SOLENNITÀ DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE

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La festa dell’Immacolata Concezione di Maria ha un’origine antichissima. Fin dai primi secoli della cristianità, le Chiese d’Oriente celebravano con grande solennità la festa del Concepimento di Maria. Entrata in Occidente verso il decimo secolo si è confrontata con il pensiero e la riflessione teologica di molti Padri della Chiesa, sfociando, poi, nella definizione del dogma dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, da parte di Pio IX nel 1854. Questa verità fu confermata successivamente dalla Vergine qualche anno dopo a Lourdes, in una delle sue apparizioni a Bernadette. Maria ci viene presentata come modello di accoglienza di Gesù e immagine dei cristiani, chiamati a dire di sì all’amore gratuito di Dio. La festa di oggi ci ricorda che Maria è stata redente da Cristo ma in un modo del tutto speciale. Infatti, non è stata liberata dal peccato originale, come lo siamo stati noi nel battesimo, ma per grazia particolare di Dio è stata preservata dal peccato. In lei la Grazia è stata così abbondante, da impedirle di fare l’esperienza stessa del peccato. Infatti, Maria è stata pensata e prescelta fin dall’eternità, figura di quella donna che nei testi delle origini, nel libro della Genesi, avrebbe schiacciato la testa al serpente tentatore. La disobbedienza di Eva e Adamo aveva fatto entrare nel mondo il peccato e con il peccato la rovina; l’ubbidienza di Maria ha ridonato all’umanità la salvezza donataci dal Cristo.

Lei è la piena di grazia, saluta l’Angelo, ricolmata dall’amore gratuito di Dio, invitandola a gioire: “Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te” (Luca 1, 28). Ci soffermiamo in particolare sul racconto dell’Annunciazione che conosciamo bene, ma che è sempre significativo e bello risentire e meditare. Luca mette in parallelo due storie di nascita, non solo per confrontarle, ma per farci comprendere alcune differenze essenziali e per aiutarci a comprendere ancora meglio l’Incarnazione di Gesù e il ruolo di Maria nella Storia della Salvezza. Infatti Luca ricalca l’annuncio a Maria sull’annuncio a Zaccaria, anche se la scena si differenzia: non avviene al tempio come per Zaccaria, ma in un piccolo e insignificante paesetto della Galilea. Per Maria, poi, è un angelo stesso a portare l’annuncio e non una voce come a Zaccaria. Tutti e due restano turbati, ma mentre Zaccaria chiede una conferma, Maria invece, chiede solo la modalità: come avverrà questo poiché non conosco uomo! La risposta dell’angelo è illuminante: “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio” (1,35). Il bambino che nascerà, riceverà la sua origine e il suo essere da Dio stesso. Interessante i titoli che nel Vangelo di Luca vengono dati a Gesù: Figlio dell’Altissimo, Figlio di Davide e Figlio di Dio. Maria, senza dubitare, accetta e si mette al servizio di Dio. Maria, con la sua umiltà e semplicità ci fa capire concretamente cosa significa “nulla è impossibile a Dio” (v. 37). La fede e la fiducia di Maria non sono sottomissione, ma accoglienza piena e accettazione consapevole a diventare l’occasione per manifestare al mondo il progetto di Dio.

La solennità dell’Immacolata ci aiuta a comprendere veramente che la grazia e l’amore di Dio sono più forti del male e del peccato e che si può ancora vincere il male che c’è dentro di noi. Lei che è stata preservata da ogni peccato vieni invocata da noi come ‘rifugio dei peccatori’, pregando nell’Ave Maria: “Prega per noi peccatori”. Questo è lo stile di Dio! Maria che era senza peccato, non allontana i peccatori che ricorrono a Lei, ma li attira a sé e intercede per loro. Il Vangelo ci ha mostrato la fede e il coraggio di Maria che ha detto: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua Parola” (v. 38). Questo ci è di conforto e di speranza nella lotta contro il male; e anche quando siamo deboli e fragili, pensiamo a Maria, l’unica creatura senza peccato che non ci lascia soli, che ci fa da mamma, che ci accoglie sotto il suo manto, e ci accompagna da suo figlio Gesù.

Anche nella nostra storia e nella nostra vita, Dio ci raggiunge proprio come ha fatto con Maria. Ci raggiunge in Galilea, nelle nostre periferie, nei luoghi ordinari della vita, nelle nostre case forse ancora in disordine. Ci raggiunge con una parola di gioia, ci invita a essere felici perché la storia può ricominciare, ci invita a credere a una promessa di bene che non viene meno. Dio ci raggiunge liberandoci dalle nostre paure, ci invita a non temere anche quando non capiamo quello che sta accadendo e non riusciamo a vedere l’azione di Dio che opera nelle ambiguità della storia. Dio ci raggiunge, mostrandoci che, persino quello che sembra sterile agli occhi del mondo, può invece portare frutto, come accade nella storia di Elisabetta. Dio ci raggiunge invitandoci a non perdere mai la speranza, perché la creazione si può rinnovare, può ricominciare e può riprendere la sua strada verso la felicità. Dio, nel suo Figlio Gesù fatto carne, entra nella storia, si coinvolge fino in fondo in questa storia di male per convertirla in una Storia di Salvezza, dove ognuno può rileggere la propria vita. In Maria, il Signore ci invita a non disperare, perché Egli viene ed è pronto a ricominciare la sua storia d’amore con ciascuno di noi.

 

+ Giuseppe Pellegrini
Vescovo