva il riscatto per tutti i primogeniti maschi. Tradizionalmente questa festa è ricordata come la festa della luce, la candelora. Anche noi abbiamo cominciato la celebrazione tenendo in mano una candela accesa in processione verso la Chiesa. Qual è il significato più vero?  Ce lo ricorda il brano del Vangelo con le parole di Simeone: “Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo Israele” (Luca 2, 29-32). Gesù è la luce che rivela la volontà di amore e di salvezza che Dio ha per tutta l’umanità. Gesù è “colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo” (Giovanni 10,36), la luce che rischiara e illumina il nostro cammino. Il tema della luce fa da filo conduttore nei Vangeli: dalla nascita fino alla luce della Resurrezione. Gesù, poi, è considerato la luce del mondo. La luce illumina, accarezza, avvolge ogni cosa e la fa diventare luce, la trasforma in luce, luce riflessa, fosforescenza. Attingiamo a Lui nostra luce e camminiamo nel mondo come un fiume di luce. San Leone Magno vedeva i suoi cristiani che tornavano dai santi misteri come dei leoni che emettevano fuoco, luce. Gesù stesso l’ha detto: “Voi siete la luce del mondo… Risplenda la vostra luce davanti agli uomini” (Matteo 5,16). Tutti luminosi ci vuole il Signore, come lucerna che illumina col suo bagliore quelli che sono nella casa. Ma come ci ricorda il Vangelo di oggi, il bambino, luce del mondo, conoscerà anche il rifiuto: “Egli è qui per la caduta e la resurrezione…. come segno di contraddizione” (v. 42). Un travaglio che coinvolgerà anche la madre Maria, il cui destino riflette quello del figlio. Ci possono essere per tutti i giorni difficili, come quelli che vengono preannunciati a Maria, la cui fatica può essere trasformata dalla speranza che teniamo accesa nei cuori. È la speranza che Gesù ci dona con la sua presenza e la sua Parola. Gesù è la luce; è Lui che dobbiamo guardare per comprendere la storia del mondo e la nostra storia personale.

Nel tempio Maria e Giuseppe incontrano Simeone e Anna, figure del piccolo resto di Israele che attendevano la salvezza e la redenzione. Simeone, l’uomo dello Spirito, “giusto e timorato di Dio”, era in attesa della “consolazione”, del “conforto” di Israele, cioè del suo riscatto attraverso l’avvento del Messia. Esperto nell’ascolto della Parola di Dio, aveva ricevuto una profezia: “non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore”. In quel giorno nel Tempio entravano e uscivano tante persone, ma tutti erano presi dai loro impegni e affari: sacerdoti, leviti, persone che venivano in pellegrinaggio, tutti desiderose di incontrarsi con il Signore. Ma nessuno si era accorto di nulla, se non i due vegliardi Simeone e Anna che scoprono la grande novità che stava accadendo. Guidati dallo Spirito Santo, in quel bambino vedono il compimento della lunga attesa. Simeone canta il suo stupore e la sua gioia, fa la sua confessione di fede perché i suoi occhi vanno oltre l’apparenza e edono quello che c non è ancora visibile. La salvezza di quel bambino. Anna e Simeone ci testimoniano un’attesa capace di scrutare l’invisibile presenza che si offre alla nostra vita, invitandoci ad essere sempre pronti per accoglierla. Sono gli umili di cuore di cui si compiace il Signore.

Ma la festa della Presentazione di Gesù al Tempio ci ricorda la sua appartenenza al Padre e anche un legame forte con il popolo di Israele. Gesù è nato in un tempo ben preciso appartenente al popolo ebraico. Questa festa invita anche ciascuno di noi a riflettere sulla nostra appartenenza che abbiamo con Dio e con la Chiesa, sul legame con Dio che si fa visibile nella Chiesa e nella comunità cristiana. Non è un legame solo sentimentale ma effettivo e vero con il Signore che ci aiuta a riscoprire la sua presenza nella nostra vita. La luce che è Gesù ci aiuta a comprendere quella grande chiamata che Dio ci ha fatto e che fa ad ogni persona, invitandoci a seguirlo e ad essere i suoi discepoli. Come ci ha ricordato don Alessandro all’inizio della celebrazione, questa sera il giovane Alessandro, che non ha avuto la possibilità agli inizi della sua vita di conoscere Gesù e la Chiesa, si presenta alla comunità per chiedere di iniziare un cammino di fede. In questi ultimi tempi, grazie alla sua fidanzata Irina e a Don Alessandro, ha già iniziato un percorso di conoscenza del Signore che lo porta ora ad esprimere pubblicamente la sua decisione di diventare Cristiano. È un cammino che la Chiesa prevede con alcune tappe, che lo porteranno nella veglia Pasquale a ricevere i tre sacramenti dell’Iniziazione Cristiana: Battesimo, Cresima ed Eucaristia. È un dono che Dio fa non solo a lui ma a tutta la Comunità cristiana e anche a noi presenti questa sera, perché ci aiuta a prendere sul serio il nostro essere cristiani e a riscoprire il dono di essere Chiesa di Cristo, comunità che si raduna attorno alla Parola, all’Eucaristia, pe diventare testimoni di Gesù, con la vita e con gesti di carità e di amore verso tutti.

Accompagniamo con ‘e la preghiera Alessandro e anche Irina perché si preparino a formare una famiglia cristiana che mette al centro della vita Gesù e per essere loro stessi annunciatori e testimoni dell’amore di Dio.

 

+ Giuseppe Pellegrini
Vescovo