Omelia Domenica XXVII e Anniversari Scuole cattoliche 90° del Vendramini e 100° del Marconi, Pordenone e Portogruaro 6 ottobre 2024

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Un caro e affettuoso saluto a tutte e tutti, in particolare agli studenti.

L’’Istituto Elisabetta Vendramini compie i suoi 90 anni di presenza nella città di Pordenone. Era il 1934 quado le Suore Elisabettine accolsero e formarono giovani provenienti dalla città e dalle vicinanze. Una scuola che con il passare del tempo si modificò per età di accoglienza degli studenti e per indirizzi scolastici, mantenendo però sempre l’attenzione non solo per una seria e qualificata formazione e insegnamento, con un corpo insegnante competente e preparato, ma alla formazione globale dei ragazzi e dei giovani nella piena valorizzazione delle diverse componenti della scuola, in particolare per gli studenti, ragazzi e giovani, gli inseganti e i genitori. Ecco perché il vescovo mons. Abramo Freschi volle che si chiamasse ‘comunità educante’ aperta a tutti quelli che desideravano partecipare, con il coinvolgimento delle famiglie, e della comunità diocesana e delle istituzioni pubbliche. Oggi l’Istituto Vendramini è formato dalla scuola Primaria, dalla Secondaria di primo grado e di secondo grado, con il Liceo Scientifico che ha due opzioni: percorso Ambientale e percorso Salute che preparano i giovani ad una scelta di vita più consapevole.

320 anni di scuola a Portogruaro, titolava il Popolo, non solo per i seminaristi ma anche per altri giovani onesti. Ma oggi celebriamo i 100 anni del Collegio Marconi, nei primi anni chiamato Collegio Vescovile e dal 1932, per iniziativa di mons. Giuseppe Lozer cambiò il nome in Collegio Marconi. Per cent’anni il Collegio Marconi ha formato ragazzi e giovani del territorio portogruarese. Iniziò come Ginnasio e successivamente come Liceo classico e Istituto magistrale superiore. Lungo gli anni ci furono altri corsi di studi. Tutt’oggi è presente la scuola Primaria e Secondaria di primo grado che oltre alle diverse discipline favoriscono nei ragazzi e ragazze la maturazione e la capacità di fare scelte importanti per la loro vita. Ma il Marconi non è solo scuola e anche un Centro di iniziative culturali, con una rete articolata di opere e di corsi, come il Polo Universitario con le università di Trieste, Padova e Venezia. È mio desiderio e penso anche di tutti voi che sempre più il Collegio Marconi possa essere un luogo di incontro e di confronto dei saperi, scuola di vita per tutto il territorio. La scelta di nominare un vice-rettore che vi risieda stabilmente, don Luis Palomino, esprime concretamente l’opportunità di allargare sempre più l’orizzonte formativo del Marconi.

Carissimi tutti, ci troviamo attorno all’altare del Signore per celebrare l’Eucaristia domenicale, giorno del Signore e Pasqua settimanale che ci ricorda la risurrezione di Gesù, e per ringraziarlo per il dono di queste scuole che ha fatto alla nostra diocesi. La Parola di Dio che ci è stata proclamata ci invita a superare una delle malattie più pericolose per la nostra vita spirituale: la sclerocardia, la durezza del cuore. Questa situazione di testardaggine e di durezza di cuore ha portato i Farisei a mettere alla prova Gesù, non tanto per saggiarne la sua conoscenza della Scrittura ma per fargli fare brutta figura davanti alla folla, provocandolo sul problema della separazione e del divorzio che sempre nella storia, ieri come oggi, fanno discutere e portano a idee e comportamenti differenti, che alla fin fine portano ad una domanda: può esistere un amore eterno, fedele che dura per sempre? È l’amore tra il marito e la moglie, l’amore dei genitori verso i figli, dei figli verso i genitori; è anche l’amore e la cura degli insegnati verso gli studenti e l’amore e la carità che siamo chiamati ad avere gli uni gli altri. Quando avviene la rottura della relazione d’amore e l’incomprensione, ci si trova di fronte a situazioni dolorose per tutti. Il rischio, però, è di farci l’abitudine o pensare e dire che va bene così perché i tempi sono cambiati. Gesù con la sua risposta non è entrato nel confronto delle scelte tra posizioni differenti, com’era il suo tempo, riportandoci al disegno di Dio quando creò l’uomo e la donna in una relazione di reciprocità e di amore. Ce lo ha ricordato il libro della Genesi: “L’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne” (2,24). Questo è il progetto di Dio sull’umanità: che ci si voglia bene, che si faccia qualche rinuncia per il bene dell’altro. Questa è la terapia che Gesù propone a tutti: vincere la durezza del nostro cuore con l’amore e di vivere come lui ha amato.

