Omelia solennità di Cristo Re e 39ma Giornata Diocesana della Gioventù, Cinto Caomaggiore 24 novembre 2024

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Celebrare la Giornata della Gioventù nella domenica di Cristo Re dell’universo significa rimettere al centro il mistero e la figura di Gesù Cristo redentore dell’uomo. Potrebbe apparire un’immagine lontana e del passato quella del re, con il rischio di interpretare la regalità di Gesù alla stregua di quella dei potenti di questo mondo. La pagina di Vangelo propostaci della liturgia di oggi ci permette di comprendere più profondamente il significato per Gesù e per noi del suo essere re. Ci troviamo nel contesto della Passione secondo il Vangelo di Giovanni dove Gesù viene condotto prima al sinedrio, nella casa di Caifa e Anna, per il processo ‘religioso’ e poi nel pretorio da Pilato per il processo ‘civile’. Gesù venne condannato dai primi perché si era proclamato Figlio di Dio e da Pilato re dei Giudei, come recita la scritta sopra la croce: “Gesù Nazareno, re di Giudei” (19.19). In questo modo vengono messe a confronto due modalità antitetiche di essere re: un re che comanda e che ricorre alla forza e che si arricchisce e il regnare di Cristo che si fonda sull’amore, sul servizio e sul dono di sé fino alla morte in croce. È quello che Gesù dice a Pilato: “Io sono re. Per questo io sono nato e sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità” (v.37). La verità è Gesù stesso, che accogliendo la volontà del Padre si fa dono totale e gratuito per tutti, donando la sua vita per amore.

Una logica nuova che sconvolge e che ci sconvolge; una logica che buona parte del dell’umanità di oggi non ha capito o ha smarrito. Scrive papa Francesco nel messaggio per la GMG del 2024: “Viviamo tempi segnati da situazioni traumatiche, che generano dispersione e impediscono di guardare al futuro con animo sereno. … Spesso a pagare il prezzo più alto siete proprio voi giovani che avvertite l’incertezza del futuro e non intravedete sbocchi certi per i vostri sogni, rischiando così di vivere senza speranza”. Ecco perché è necessario accogliere con entusiasmo quanto vi ha scritto Papa Francesco nel messaggio per la giornata di quest’anno prendendo o spunto dal profeta Isaia: “Quanti sperano nel Signore camminano senza stancarsi” (40,31), invitandovi a vivere il prossimo anno giubilare con la certezza che la speranza non delude. Il Consiglio Nazionale dei giovani ha fatto una rilevazione dell’indice di fiducia dei giovani italiani, dove è emerso che la maggioranza riconosce nella speranza l’atteggiamento interiore necessario, come il più importante per l’oggi, perché voi siete capaci di sognare e di non arrendervi in fretta di fronte alle difficoltà. Anche se incontrate e vivere nella vita, cari giovani, momenti duri con la faccia scura, pessimisti per il futuro, per voi rimangono solo dei momenti, perché subito sentite forte il desiderio di stare uniti e di fare rete con altri, non chiudendovi in voi stessi. Penso ai numerosi ambiti della vita che vi appassionano, come la difesa e la salvaguardia del creato, le nuove tecnologie, il desiderio di un mondo più giusto senza guerre e sopraffazioni, il conoscere nuove realtà, nuovi paesi e nuove culture, la solidarietà verso chi soffre. Questi sono segni di speranza che sentite veri, che vi portate dentro e che cercate di attualizzare.

Gesù vi ha indicato la strada, la via per raggiungere e per dare un senso e una pienezza alla vostra vita. Meglio ancora Gesù ce lo dice non solo a parole ma con la testimonianza della sua vita. Vi invito anch’io, carissimi, come ha ricordato papa Francesco a ‘camminare senza stancarsi … perché la nostra vita è un pellegrinaggio, un viaggio che ci spinge oltre noi stessi, un cammino alla ricerca della felicità; e la vita cristiana, in particolare, è un pellegrinaggio verso Dio, nostra salvezza e pienezza di ogni bene”. Uscire da se stessi e superare qualche ostacolo e fatica non sempre è facile. Ecco perché è importante non aver paura delle difficoltà e dei conflitti che si incontrano nella vita; anzi, i conflitti se superati aiutano a crescere. Il papa parlando poco tempo fa ai giovani di diversi gruppi, anche non ecclesiali, ricordava che il conflitto è come un labirinto: non si esce mai da soli ma in compagnia di altri che ci aiutano. Meglio non solo in compagnia di altri ma anche dall’Alto. Infatti se si guarda dall’alto il labirinto non fa più paura perché più facilmente si trova la via d’uscita.

Carissimi giovani, non lasciatevi schiacciare dalla paura o da qualche ostacolo che sembra chiudervi la vita, facendovi girare sempre attorno a se stessi. Nella conclusione del messaggio, Papa Francesco vi suggerisce tre atteggiamenti che in questo cammino giubilare vi potranno essere utili per ripartire alla grande, nella vita e nel vostro cammino di fede. Il primo è il ringraziamento, lodare Dio per i doni che avete ricevuti e per la vita che vi ha dato. Il secondo è la ricerca, senza mai dubitare o spegnere la sete che c’è nel vostro cuore. Il terzo è il pentimento, guardando dentro di voi e riconoscendo le scelte sbagliate, potrete più speditamente chiedere scusa e camminare verso il Signore e i fratelli.

Vi invito a partecipare e a far conoscere ai vostri amici il prossimo appuntamento del Giubileo dei giovani con il Papa a Roma di fine luglio/primi di agosto 2025 che la pastorale giovanile diocesana sta organizzando e che ringrazio fin d’ora. È un’opportunità per i giovani e gli adolescenti di camminare insieme e di fare delle esperienze di fede insieme a tantissimi giovani di tutto il mondo.

Buon cammino.

+ Giuseppe Pellegrini
vescovo