I dom. di Quaresima – 18° morte don Giussani

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In occasione del diciottesimo Anniversario della morte del Servo di Dio don Luigi Giussani e del quarantunesimo Anniversario del riconoscimento Pontificio della Fraternità di Comunione e Liberazione, celebriamo insieme la prima domenica di Quaresima. Nella memoria grata di don Giussani chiediamo al Signore che la Fraternità di Comunione e Liberazione presente in tantissimi paesi del mondo e anche nella nostra Diocesi, corrisponda pienamente all’invito che Papa Francesco ha fatto a voi carissimi nell’incontro in piazza San Pietro il 15 ottobre 2022 nel giorno centenario della nascita di don Giussani, di accompagnarlo “nella profezia per la pace… nella profezia che indica la presenza di Dio nei poveri … e nella profezia che annuncia la presenza di Dio in ogni nazione e cultura”. Ci lasciamo guidare e luminare dalla Parola di Dio di questa prima domenica quaresimale, che ci richiama la radicalità della nostra fede e del nostro essere cristiani, lottando, come ha fatto Gesù, contro ogni tentazione che è costante nella vita delle persone. La tentazione, infatti, esprime la situazione dell’uomo, l’essere fragile, debole e chiamato a scegliere tra il bene e il male. Tutti siamo chiamati a questa lotta. Ma non siamo soli; Gesù che si è fatto solidale con l’umanità nell’incarnazione, ha lottato anche lui e ci aiuta a lottare e a vincere contro il tentatore, il diavolo.

Le letture di questa domenica ci pongono di fronte al problema delle tentazioni presenti fin dall’inizio dell’umanità e che ci accompagneranno per tutta la vita. Felice l’accostamento delle due tentazioni: all’inizio della creazione, Adamo ed Eva vengono tentati dal diavolo; così Gesù viene tentato all’inizio della sua vita pubblica e in tanti altri moment della vita. Gesù stesso, Figlio di Dio, non è stato messo al riparo dalle prove dalle tentazioni. Al pari della nostra, la sua vita è stata messa alla prova proprio perché ha assunto pienamente la nostra umanità. Credo importante, al di là delle singole tentazioni che ha vissuto Gesù, comprendere il significato profondo del suo essere tentato. Gesù è stato messo di fronte alla possibilità di vivere la sua missione al di fuori del disegno di Dio, al di fuori della comunione con lui e della solidarietà con i fratelli. Un cammino segnato dalla ricerca del potere, della gloria, dell’arrivismo, in definitiva dalla pretesa di sostituirsi a Dio. La storia dell’umanità inizia dall’intervento di Dio che crea l’uomo e la donna, chiedendo a loro, per il loro bene, di essere amato sopra ogni cosa. Invece i progenitori cedono al tentatore: “Non morirete affatto.  Anzi, Dio sa che il giorno in cui mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male” (Genesi 3,4-5). Ma non è la fine. San Paolo nella seconda lettura afferma: “Come dunque per la caduta di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l’opera giusta di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione, che dà vita” (Romani 5,18). Al centro di questa avventura c’è la tentazione di Gesù. Satana tenta Gesù entrando nel cuore della sua missione, che è l’annuncio del Regno di Dio, cercando di piegarlo al proprio servizio: “Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi mi adorerai” (Matteo 4,9). In definitiva è la fede che il tentatore cerca di insidiare, spingendo Gesù a essere diverso da come Dio Padre lo vuole. Gesù con le sue risposte chiare e nette, ribadisce la ferma volontà di seguire la via stabilita dal Padre, vincendo le tentazioni con la Parola di Dio e con la piena fiducia in lui. Questa scelta lo accompagnerà per tutta la vita, fino al dono totale di sé nel Getsemani: “Non come voglio io ma come vuoi tu” (Matteo 26,39).

È la storia dell’umanità di ogni tempo. La vita si trasforma in deserto arido e senza vita, quando si preferisce ascoltare altre voci rispetto a quella di Dio, quando si rimane incantati e abbagliati dalle suggestioni del diavolo. E lì ciascuno di noi è chiamato a fare delle scelte libere anche se, talvolta, faticose.  Anche noi siamo messi alla prova per tutta la vita, chiamati a lottare per essere fedeli alla nostra umanità ed essere fedeli al Signore che ci chiama e ci mostra la via verso la pienezza e la felicità. Interessante quanto ha detto l’attuale vostro presidente Davide Prosperi: “Don Giussani aveva intuito la traiettoria che la società avrebbe intrapreso essendosi resoconto dell’inconsapevole allontanamento dalla propria identità: dalla conoscenza delle origini cristiane e dalla fede vissuta che si stava verificando proprio negli ambienti cattolici. … Oggi c’è bisogno di una radicalità di vita che mostri la convenienza umana del vivere la propria presenza come rapporto con Cristo”. Sono parole che attualizzano bene il messaggio delle tentazioni di Gesù e lo stile di vita che ciascun cristiano, e anche voi in particolare, siete chiamati ad assumere. Mi pare che queste parole illuminino pure la comprensione del discorso che Papa Francesco vi ha fatto nel giorno centenario della nascita di Don Giussani, invitandovi ad avere “a cuore il dono prezioso del vostro carisma e la Fraternità che lo custodisce, perché esso può far fiorire ancora molte vite. … La potenzialità del vostro carisma è ancora in gran parte da scoprire”. Ecco perché il santo Padre vi esorta a non perdere tempo prezioso in divisioni, in ripiegamento su voi stessi, nella stanchezza spirituale che porta alla pigrizia spirituale. “Sono tempi di rinnovamento e rilancio missionario alla luce dell’attuale momento ecclesiale, come pure delle necessità delle sofferenze e speranze dell’umanità contemporanea. La crisi fa crescere e non va ridotta al conflitto che annulla”.

Il vostro assistente spirituale don Daniele, mi ha presentato i punti principali del cammino spirituale che state facendo quest’anno. Cammino che parte da una domanda centrale per ciascuno e che dovete non aver paura di farvi continuamente: a cosa, a chi siamo aggrappati? C’è veramente Gesù Cristo al centro, il fatto concreto della sua venuta, come lo è stato per Don Giussani? È il Cristo della Chiesa che vi viene donato dall’Eucaristia e dalla Parola vissuta all’interno del vostro Carisma, che non vi chiude in voi stessi, ma un Carisma che si apre alle esigenze del mondo. Don Giussani anche se è stato attaccato, anche se ha sofferto, non si è mai tirato indietro nemmeno nei momenti più difficili, ma è sempre andato avanti in unione con la Chiesa, vivendo con radicalità, dedizione e passione il Carisma che lo Spirito Santo gli aveva affidato.

Carissimi e carissime, questo è anche il mio augurio e la mia preghiera, perché possiate sempre riscoprire la bellezza del vostro Carisma ed essere anche capaci di attuarlo nei tempi di oggi, in ascolto di quello che la Chiesa vi dice. Buon cammino.

 

+ Giuseppe Pellegrini
Vescovo