Omelia festa patronale di Sant’Andrea, Sommacampagna (VR) 29 novembre 2024

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Carissimi e carissimi tutti, un caro e affettuoso saluto e buona festa patronale, in particolare al parroco don Alessandro, don Marco, don Alfonso e agli altri confratelli sacerdoti. Sono contento di celebrare questa sera con voi la festa del patrono, in particolare con i ragazzi del catechismo e i loro genitori nel cammino catechistico che li porta a soffermarsi nella contemplazione del volto di Cristo, raggiante e luminoso, che apre il cuore a riconoscere nella testimonianza degli apostoli Andrea e Pietro e nell’arte, come avete visto nella basilica di Aquileia, la bellezza e la gioia della chiamata e dell’incontro con il Signore Gesù.

La celebrazione della festa di sant’Andrea fa luce sulla missione storica della Chiesa fin dal suo inizio, movendo ciascuno di noi a ravvivare l’impegno a testimoniare il Vangelo all’interno e attraverso la nostra vita quotidiana. Andrea così come Pietro (patrono di Custoza) e gli altri apostoli ci indicano Gesù come il Salvatore, come colui che dà senso e significato alla vita e alla morte, che ci dona la salvezza e la libertà di accoglierlo e di seguirlo. San Paolo nel testo appena proclamato ha ricordato ai Romani l’importanza e il centro dell’annuncio del Vangelo: “Se con la tua bocca proclamerai ‘Gesù è il Signore’ e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo” (10,9). Portare a tutti il Vangelo è la più grande notizia della storia e questo non deve mai essere fatto per pubblicità o per proselitismo, imponendo agli altri lo stile di vita di Gesù. Noi siamo inviati da Gesù in missione per predicare e annunciare Gesù, come hanno fatto Andrea, Pietro e gli altri discepoli, non con belle parole ma con la testimonianza della vita, donando tempo ed energie fino al dono della vita. Infatti l’annuncio del Vangelo coinvolge tutta la vita, se necessario fino al martirio che è il segno del vero annuncio.

Il racconto della chiamata dei primi discepoli, secondo la narrazione di Giovanni, ci aiuta ancora di più a comprendere l’originalità dell’annuncio evangelico. Andrea è presentato come discepolo del Battista, come un giovane in cammino che ricerca e attende l’avvento del Messia, impegnandosi in prima persona in un serio e rigoroso percorso di vita. Un giorno Andrea sentito proclamare dal Battista, vedendo Gesù che passava: “Ecco l‘agnello di Dio!” (Giovanni 1,36), insieme a un altro discepolo “andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui” (v.39b). Questa scelta è la conseguenza della ricerca dei discepoli, espressa nel dialogo con Gesù. “Che cosa cercate? Gli riposero; Rabbi dove dimori? Disse loro: venite e vedrete” (v. 38-39a). Seguire Gesù richiede sempre una ricerca e uno stare con lui che segna l’inizio di un nuovo cammino di vita e dona la forza e il coraggio di andare e di annunciarlo agli altri. Infatti il racconto prosegue dicendoci che Andrea, dopo essere stato con Gesù, andò dal fratello Simone: “Abbiamo trovato il Messia … e lo condusse da Gesù” (v.41-42).

La Chiesa bizantina di Costantinopoli è molto legata a sant’Andrea, venerandolo con il titolo di ‘primo chiamato’ perché secondo il Vangelo di Giovanni fu il primo degli Apostoli ad essere chiamato a seguire Gesù. Una tradizione molto antica racconta che Andrea ha trasmesso il Vangelo ai Greci e fu ucciso a Patrasso, dove subì il supplizio della crocifissione – la croce di sant’Andrea! -diventando patrono della Chiesa di Costantinopoli. Probabilmente la conoscenza dell’apostolo Andrea della lingua greca favorì il legame con il mondo bizantino. Lo conferma un episodio narrato da Giovanni nel capitolo 12,20-22, dove si racconta che alcuni Greci, timorati di Dio, presero contatto con un discepolo di Gesù, Filippo, che a sua volta, probabilmente per la conoscenza della lingua, coinvolse anche Andrea, andando a dirlo a Gesù. È un racconto importante perché ci ricorda che la missione, l’annuncio del Vangelo non è riservato a pochi ma è per tutti, senza differenze, perché tutti sono destinatari della salvezza portata d Gesù.

Cosa può significare e cosa può dire a noi oggi la testimonianza dell’apostolo Andrea? Quali conseguenze per il nostro cammino di fede e per la nostra vita cristiana? Come poter annunciare e testimoniare Gesù nel mondo di oggi?

Ve lo siete chiesti voi cari genitori, nel cammino che state facendo con i vostri figli, con l’interrogativo: perché li abbiamo battezzati? Come vivere la nostra missione oggi, e cosa significa testimoniare in famiglia la fede, trasmettendo ai figli la bellezza dell’incontro e dello stare con il Signore Gesù? Siete chiamati a farlo, prima di tutto, con la testimonianza del vostro amore reciproco, anche se non è sempre facile, facendo trasparire nel vostro amore l’amore che Dio, mostrando così che Dio li ama. Più che i discorsi è necessaria la testimonianza di vita.

Siamo invitati anche tutti noi a domandarci: che ricaduta ha nella nostra vita concreta il battesimo, la scelta di essere inseriti in Cristo e nella Chiesa? Come vivere oggi la fede in questo contesto culturale sociale? Ciascuno di noi è chiamato, per il battesimo ricevuto, a portare ai propri fratelli, amici e colleghi il Signore Gesù, il suo messaggio e il suo stile di vita, nella consapevolezza che l’incontro con Gesù ci aiuta a dare senso alla vita e a portare anche il peso delle fatiche e delle difficoltà. La croce di Cristo, come ha sperimentato l’apostolo Andrea e tanti altri martiri è stata innalzata perché su di essa si è manifesta la potenza dell’amore che salva, così che tutta l’umanità possa credere in colui che è morto e risorto. Come ai discepoli così anche a noi oggi e a tutta la comunità parrocchiale, il Signore ci invita a seguirlo, a non aver paura di lasciare le cose inutili, che hanno il potere di incantarci e di illuderci, per mettere al centro della vita non un’idea o un’illusione ma una persona viva: Gesù Cristo, come bene e tesoro insuperabile, di fronte al quale tutto passa in secondo piano.

Il mio augurio, come singoli e come comunità, di buon Avvento e un santo Natale. Che possiate innamorarvi di Gesù, possiate seguirlo con gioia ed essere nella quotidianità testimoni del suo amore.

+ Giuseppe Pellegrini
vescovo