Cenni storici

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Le origini della chiesa concordiese
La diocesi prende il nome dalla città di Concordia, di origine romana, fondata probabilmente nel 42 a.C., base di transito sulla via Annia tra Altino e Aquileia.
Sede tuttora della cattedrale, Concordia ebbe il cristianesimo nel sec. IV, presumibilmente da Aquileia. Da Cromazio, vescovo di quella antica chiesa, venne consacrata la cattedrale con le reliquie dei SS. Apostoli, tra il 388 e il 389 circa: ne fa fede il discorso “in dedicatione ecelesiae” pronunciato dal Presule aquileiese.
In quell’occasione fu ordinato il primo vescovo diocesano, di cui tuttavia si ignora il nome. Come pure non si conoscono i nomi dei successori sino a Chiarissimo nel 579, col quale si apre il catalogo episcopale, che si presenta frammentario sin quasi alla fine del sec. XII.
Il 17 febbraio la diocesi celebra la festa di un gruppo di martiri uccisi a Concordia durante la persecuzione di Diocleziano, dei quali si conservano le reliquie in una apposita cappella della cattedrale (la tradizione e i monumenti sacri ricordano i nomi di Donato, Secondiano, Romolo e compagni). Ma non è possibile stabilire a quale data risalga precisamente il loro culto, che ebbe uno sviluppo considerevole dalla seconda metà del sec. XV.
 
L’organizzazione ecclesiastica
Nel sec. IV l’evangelizzazione non dovette limitarsi al capoluogo, ma è lecito pensare che si sia estesa anche ai centri più abitati dell’agro concordiese, compreso tra il Tagliamento e il Livenza. Soltanto dopo la costituzione della sede vescovile, le comunità cristiane delle campagne furono raccolte attorno a singole chiese officiate da un certo numero di chierici con a capo un arciprete. Sorsero così le pievi ossia le primitive parrocchie assai vaste, paragonabili territorialmente ai moderni distretti.
Senza generalizzare troppo, si può ritenere che l’organizzazione ecclesiastica originaria abbia ricalcato quella civile dei pagi romani e preromani.
Purtroppo manca una documentazione relativa all’origine delle singole pievi e quindi il discorso si muove necessariamente in tono incerto e approssimativo, tanto più che pievi furono create anche durante la restaurazione carolingia dei sec. VIII-IX.
Il primo e certamente assai importante dato storico intorno alle pievi della diocesi si ha nella bolla di Urbano 111 del 1186 (1187?), rilasciata al vescovo Giornata. Il loro numero è di quaranta unità.
Non è ammissibile che tutte queste pievi abbiano avuto una origine anteriore al mille. Osservando l’ambito geografico di ciascuna pieve, si è portati ad affermare che circa la metà delle pievi elencate nella bolla non siano altro che cappelle filiali elevatesi a dignità parrocchiale nei sec. XI e XII per smembramento dalle antiche pievi. Che poi a dette chiese si sia attribuito il titolo di pieve, lo si spiega col fatto che esse stesse erano matrici di qualche cappella.
A partire dal sec. XIII divenne più intensa l’emancipazione delle cappelle succursali, per cui entro il distretto plebano si crearono nuovi centri autonomi di vita religiosa.
Dagli Atti della Visita pastorale compiuta tra il 1582 e il 1584 dal Vescovo di Parenzo, Cesare de Nores in qualità di Visitatore Apostolico, la diocesi risultava divisa in ottantanove parrocchie di media e piccola grandezza, affidate in genere alla cura di singoli sacerdoti. 
 
La traslazione della sede vescovile a Portogruaro
Nei secoli XIV e XV la regione inferiore tra il Tagliamento e il Livenza subiva una profonda trasformazione morfologica per l’azione dei fiumi e del mare. La palude sommergeva la pieve di Grumello e i villaggi costieri di Rivago, Cumirago, Prato e Demortulo, arrestandosi ai margini di Concordia, S. Stino, Lugugnana e Cesarolo.
Concordia si riduceva ad un modesto centro rurale e non era più la residenza abituale dei vescovi, che preferivano abitare a Portogruaro o in qualche altro castello della diocesi, o anche fuori diocesi, specialmente a Venezia.
Nel 1425 il papa Martino V dispose che la sede fosse trasferita a Portogruaro, ma il suo successore Eugenio IV dovette revocare il decreto, ad istanza del capitolo cattedrale e della comunità di Portogruaro. La traslazione avvenne in seguito alla bolla di Sisto V del 29 marzo 1586.
Nuovo titolo della Diocesi e traslazione della sede a Pordenone
Con decreto n. 845/70 del 12 gennaio 1971 la S. Congregazione per i Vescovi ha stabilito il nuovo titolo della Diocesi: Concordia-Pordenone, e questo in seguito alla promozione della città di Pordenone a capoluogo di provincia.
Con successivo decreto n. 677/72 del 26 ottobre 1974 la stessa S. Congregazione ha disposto la traslazione della sede vescovile da Portogruaro a Pordenone elevando, in pari tempo, il duomo di San Marco di Pordenone alla dignità di concattedrale.
 
Visita di Papa Giovanni Paolo II
La nostra Comunità diocesana ha accolto con grande gioia il Santo Padre Giovanni Paolo Il nei giorni 30 aprile – 1 maggio 1992. Dopo un incontro con la città di Pordenone Egli ha visitato l’Istituto “La Nostra Famiglia” di San Vito e quindi ha presieduto una solenne Concelebrazione Eucaristica nel parco della Fiera di Pordenone: trecento sacerdoti vi hanno partecipato con una folla di oltre trentamila fedeli. Prima di lasciare la Diocesi il Papa ha parlato al mondo del lavoro presso le Industrie Zanussi e ha visitato la Cattedrale di Concordia.
In preparazione alla visita pontificia già da parecchi mesi un apposito comitato aveva predisposto vari sussidi di riflessione, di preghiera e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
È stata la prima visita di un Pontefice alla nostra Diocesi. Precedentemente due Papi, Gregorio XII e Pio VI, transitarono per il nostro territorio per recarsi l’uno al Concilio di Cividale (1409), l’altro a Vienna (1782).