Omelia Festa Madonna del Gran Perdon, Pravisdomini 11 agosto 2024

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Ci troviamo insieme per celebrare la festa quinquennale del Gran Perdon della Madonna della Salute, a cui è legata l’Indulgenza plenaria Festa molto sentita nella vostra comunità, non solo ecclesiale ma anche civile, che avete preparato con una settimana di preghiera e riflessioni. Ringraziamo il Signore e Maria per la protezione concessa durante molti momenti di fatica e sofferenze della comunità, a partire dalla famosa peste, descritta dal Manzoni nei Promessi Sposi, dell’anno 1630. Il voto fu fatto per chiedere la protezione della Vergine sul vostro paese, e prevedeva la costruzione di una piccola chiesetta da dedicare alla Madonna della Salute che fu poi lungo i tempi ampliata e abbellita. Santuario che contiene l’effige della Madonna della Salute e che oggi porteremo in processione. Celebrare questa festa significa anche per noi riconoscere l’amore la misericordia di Dio che non ci abbandona mai, soprattutto nelle situazioni più complicate e difficili della vita personale e della vita della comunità.

La Parola di Dio di questa domenica ci è di aiuto per consolidare in noi la fede viva nella presenza del Signore che si dona a noi e che non delude mai le nostre attese, i nostri sogni e le nostre aspettative. Ne ha fatto esperienze il profeta Elia che non riusciva più a sentire la presenza e la vicinanza di Dio, sentendosi abbandonato da lui. Ma Dio non lo abbandonò e si fece presente offrendogli un segno per toglierlo dalla disperazione: del pane e dell’acqua miracolosi. Questi segni ricordarono al profeta Elia la manna nel deserto e l’acqua sgorgata dalla roccia. Il memoriale della Pasqua antica fu per lui il mezzo più sicuro per toglierlo dallo scoraggiamento, donandogli la forza di proseguire il cammino. Nel Vangelo odierno, Gesù risponde alla fame delle folle che lo seguono con il dono di se stesso, con il dono di una vita spesa per gli altri, una vita consegnata nell’amore di tutti. In maniera esplicita Gesù cerca di far capire ai Giudei che si contrapponevano a lui, in modo subdolo e sottile, il significato di quel pane che avevano mangiato il giorno prima, identificandosi con esso: “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (Giovanni 6,51). Più che mai il discorso si fa duro e difficile da comprendere. Non solo Gesù è il pane per la vita eterna, ma è carne che il credente è chiamato ad assumere in se stesso. È il nuovo alimento che dà la vita e che sconfigge la morte. Ce lo ricorda Giovanni all’inizio del suo Vangelo, riassumendo tutta la storia della salvezza: “Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (1,14). Chi mangia il pane vivo e si nutre della sua Parola, partecipa già ora della vita di Dio.

Con l’immagine del pane da mangiare, Gesù ci ricorda che si prende cura di noi, che non ci lascia soli e che si preoccupa del cammino e della vita che stiamo vivendo, compresa la dimensione spirituale. Gesù ci salva con la sua umanità, entrando nella nostra quotidianità, portando luce, serenità e senso del vivere. Ma per accogliere queste proposte particolari di Gesù, ieri come oggi, è necessaria la fede, credere in lui, aderire a Lui e accogliere la sua Parola, permettendogli di entrare concretamente nelle dinamiche della nostra vita e del nostro vivere. Ci dice: “Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno” (v. 44). La fede in Dio, infatti, ci introduce nella piena comprensione del mistero di Dio e dell’Eucaristia che Gesù ci ha donato. Nutrirci di Gesù Eucaristia, accoglierlo come pane di vita significa iniziare a vivere come Gesù che si è fatto pane spezzato per l’umanità; significa diventare anche noi pane spezzato per gli altri, portando nel mondo con la nostra vita il messaggio evangelico di amore, di perdono e di speranza. Stiamo sperimentando in questi anni la tragedia delle guerre che continuano a seminare morte e distruzioni. Alla base di tutto non c’è l’amore e l’attenzione alle persone ma l’odio, l’arroganza e la fame di potere. Se manca la fede non ci potrà mai essere nell’umanità il vero amore, perché, come ci ha insegnato e ha vissuto Gesù, questo richiede il dono di sé, la capacità di farsi dono e di spendersi fino in fondo per gli altri.

Carissimi tutti, come hanno fatto i vostri progenitori nei secoli scorsi, vi invito ad alimentare la vostra vita di fede con la preghiera e con il dono agli altri di voi stessi. Affidatevi senza paura al Signore Gesù e a sua madre Maria. Lasciate che siano loro a guidare i vostri passi, che sia Gesù il vostro maestro e amico. Non abbandonate la sua via e, come ha fatto Maria, mettetevi alla sua sequela, seguendolo fin sotto la croce e nella gioia della Risurrezione, custodendo e conservando nel vostro cuore tutte le parole e i gesti di Gesù. E se qualche volta capita di essere nel dubbio e nella fatica a credere, pregate Maria, la mamma del cielo che vi è sempre vicina.

Maria Madonna della Salute e del Gran Perdon, ci affidiamo a te e ti preghiamo di avere uno sguardo d’amore e di intercedere presso il tuo Figlio Gesù per noi, per la comunità parrocchiale, per le nostre famiglie, per gli anziani e i giovani. Proteggi e consola chi sta vivendo situazioni di dolore e di sofferenza. Madonna del Gran Perdon, prega per noi.

+ Giuseppe Pellegrini
vescovo