La Segreteria delle Chiese Cristiane di Pordenone e Portogruaro
promuovono per la
SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ
Imparate a fare il bene, cercate la giustizia
Is 1,17
20 gennaio 2023 ore 20.30, Castions di Zoppola, chiesa di Sant’Andrea:
Agisci con giustizia, ama la misericordia
24 gennaio 2023 – ore 20.30, Pordenone, via San Quirino Parrocchia ortodossa rumena Nascita di San Giovanni:
La giustizia che ristabilisce la comunione
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Riflessione nella Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani
Parrocchia ortodossa rumena Pordenone, 24 gennaio 2023
testi di meditazione: Salmo 82; Luca 18,1-8
Un saluto particolare a Padre Octavian e a tutta la comunità Ortodossa rumena che ci ospita nella loro nuova Chiesa. È una gioia per tutti e anche per me essere qui questa sera; è la prima volta che vengo e che preghiamo insieme per l’Unità dei cristiani. Un saluto cordiale al pastore Daniele con la comunità Evangelica e alla comunità Ortodossa macedone con il responsabile sig. Naumce. Saluto con affetto i sacerdoti, i seminaristi e i fedeli della comunità Cattolica.
La settimana di preghiera di quest’anno si è aperta con una espressione del profeta Isaia forte e decisa: “Imparate a fare il bene, cercate la giustizia” (1,17). Il tema della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani del 2023 è stato scelto, e il sussidio preparato, da un gruppo locale degli Stati Uniti d’America (USA) convocato dal Consiglio delle chiese del Minnesota. Il Gruppo locale che ha redatto il sussidio era costituito da uomini, donne, madri, padri, rappresentanti di diverse esperienze di culto ed espressioni spirituali, sia dei popoli indigeni degli Stati Uniti che delle comunità immigrate. I membri del gruppo sperano che la loro esperienza personale di razzismo e denigrazione come esseri umani possa servire come testimonianza della disumanità di cui possono mostrarsi capaci i figli di Dio, nei confronti del proprio prossimo. Il tema si collega alla domanda che la vedova rivolge al giudice iniquo: “Fammi giustizia” (Luca 18,3). Il profeta Isaia ci presenta una società in crisi, che vive nel profondo contrasto e sfaldamento tra quello che crede e come si comporta concretamente. E il profeta si fa portavoce di Dio che si indigna con il suo popolo, mettendo in luce l’aspetto centrale della vera fede: l’unione inscindibile tra fede e vita, culto e giustizia, preghiera ed opere. Per il profeta nel tempio si viene per ascoltare e credere a una Parola che poi si deve vivere fuori dal tempio, nella vita concreta. Per Isaia, così anche per noi, la fede non è un’operazione intellettuale, ma è adesione a Dio dal quale scaturisce un legame molto stretto con la giustizia perché, come ebbe a dire il cardinal Kasper: “L’uomo è il punto naturale di intersezione della fede”, e il pastore luterano Bonhoeffer in Resistenza e resa: “Non è l’atto religioso a fare il cristiano, ma il prendere parte alla sofferenza di Dio nella vita del mondo”.
Nel commentare il testo di Isaia, i fratelli e le sorelle del Minnesota scrivono: “Il mondo di oggi ripropone, in molti modi, le sfide della divisione che Isaia sperimentò nella sua predicazione. Lungo i secoli anche le nostre strade di chiese si sono separate, ma Dio non ci lascia soli e apre sempre nuove vie perché le sue vie sono più grandi delle nostre”. Ecco perché è necessario pregare insieme e metterci insieme all’ascolto dell’unica Parola e della testimonianza di tanti fratelli e sorelle che stanno cercando e operando per l’unità di tutte le Chiese in Cristo. Anche noi oggi, purtroppo, sperimentiamo come credenti di Gesù, la divisione, la contrapposizione, le lotte, i conflitti e la guerra tra cristiani. La parola di Dio appena proclamata ci ricorda che il bene, la giustizia e la rettitudine sono dono suo e hanno origine dal profondo amore che Dio ha per noi. La sua volontà è nota: creare una nuova umanità formata da “ogni nazione, tribù, popolo e lingua” (Apocalisse 7,9) e noi aggiungiamo anche cultura e religione. Nel Salmo 82, Dio chiede una giustizia che sostenga i diritti fondamentali garantiti ad ogni persona umana, rovesciando, però, prima di tutto il sistema di disparità, oppressione e ingiustizia. Questa è la giustizia che noi cristiani siamo chiamati a mettere in atto, sostenendo e promuovendo la giustizia di Dio che porta sempre al rispetto dell’altro e alla comunione.
C’è una domanda che fa da filo conduttore nella preghiera di questa sera: come possiamo impegnarci concretamente per la giustizia? È pure la richiesta che la vedova fa al giudice iniquo: Fammi giustizia! Ma cos’è la giustizia per Dio? San Paolo nella lettera ai Romani dice che la giustizia di Dio si è manifestata per mezzo della fede in Cristo Gesù (cfr. 3,21-22). Nel linguaggio comune il termine giustizia implica ‘dare a ciascuno il suo’, secondo la nota espressione di Ulpiano, giurista romano del terzo secolo. Ma perché l’uomo sia felice, perché possa vivere una vita dignitosa e in pienezza, è necessario qualcos’altro, e questo può essere dato solo gratuitamente. Dio che si è donato totalmente nel suo Figlio ci insegna a fare altrettanto. Nella parabola narrata dall’evangelista Luca c’è un legame profondo tra la fede in Dio, la giustizia e l’amore verso il prossimo. Lo si vede, perché la parabola inizia con il bisogno di pregare sempre e si conclude con la domanda: “Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà ancora fede sulla terra?”(18,8). La giustizia di Dio che ci ha testimoniato Gesù è la sua morte in croce per amore. È qui che si colloca la giustizia di Dio, in uno stile di vita nuovo, come ha vissuto Gesù. Il cristiano è chiamato a formare una società più giusta che rispetti l’altro nella propria dignità, dove la giustizia è verificata dall’amore. Ci impegniamo per la giustizia quando siamo capaci di amare l’altro. Penso che l’esperienza della comunità Ortodossa rumena vissuta in questi anni a Pordenone, difficili agli inizi e ora con l’avvio delle celebrazioni nella nuova Chiesa, sia il segno vivente della fraternità e comunione che caratterizza chi si fida dell’amore e della giustizia di Dio.
Preghiamo insieme perché il Signore ci conceda la sua giustizia e a noi qui presenti e a tutte le nostre Chiese di camminare insieme, creando relazioni di fraternità e di comunione. Solo così potremmo essere nel mondo seminatori di giustizia e di pace.
+ Giuseppe Pellegrini, vescovo