Un saluto cordiale a voi, carissimi Vigili del Fuoco, al comandante e a tutte le autorità civili e militari presenti. È significativo celebrare l’Eucaristia in questa caserma, ambiente quotidiano della vostra vita, perché manifesta in modo visibile che il nostro Dio non è un Dio lontano, ma vicino e presente in ogni situazione dell’esistenza. Dio è così vicino all’umanità che a un certo punto della storia ha inviato sulla terra il suo Figlio Gesù che ha assunto la nostra umanità. La festa della vostra patrona santa Barbara si celebra all’inizio del tempo di Avvento e quest’anno in particolare alla viglia dell’apertura del Giubileo, che ci invita a preparaci con speranza ad accogliere il Signore Gesù che si è fatto uno di noi, presente in modo particolare nelle persone che soffrono e che sono nell’indigenza e nella povertà. Nella liturgia di oggi Dio vi parla attraverso la vita di santa Barbara e la sua Parola.
Barbara è ricordata come vergine e martire tra il terzo e il quarto secolo, in una cittadina dell’attuale Turchia, luogo di diffusione del cristianesimo primitivo. Sono molte le città che rivendicano il luogo della nascita e del martirio. La tradizione leggendaria vuole che il padre della santa, Dioscoro, di religione pagana, l’avesse rinchiusa in una torre con due finestre per proteggerla dai molti pretendenti. Spesso il padre era assente per viaggi e la fanciulla, orfana di madre, occupava il tempo in letture, anche della Bibbia, convertendosi alla fede cristiana. Per questo aveva fatto aprire una terza finestra nella torre, con l’intenzione di richiamare il concetto della Trinità. Quando il padre vide la modifica della costruzione e trovò gli idoli dell’abitazione distrutti, intuì che la figlia si era fatta cristiana e la denunciò al magistrato romano che la condannò alla decapitazione, prescrivendo che la sentenza fosse eseguita dal genitore. Dopo atroci torture tra segni prodigiosi, come il fuoco che si spense miracolosamente e i flagelli che si trasformavano in piume di pavone, fu decapitata. La leggenda racconta che dopo ogni ferita il suo aspetto fisico fosse ancora più bello e un fulmine a ciel sereno incenerì davanti alla martire decapitata il padre che l’aveva uccisa. La martire Barbara viene spesso dipinta tenendo in mano la torre con le tre finestre, luogo dove fu richiusa e un calice con l’Ostia che ricorda la visita di un angelo che le portò il pane eucaristico. Fulgido esempio di fedeltà e intepida paladina della fede davanti alla corruzione e all’idolatria.
La Parola di Dio ci invita a meditare sul significato e su senso del martirio. Barbara appartiene alla gloriosa schiera dei martiri dei primi secoli della Chiesa. Ce l’ha ricordato l’apostolo Paolo nella conclusione della prima lettura: “Tutti quelli che vogliono rettamente vivere in Cristo Gesù saranno perseguitati” (2Timoteo, 3,12). Lo fu per santa Barbara e lo è anche per noi oggi. Non sempre è una persecuzione violenta. ma ci possono essere occasioni dove si viene derisi per la propria fede di fronte a comportamenti che noi riteniamo giusti e che no trovano il consenso degli altri. Scegliere Cristo e consacrarsi a lui comportò per Barbara opporsi ai disegni del padre. Fino a che punto si può resistere e talvolta anche combattere? La difesa della dignità di ogni persona va sempre perseguita e non ha prezzo, fosse pure quello della vita. La scelta di vita che voi Vigili del Fuoco avete fatto, non è una semplice professione ma un impegno di coltivare in voi la virtù della fortezza in forza della quale non vi tirate indietro dal fare ciò che è giusto a causa dei pericoli e delle difficoltà. E spesso ci si accorge della preziosità e della vostra presenza solo nelle occasioni eccezionali nelle quali, grazie al vostro servizio e impegno, tanti uomini e donne vengono aiutati nelle situazioni di emergenza.
La pagina del Vangelo ci invita a lodare e ringraziare il Signore perché non ci lascia mai soli, ci è vicino e cammina sulle strade del mondo. Dio ci è vicino non solo perché si è accostato a noi ma perché ci ama ed ha compassione delle nostre fragilità: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò” (Matteo 11,28). Gesù ha avuto compassione di quanti lo seguivano, accorgendosi delle loro difficoltà e fatiche e invitandoli ad andare e a stare con lui. Compassione significa aver la capacità di assumere in se stessi ciò che nell’altro è attesa di speranza quando soffre e vive situazioni di tragicità. Significa avere gli stessi sentimenti di chi si ha di fronte, misurandosi con il cuore dell’altro. Un atteggiamento – possiamo ben dire – che è proprio di voi Vigili del Fuoco, chiamati ogni giorno a soccorrere quanti si trovano in necessità con spirito di abnegazione e di sacrificio che caratterizza le vostre attività, nelle grandi catastrofi naturali che purtroppo sono sempre più frequenti nel nostro territorio, nell’Italia e nel mondo intero, nelle tragedie causate dalla volontà e dalle mani dell’uomo e nelle grandi e piccole emergenze. La vostra è una compassione che non è fatta solo di parole ma di gesti concreti di solidarietà.
Santa Barbara vostra patrona, vi sia vicina e vi assista nelle situazioni più complicate e pericolose del vostro prezioso e insostituibile servizio alla società e alla convivenza civile e aiuti e sostenga i vostri cari e le vostre famiglie. A tutte e a tutti auguro un santo Natale.
+ Giuseppe Pellegrini
vescovo