Non dobbiamo, però, fuggire o dimenticare che la realtà talvolta porta alla rottura: le coppie si separano, i figli possono allontanarsi dai genitori e tra gli studenti e gli insegnanti non sempre c’è sintonia. Ma anche se questa è la realtà di oggi, non è quello che Dio vuole da noi e Gesù ce l’ha detto chiaramente: “L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto” (v. 9). Inseriti nell’universo Dio padre ci chiede di fare Alleanza a e di incontrarci tra di noi e con Lui. Ricordiamolo sempre: l’amore, il vero amore è esigente, così esigente da portarci anche ad avere compassione di fronte alle fragilità che tante persone incontrano nella vita, perché abbiamo una certezza, come ci ricorda San Paolo: l’amore non avrà mai fine (cfr. 1Corinzi 13,8).

Una delle finalità della scuola e in particolare della scuola cattolica, oltre alle conoscenze proprie di ogni ordine e grado, consiste nel formare gli studenti alla vera relazione con se stessi e con gli altri, nel rispetto dell’identità di ciascuno. Sorge spontanea una domanda: ha ancora senso nei nostri tempi la scuola Cattolica? Nel territorio della nostra diocesi ci sono numerose scuole cattoliche dell’Infanzia coordinate dalla FISM; tre scuole Primarie e Secondarie di primo grado: il Marconi, il Vendramini e il Don Bosco. C’è solamente una scuola Secondaria di secondo grado il Vendramini con il Liceo scientifico. La scuola Cattolica è importante non solo per gli aspetti organizzativi e per la serietà didattica, che assicura fin dall’inizio il buon funzionamento delle lezioni, ma per due motivazioni profonde e importanti. La prima è data dalla globalità della formazione e della crescita integrale della persona attraverso una reale integrazione e collaborazione di tutte le componenti che sono coinvolte nel processo formativo: le istituzioni, la comunità cristiana, le famiglie, gli insegnanti e gli studenti, che formano la ‘comunità educante’, sempre pronta a rispondere ai bisogni degli studenti. Non ci può essere una autentica formazione se non si riesce a far collaborare le diverse realtà, aiutando i ragazzi e i giovani a trovare un senso e un significato profondo alla loro vita e al loro futuro. L’altro aspetto è dato dallo stile e dai contenuti offerti dai valori evangelici, quali l’accoglienza, l’attenzione alle persone, la solidarietà e la fede che illuminano e sostengono il cammino di ogni studente, nel rispetto dell’età e della libertà di ciascuno, aiutando a fare sintesi tra fede, cultura e vita. Concludo con un’espressione di Papa Francesco che troviamo nell’Esortazione Evangelii Gaudium al numero134: “Le scuole cattoliche che cercano sempre di coniugare il compito educativo con l’annuncio esplicito del Vangelo, costituiscono un contributo molto valido all’evangelizzazione della cultura.

Augurando a tutti e a tutte una buona festa, vi invito a pregare il Signore perché guidi sempre il nostro cammino e perché aiuti in modo particolare le giovani generazioni a dare un senso e un significato profondo alla loro vita attraverso anche la scuola, chiamata ad essere maestra di vita.

+ Giuseppe pellegrini
vescovo