Carissimi, anche se stanchi del viaggio, ci troviamo tutti insieme questa sera per iniziare ufficialmente il nostro pellegrinaggio diocesano a Lourdes. Ringraziamo la Santa Vergine per averci chiamati anche quest’anno, qui alla grotta nel 160 anniversario delle apparizioni, per ascoltare le parole del suo Figlio Gesù che ci invita a non aver paura di fidarci di Lui e della sua Parola; ringraziamo l’OFTAL per la cura e il servizio prezioso che offre e tutta la schiera dei volontari, sorelle e barellieri, medici e infermiere, giovani e sacerdoti, a servizio dei malati.
Celebrando la festa della Trasfigurazione del Signore, desidero proporvi una domanda, importante anche per vivere bene il pellegrinaggio: cos’è che ha sedotto Pietro e gli altri apostoli, da fargli dire “Rabbì, è bello per noi essere qui”? (Marco 9,5). Non è stato un miracolo particolare e nemmeno le parole di Mosè ed Elia a sedurre i discepoli, ma la luminosità del volto del Signore Gesù e delle sue vesti. Per farci capire cosa è avvenuto, l’evangelista Marco usa un linguaggio molto semplice, servendosi del paragone di un lavandaio. Il bianco è la luce, il colore del mondo celeste, del cielo aperto, tanto che niente sulla terra si avvicina a tale splendore. Gli angeli della Risurrezione e della Trasfigurazione, secondo l’iconografia tradizionale, sono vestiti di Bianco. Così è apparsa anche la Vergine a Bernardette. Carissimi, il Vangelo e la festa di oggi ci offrono forza e speranza per vedere il nostro tempo abitato dalla presenza luminosa del Signore: una luce capace di vincere le tenebre del male e del peccato. Nella Trasfigurazione i discepoli hanno fatto l’esperienza che il Paradiso c’è e che esiste, non solo nell’al di là, ma anche qui sulla terra. E’ necessario però che riscopriamo la gioia e la bellezza della vita, consapevoli che anche se ci sono momenti di dolore e di fatica, talvolta pure di non senso, il Signore è vivo e presente, ci vuole bene e non ci lascia soli. Lui c’è!
Questi giorni saranno per tutti noi, in particolare per voi ammalati, giorni di pace e di grazia. Possiamo ben dire giorni di paradiso, perché con noi è presente il Signore. Desidero richiamare due segni particolari, che ci parleranno continuamente della vicinanza del Signore: la presenza amorevole di Maria, che si accorge dei nostri bisogni e delle nostre necessità e il servizio e l’amore verso i tanti ammalati e sofferenti presenti a Lourdes. Maria a Cana si mostra attenta ai bisogni degli uomini: infatti è in ascolto del disegno di Dio, che vuole raggiungere, mediante Gesù, l’umanità smarrita e bisognosa. Maria sa che questo mondo, senza Dio, non ha più senso e valore, perché chiamato a fare alleanza con il suo creatore. Per questo ai servi dice: “Qualunque cosa vi dica, fatela” (Giovanni 2,5). Gesù potrà soddisfare la richiesta di Maria perché Lei si è lasciata guidare dallo Spirito. Maria si è fidata totalmente del suo Signore, diventandone la prima discepola. Come il Figlio ha fiducia nel Padre, dal quale tutto riceve, così Maria, a sua volta, aderisce pienamente alla volontà del Figlio, venuto per compiere il disegno del Padre, facendosi servitore dei fratelli. “Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi” (Giovanni 13,15). L’altro segno bellissimo di Lourdes che ci parla della vicinanza e dell’amore del Signore è il servizio gioioso e disinteressato vero i malati e soffrenti. E’ uno dei messaggi più eloquenti che scaturiscono anche oggi dalla grotta di Masabielle. Maria spesso ricordava a Bernardette l’importanza e la necessità della preghiera e della carità e servizio verso i più poveri. Ascoltare e mettere in pratica la Parola, è il modo più vero per essere discepoli del Signore e per fondare la propria esistenza su una base solida (cfr. Matteo 7,24-27).
Maria ci aiuti a fidarci un po’ di più del Signore, a preoccuparci meno di noi stessi e dei nostri problemi, per pensare di più agli altri e alle loro necessità. Il clima di preghiera e di contemplazione che sperimenteremo in questi giorni ci assista ad ascoltare le vere domande che il Signore fa a ciascuno di noi. In particolare la domanda più significativa: “Che cosa cercate?” (Giovanni 1,38). Maria a Bernardette ha detto: “Mi fate la grazia di venire qui?”. Noi qui ci siamo. Invito tutti, in particolare i giovani a passare un po’ di tempo davanti alla grotta, come risposta alla richiesta della Vergine, e a far risuonare nel proprio cuore e nella vita le domande di Gesù. Sarà una bella esperienza e un’occasione unica per vivere intensamente questi giorni.
Buon pellegrinaggio a tutti.
+ Giuseppe Pellegrini
vescovo
