Mercoledì delle Ceneri

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Come ogni anno ritorna il tempo della Quaresima che inizia con il mercoledì delle Ceneri, periodo di penitenza e di conversione. Alcune domande vengono spontanee: “Ne abbiamo veramente bisogno di un tempo così? Non è fuori moda nella nostra società e nella cultura parlare di sacrificio e penitenza? Perché mortificarsi ancora, dopo tutto quello che stiamo passando in questa lunga quaresima senza fine? Prima la paura del Covid, poi la paura della guerra e della distruzione dell’umanità e del mondo, la grande siccità, la crisi economica con l’aumento vertiginoso dei prezzi…. che cosa dobbiamo ancora aspettarci? Assolto in questi pensieri mi è ritornato alla mente un quadro che avevo visto tanti anni fa in un museo di Vienna: la lotta tra il carnevale e la quaresima di Pitar Brugel, pittore dei Paesi Bassi del 1559. Ci troviamo in una affollata piazza di un villaggio del nord Europa e in primo piano risalta la scena principale: il carnevale e la quaresima. A sinistra un uomo grasso e rubicondo, seduto sopra una botte con in mano un grande spiedo di carne, trainato da maschere che fanno festa, mangiano e bevono. La quaresima, a destra del quadro, è rappresentata da una donna vecchia e magra, con la croce di cenere sulla fronte, seduta su un vecchio carretto attorniata da persone tristi. Da una chiesa esce una lunga processione di uomini e Donne con lunghi mantelli neri da penitenza. Anche tanti di noi pensano la quaresima come un periodo lungo periodo triste, dove i cristiani sono chiamati a non essere felici e a combattere il mondo. È proprio questa la quaresima?

Lasciamoci per un momento accompagnare dalla liturgia e dalla Parola di Dio di questi giorni.  “Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza” esclama l’apostolo Paolo nella seconda lettera ai Corinzi 6,2. Per i cristiani la quaresima è questo tempo favorevole e opportuno che ci è donato per rinnovare il nostro cuore e la nostra mente, per ritornare al Signore, non solo con qualche gesto o per paura, e per prepararci a celebrare la gioia della vita piena e della risurrezione di Gesù, partendo dal profondo di noi stessi e del nostro cuore. Forte l‘invito del Profeta Gioele: “Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e non le vesti. Ritornate al Signore vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso” (2,12-13). Non entriamo nel cammino quaresima per fuggire dal mondo o dalla quotidianità e nemmeno per il gusto di soffrire, ma per comprendere in profondità il significato di quello che ci sta accadendo, per dare del tempo al nostro cuore alla nostra anima per rileggere i vari avvenimenti e ritrovare la via verso la pienezza della vita, verso una felicità e gioia che non ha fine. Questo è il tempo favorevole per accogliere la grazia e la misericordia del Signore, per avere un po’ più di coraggio di rifiutare gli idoli che ci illudono e anestetizzano il nostro cuore e la nostra volontà. Idoli che ci allontanano da Dio e ci promettono una felicità illusoria. La quaresima e il tempo del ritrovamento della propria identità: un’identità che trova nell’amore di Dio una forza per rinnovare noi stessi e per superare alcune debolezze e fragilità che ostacolano la crescita umana e spirituale.

Papa Francesco nel messaggio quaresimale ci invita a fermarci per contemplare la Trasfigurazione di Gesù, suggerendoci un particolare significativo: l’ascesi quaresimale! Termine che facciamo fatica ad accogliere ai nostri giorni, ma che esprime il desiderio profondo di dare una direzione alla nostra vita, di non aver paura di salire e di camminare, per raggiungere la pienezza della felicità materiale e spirituale: “L’ascesi quaresimale è un impegno, sempre animati dalla grazia, per superare le nostre mancanze di fede e le resistenze a seguire Gesù sul cammino della Croce. … Per approfondire la nostra conoscenza del maestro, per comprendere e accogliere fino in fondo il mistero della salvezza divina, realizzato nel dono totale di sé per amore. Bisogna lasciarsi condurre da lui in disparte e in alto, distaccandosi dalla mediocrità e dalla vanità. Bisogna mettersi in cammino, un cammino in salita, che richiede sforzo, sacrificio e concentrazione, come una escursione in montagna”.

Concretamente il nostro cammino e la nostra ascesi quaresimale iniziano con il Rito dell’imposizione delle Ceneri posate sul capo, che esprimono il desiderio di conversione, non solo interiore ma anche fatto di gesti concreti. Questo gesto che rimanda alla fragilità della nostra condizione umana, dei nostri progetti e dei nostri sogni, ci rammenta anche la necessità di un combattimento senza sosta, dove siamo chiamati a lottare contro il male, con la certezza che non siamo soli e che vinceremo, perché il Signore è con noi. La pagina del Vangelo ci ricorda che il cammino di rinnovamento del cuore e della vita passa attraverso tre gesti concreti: il digiuno per ricordarci cos’è che veramente ci può saziare; la preghiera quotidiana per intensificare il nostro rapporto con Dio; l’elemosina come forma di condivisione con i poveri. Vale la pena che ci soffermiamo su queste tra ‘attenzioni’, perché corriamo il rischio che diventino solo pratiche esteriori e per ricordarci, invece, che siamo sulla stessa sulla strada giusta della conversione. Digiunare significa rendere più sobria la nostra vita, assumendo uno stile di vita che va controcorrente, una vita meno dominata dal materialismo, meno prigioniera dell’amore del proprio io e più attenta agli altri. La preghiera e l’anima del cammino quaresimale. Non lasciamo cadere questo incontro con Gesù, dedicando ogni giorno un po’ di tempo all’ascolto e alla meditazione della Parola di Dio, perché Lui è interessato a noi e vuole il nostro bene. La carità che si traduce in prossimità e gesti concreti di amore e solidarietà verso i più poveri.

Non è un cammino facile. Salire in montagna costa sacrificio e rinunce. Ma solo così il deserto fiorirà, solo così saremo capaci di dare un senso alla vita, vivendola sempre in pienezza anche quando incontriamo avversità, perché Lui è con noi, cammina con noi e illumina la nostra strada. Buon cammino quaresimale.

 

 

+ Giuseppe Pellegrini
Vescovo