73ª GIORNATA NAZIONALE DEL RINGRAZIAMENTO

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Carissimi tutti e tutte, in particolare voi della Coldiretti, di altre realtà associative e voi uomini e donne che lavorate la terra e nel campo agroalimentare, un caro e sincero saluto. Non è facile quest’anno per noi e per il nostro territorio, celebrare la festa del Ringraziamento perché le avverse condizioni atmosferiche hanno distrutto buona parte dei prodotti della terra, necessari per il vostro lavoro e per le vostre famiglie ed aziende. Per molti di voi è stata veramente una calamità che ha distrutto tutto, non solo i frutti della terra ma anche macchinari, macchine, abitazioni e luoghi di produzione. Ma siamo ancora qui, insieme: questo è il dono che Dio ci fa. Oggi lo ringraziamo per la vita e per poter ancora, con la nostra volontà e caparbietà, continuare nel lavoro dei campi, essere un tutt’uno con la terra e per il dono della creazione. Ci sentiamo tutti un po’ più poveri, in questa VII Giornata dei poveri! Siamo qui in questo periodo dell’anno preparato per la semina; periodo di attesa e di inizio dell’inverno. Fra poco inizierà anche il periodo dell’Avvento che ci aiuta a prepararci e a ricevere la vita, il dono di Gesù che si fa uno di noi nell’Incarnazione.

La Parola di Dio di questa XXXIII domenica del tempo ordinario ci aiuta a comprendere con più forza il significato della giornata del Ringraziamento e anche di tutta la nostra vita. La parabola dei talenti, di un uomo che prima di mettersi in viaggio consegnò ai suoi servi dei beni, ci ricorda che alla fine della nostra vita dovremmo fare memoria di tutto quello che abbiamo ricevuto, di tutti i doni che il Signore ci ha dato. Solo così, quando entreremo nel suo Regno, ci sentiremo dire: “Bene, servo buono e fedele” (Matteo 25,21). Prima di fermarci sul comportamento dei tre servi, desidero fissare l’attenzione sul padrone, che ci rappresenta Dio Padre. Mettere in mano ai servi una parte del suo patrimonio significa riconoscerli non solo suoi dipendenti o collaboratori, ma amici di fiducia, chiamati a partecipare della sua stessa eredità. In Dio, la fiducia verso l’umanità e verso di noi, precede ogni calcolo di interesse, perché viene prima di ogni possibile guadagno. I talenti partecipati sono il segno evidente di quanto Dio ci vuol bene, di quanto ci ama e di quanta fiducia ripone in noi. Proprio per questo, nel condividere i beni, il padrone li concede secondo le possibilità e le capacità di ciascuno. A nessuno è chiesto ciò di cui non è capace. “A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacita di ciascuno” (v.15). Nessuna ingiustizia nel donare in modo diverso. Osservando, poi, il comportamento dei servi, notiamo che due dei tre hanno accettato con gioia i talenti dal padrone e con piena fiducia e fedeltà al suo invito, si sono impegnati nel trafficare quello che hanno ricevuto, mettendovi tutte le forze e l’entusiasmo. Il terzo, invece, ha agito per paura, non si è fidato del padrone, considerandolo duro e insensibile. In realtà quel servo non ha mai accettato il dono che gli era stato fatto, non riconoscendo la bontà del suo padrone e la gratuità del gesto, tanto da restituirgli solo quello che gli aveva dato. Il terzo servo è una persona paralizzata dalle sue stesse paure e dalla paura di essere giudicato.

Solo chi crede nella fiducia accordata può decidere di osare di più e di non accontentarsi del minimo ricevuto o delle avversità della vita. Solo l’amore che ci portiamo dentro può aiutarci a superare le fatiche e le avversità della vita, anche quelle di quest’estate.  Questo significa essere fedeli a quello che si è, fedeli ai doni ricevuti e all’amore di Dio che ci dà il coraggio e la forza di ripartire facendo alleanza con Lui e anche tra di voi.

Il messaggio di Vescovi italiani per la Giornata Nazionale del Ringraziamento: “Lo stile cooperativo per lo sviluppo dell’agricoltura” mette l’accento proprio all’alleanza e alla solidarietà tra di voi agricoltori, cioè alla fraternità da applicare non solo nel lavoro dei campi ma anche per tutta la vita. Richiamo brevemente alcuni passaggi del Messaggio. “Anche nell’esperienza del lavoro siamo chiamati a creare quello stile che non ci fa sentire concorrenti, ma fratelli. … Lo stile cooperativo propone un modello di impresa nel quale la comunità è un bene per tutti, come suggerisce la Dottrina Sociale della Chiesa: consapevoli che la comunità nella quale operiamo non è una struttura che permette di soddisfare esclusivamente gli interessi personali, ma di giungere alla costruzione di una economia veramente al servizio dell’uomo e di elaborare un progetto di reale cooperazione tra parti sociali. … Il principio della fraternità in agricoltura è ancora più necessario nel contesto storico attuale, nel quale la cura condivisa dl territorio, soprattutto di quello rurale come avveniva nel passato, può prevenire disastri idrogeologici e può facilitare un uso condiviso dei beni, come le risorse idriche”. Il nostro territorio ha sempre dato ampio valore al sistema cooperativistico diventando una rete fondamentale nel mondo produttivo ed economico, in particolare ai nostri tempi. Considerato quello che sta succedendo, sarà sempre più necessaria la cura condivisa del territorio, in presenza dei cambiamenti climatici, come i lunghi periodi di siccità o i temporali e piogge di fortissima intensità.

Il gesto della benedizione dei trattori e delle macchine agricole che compiremo in piazza alla fine della celebrazione Eucaristica, è un’invocazione al Signore perché continui ad aiutarci e proteggerci, con l’offerta dei suoi doni a noi, alle nostre famiglie, alle comunità e alla terra. Diventa per noi e per le associazioni presenti un impegno ad essere fedeli al progetto e al mandato del Creatore mandato di custodire la terra, di conservarla e di poterla donare alle generazioni future, impegnandoci ad utilizzare prodotti e mezzi sostenibili, ad essere più sobri e a ridurre l’inquinamento, avendo a cuore il bene comune e non solo quello personale. Il mondo della Cooperazione ce lo insegna.

A tutti e a tutte auguro una buona festa del Ringraziamento.

 

+ Giuseppe Pellegrini
Vescovo