Omelia inizio Pellegrinaggio diocesano OFTAL, Lourdes 6 agosto 2024

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Carissimi tutti, voi ammalati e volontari, anziani, adulti e giovani, il mio caro saluto affettuoso. Iniziamo con questa Eucaristia, dopo un lungo viaggio e dopo aver vissuto la celebrazione penitenziale, il pellegrinaggio diocesano OFTAL a Lourdes, luogo di preghiera e di carità dove siamo invitati ai piedi della Vergine a sostare per accogliere con ancora più forza e coraggio la Parola del Padre che ci invita ad ascoltare suo figlio Gesù.

La liturgia oggi celebra la festa della Trasfigurazione del Signore. Se osserviamo con attenzione il racconto di Marco, Gesù prima di trasfigurarsi e di manifestare ai discepoli la sua gloria, fece far loro un pellegrinaggio, a mettersi in cammino dietro di lui, alla sua sequela. Quel volto luminoso di Dio che tutti vedremo alla fine della nostra vita, alcuni discepoli lo videro già in questa vita. Ma per far questo, Gesù li aveva invitati a uscire un po’ dal tran tran della vita ordinaria, a prendersi un po’ di tempo per pensare, per stare con lui e camminare insieme a lui. Questo è il significato, ieri come oggi, del pellegrinaggio: staccarsi un po’ dalla vita quotidiana, da tutto quello che ci assale e ci preoccupa. Ma non per fuggire dalla realtà, ma per rileggere nell’ascolto e nella contemplazione la nostra vita e tutto quello che ci accade, con uno sguardo più luminoso, lo sguardo di Dio. Scriverà San Pietro nella seconda Lettera che abbiamo appena ascoltato: “Questa voce noi l’abbiamo udita discendendo dal cielo mentre eravamo con lui sul monte” (1,18). Nella trasfigurazione Gesù è apparso come il figlio di Dio e come il figlio dell’uomo che verrà nella gloria alla fine dei tempi, e ci è apparso anche come compimento di tutta la legge e i profeti dell’Antico Testamento. Questo è il motivo della presenza di Mosè e di Elia che discorrono con lui, perché le Scritture ci parlano di Cristo e annunciano Cristo. La Trasfigurazione è la rivelazione più alta della gloria del Messia. Egli infatti ricevette onore e gloria da Dio Padre: “Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!” (Marco 9,7). L’esperienza che alcuni discepoli hanno vissuto, permetterà loro di affrontare con più forza il doloro e la sofferenza. La Trasfigurazione del Signore ci offre un messaggio di speranza: ci invita a incontrare Gesù, per essere al servizio dei fratelli.

La festa di oggi ci invita a rinnovare nel nostro cuore l’attesa della venuta del Signore nella sua gloria, recuperando quel senso di stupore e di meraviglia, nell’ascolto del nostro cuore e della voce del padre che ci invita a fissare lo sguardo su Gesù. Solo così la nostra capacità di amare conoscerà la sua pienezza. Ma come hanno fatto i discepoli, anche noi siamo invitati ad uscire da noi stessi, a metterci in cammino e ad ascoltare la voce dell’anima. L’occasione del pellegrinaggio a Lourdes può diventare per tutti noi un’opportunità per ascoltare ancora di più la presenza di Dio e la sua voce, aiutati dalla presenza di Maria in questo luogo, che cammina con noi e ci aspetta nella sua casa. Il tema pastorale che il santuario ha scelto per quest’anno ci ripropone la seconda parte del messaggio di Maria a Bernardette: “Dite ai sacerdoti … che si venga qui in processione”. L’avventura cristiana e la vita di fede spesso sono descritte come un pellegrinaggio, un cammino dove con gradualità si cresce, si approfondisse e si matura l’incontro e la relazione con il Signore. Anche Maria, appena ricevuto dall’Angelo l’annuncio che diventerà la madre del figlio di Dio, subito si mise in cammino compiendo un pellegrinaggio da Nazareth ad Ain Karen, un villaggio vicino a Gerusalemme. Maria che portava in grembo Gesù, subito andò dalla cugina Elisabetta, non tenendo per sé il dono di Dio. Ogni pellegrinaggio è un’esperienza di maturazione umana e cristiana. Non è solamente una gita o una visita turistica per ammirare le bellezze della natura della storia, ma è caratterizzato da una nota di fondo: la nostalgia di infinito, di trascendenza, di Dio! Il pellegrinaggio ci ricorda che al di là di tutto, siamo fatti di cielo, di una presenza dello Spirito, di un cammino che ha come meta la Patria del cielo. Ecco perché quando ci si mette in cammino verso qualche santuario, sentiamo nel profondo il desiderio di una vera conversione per potersi incontrare ancora più profondamente con il Signore.

In questi giorni qui a Lourdes abbiamo anche noi la possibilità di vivere per un po’ l’esperienza del Tabor, ricercando quegli spazi, quei silenzi, insieme a tante persone che hanno lo stesso nostro desiderio e alcune altre la necessità della nostra presenza e vicinanza. Non siamo soli ma sempre sotto lo sguardo materno di Maria, portatori di speranza del mondo. Qui possiamo rafforzare la nostra fede e il desiderio di non chiuderci in noi stessi ma di aprirci a Dio e ai fratelli. Nelle processioni che faremo in questi giorni alla grotta, alle piscine, con Gesù Eucaristia nel pomeriggio e alla sera insieme con Maria, guidati dalla luce di Gesù, chiediamo al Signore che apra i nostri cuori all’ascolto, che aiuti quanti ci hanno chiesto una preghiera e che assista la sua Chiesa ad essere sempre segno luminoso della presenza di Dio nel mondo. Preghiamo, come ci invita papa Francesco, per la pace nel modo, perché i conflitti e le tensioni tra le nazioni non si risolvano con le guerre, con le bombe e con uccisioni e massacri ma nel dialogo reciproco, nel rispetto di ogni persona, nella riconciliazione e nel perdono.

Buon pellegrinaggio a tutte e a tutti.

+ Giuseppe Pellegrini
vescovo