Un caro saluto a tutti e in particolare ai monaci vallombrosani. Sono contento di celebrare qui nel Santuario e nella casa della comunità monastica dei vallombrosani la festa del loro fondatore, San Giovanni Gualberto, a 951 anni dalla sua morte. Un uomo con una forza d’animo e uno spirito di santità che è presente ancora oggi in tutti i suoi figli spirituali, che sono a servizio del mondo intero, della Chiesa e anche nella nostra Diocesi.
La Parola di Dio che la liturgia ci propone in questa festa non solo ci aiuta a comprendere meglio la spiritualità e il carisma di San Giovanni Gualberto, ma ci sprona anche ad attuarlo in questo nostro tempo, con la preghiera e le opere, per aiutare la Chiesa ad essere sempre più conforme al Vangelo e allo stile di vita di Gesù. Proposte che Gesù ha fatto ai suoi discepoli e che San Giovanni ha accolte e vissute nella sua vita: la giustizia, La carità, il perdono e la conversione. Giovanni Gualberto è un santo fiorentino, figura di grande rilievo dell’XI° secolo, condotto dalla grazia di Dio a testimoniare l’eroica carità del perdono e ha consacrarsi a Dio nella vita contemplativa, lottando con tutte le sue forze contro la corruzione nella Chiesa, per la sua santità e in particolare per la vita santa dei consacrati e dei sacerdoti. La giovinezza di Giovanni fu turbata dall’assassinio del fratello maggiore Ugo. La tradizione del tempo chiedeva a Giovanni di vendicare la morte di suo fratello con l’uccisione dell’assassino. Ma mentre stava per eseguire questo gesto, il ricordo di Gesù morente in croce – era un Venerdì santo – con le relative parole di perdono ai suoi uccisori e l’implorazione accorata dell’uccisore del fratello, indussero Giovanni non solo a perdonare ma a convertirsi e a seguire il Signore. È quanto ci ha detto oggi Gesù nel Vangelo: “Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli” (Matteo 5,44).
Gesù ci insegna a superare la logica del mondo facendo diventare il perdono la dimensione più significativa e la caratteristica più bella del Vangelo. La tradizione vuole che il giovane Giovanni in quei momenti tragici fosse confortato dal crocifisso con queste parole: “Poiché hai perdonato il tuo nemico, vieni e seguimi”. Il perdono cristiano non esige solo la rinuncia alla vendetta ma chiede una risposta di amore e di carità verso i nemici. Per Gesù non è sufficiente dimenticare o lasciar correre davanti ad una offesa ricevuta, ma chiede perdono, amore e preghiera. Infatti la capacità di perdonare amando e pregando per i propri nemici, passa attraverso la conversione del cuore che coinvolge tutta la persona, sostenuti dalla parola di Gesù: “Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Matteo 5,48), e dalle parole del libro del Levitico appena ascoltate: “Siate santi perché io, il Signore, vostro Dio, sono santo” (19,2).
La Consacrazione e l’unione con Dio, frutto della conversione, hanno dato al giovane monaco Giovanni la forza e il coraggio per combattere la corruzione e la simonia presente anche in alcuni monasteri del tempo. Fu questa la causa dell’abbandono del suo primo monastero, per recarsi con i suoi compagni tra gli abeti e i faggi di Vallombrosa, oasi di pace e di serenità, dove verso l’anno 1083 fondò la Congregazione Benedettina Vallombrosana, caratterizzata dalla vita fraterna, dalla preghiera, dalla povertà e dal servizio ai sacerdoti. Fu pure caratterizzata dal rifiuto della protezione dei potenti del luogo e da uno stile di vita non mondano, aiutando così papa Gregorio VII nella sua riforma della Chiesa, ricordata come ‘riforma gregoriana’. Papa Pio XII, nel 1951 proclamò San Giovanni Gualberto patrono dei forestali. È nei momenti di fatica e di difficoltà per la Chiesa e per il mondo, come è successo al tempo di Giovanni Gualberto e come capita anche ai nostri giorni, che è necessario intraprendere un cammino di purificazione e di rinnovamento, personale e comunitario, per accogliere la voce dello Spirito che ci invita a respingere le forze del male e a non aver paura di seguire la via del Vangelo. Ci viene in aiuto quanto San Paolo ha detto agli Efesini nella seconda lettura della liturgia di oggi: “Indossate l’armatura di Dio per poter resistere alle insidie del diavolo. La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso” (6,11-12).
Pur risorta con Cristo e in comunione con lui, la Chiesa spesso è sopraffatta ed esposta alle forze del maligno. Non dobbiamo mai dimenticarlo; anche oggi è così! Paolo ci invita a indossare l’armatura che Dio mette a disposizione dei credenti, le armi spirituali che Paolo richiama nei versetti successivi: la verità, la giustizia, l’annuncio della pace, la fede e lo Spirito che è la Parola di Dio. Nella preghiera perseverante e nella testimoninza della nostra fede si possono superare le forze del male ed essere così veri testimoni del Vangelo. Diceva Giovanni Paolo II nell’omelia del 1987, nella festa di San Giovanni Gualberto: “E’ in questi momenti difficili che urge usare l’armatura di Dio; cioè fare delle scelte secondo Cristo, il modello unico del comportamento cristiano. Ciò esige una revisione radicale dei valori, richiede una sorta di seconda nascita e la tenace volontà di percorrere una via simile a quella di Cristo, fino ad entrare nello spogliamento della sua croce”. San Giovanni Gualberto ci è riuscito e chiediamo la sua intercessione anche per essere in grado di resistere al male e combattere la buona battaglia della fede.
Prendono l’occasione di questa celebrazione per rivolgere ai monaci vallombrosani che sono da tanti anni a Pordenone, il nostro grazie più sincero per la loro presenza, testimonianza e servizio nel Santuario delle Grazie, vera oasi di pace e di serenità. Il loro servizio alla parrocchia e a quanti vengono in santuario per trovare ascolto e consolazione, sono segno vivente della misericordia di Dio che si effonde su tutta l’umanità. Un ricordo affettuoso e un saluto a tutti i forestali che operano nel nostro territorio per la salvaguardia del Creato.
Buona festa a tutti.
+ Giuseppe pellegrini
vescovo
