I VESPRI XXII DOMENICA T.O. E 25MO ANNIVERSARIO PRESENZA IN DIOCESI FRATERNITÀ FRANCESCANA DI BETANIA

condividi su

Lettura breve: Colossesi 1,2b-6

Grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro. Noi rendiamo grazie a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, continuamente pregando per voi, avendo avuto notizie della vostra fede in Cristo Gesù e della carità che avete verso tutti i santi a causa della speranza che vi attende nei cieli. Ne avete già udito l’annuncio dalla parola di verità del Vangelo che è giunto a voi. E come in tutto il mondo esso porta frutto e si sviluppa, così avviene anche fra voi, dal giorno in cui avete ascoltato e conosciuto la grazia di Dio nella verità.

 

Un caro e affettuoso saluto ai fratelli e alle sorelle della Fraternità Francescana di Betania e a voi carissimi laici e laiche presenti. Un saluto al nuovo superiore generale, che con alcuni membri del Consiglio generale ha voluto essere presente. Un grazie e un saluto fraterno al confratello vescovo mons. Josè Carballo, segretario del Dicastero per la Vita consacrata, che ci onora della sua presenza e delle sue parole.

San Paolo prega ringraziando e ringrazia pregando, come aveva imparato bene nella sua fede ebraica. Ringraziando i Colossesi, Paolo li invita a rendere grazie a Dio che pure lui stesso ringrazia per quanto ha operato nella comunità. Tutte le fatiche di Paolo e di suoi collaboratori avevano portato frutto, ma non perché fossero stati bravi o intelligenti, ma solo perché Dio li aveva benedetti e per questo Paolo rende grazie al Signore e prega per loro. Il motivo principale per cui Paolo ringrazia è per la fede viva che i Colossesi hanno in Cristo Gesù. La fede della comunità nasce dall’unione con Dio in Cristo Gesù nello Spirito Santo. Una fede che non è muta ma che deve diventare operante nella “carità che avete verso tutti i santi” (1,4). Il vero amore cristiano non è rivolto solo ad alcuni, solo a coloro che ci sono più simpatici, o che ci aiutano e ci sostengono, magari economicamente, ma è un amore che va verso tutti, in particolare verso i più poveri. Bello e significativo quanto papa Francesco ha detto ai giovani radunati poco tempo fa a Lisbona, invitandoli ad annunciare ed essere testimoni di Gesù verso tutti. Poi alzando gli occhi ha rimarcato tutti, tutti, tutti, perché il messaggio di Gesù è il suo amore non è solo per alcuni ma per tutta l’umanità.

 

Il ringraziamento al Padre e la preghiera dell’apostolo hanno come oggetto la fede in Gesù Cristo e l’amore verso tutti i santi. Il v. 5 esprime il motivo della fede e dell’amore: “A causa della speranza che vi attende nei cieli”. Con la speranza si completa la triade che identifica il cristiano. Paolo non intende principalmente la virtù della speranza quanto del ‘bene sperato’ che è riservato nei cieli. La speranza, pertanto, prende un posto eminente perché costituisce il contenuto stesso del Vangelo e costituisce la motivazione della fede e della carità. Ecco perché i Colossesi hanno un motivo ben valido per rendere la loro fede operante nella carità: la speranza che è riservata a coloro che credono e che trova la piena realizzazione del regno. Lo sguardo fisso a questa speranza sostiene la fede, rendendoli attiva e fruttuosa nella carità. Lo sguardo verso le cose di lassù, dirà Paolo nel capitolo III non porta il cristiano fuori dal mondo, lontano dalle situazioni concrete della gente, ma lo spinge a impegnarsi nel proprio tempo, incontrando ogni persona. La vita cristiana, per noi tutti e anche la vostra vita di consacrati e consacrate si svolge all’interno di queste tre coordinate che possiamo anche dire di queste tre virtù: fede, speranza, e carità.

Carissimi fratelli e sorelle della Fraternità Francescana della fraternità di Betania, così è stata la vostra vita e la vostra testimonianza in questi 25 anni di presenza nella nostra diocesi di Concordia-Pordenone. Come vescovo, a nome di tutta la Chiesa locale diocesana, ringrazio il Signore e anche voi per la vostra presenza e il vostro ministero. Siamo contenti che abbiate arricchito la nostra diocesi della presenza della vita consacrata. una modalità e un’esperienza di vita ancora più significativa e importante ni giorni nostri. Questa vostra comunità, ancora prima di essere un’oasi di riflessione e di preghiera, prima di essere un luogo di accoglienza, come chiede la vostra regola e il vostro carisma, è una fraternità, una comunità di consacrati e consacrate che vivono in profondità la relazione con il Signore, nella contemplazione e nella preghiera.

Uniti al creato che Dio Padre ci ha donato e che voi, in questo bel luogo, custodite, amate e testimoniate, con lo sguardo fisso al cielo, al Regno, e con i piedi e le mani per terra, dentro la nostra umanità, siete chiamati ad offrire silenzio e spazi per chi è in ricerca di serenità, di rifugio e di calma. La vostra è una presenza che ha coinvolto e coinvolge ancora oggi, numerose famiglie, giovani e tanti laici che desiderano vivere la vostra spiritualità nella loro vita, dentro il mondo.  Questa specificità del carisma, come ci ricordava nella meditazione e nella riflessione il Segretario del Dicastero, mons. Carballo, non è di qualcuno, né di voi o del vostro fondatore, ma è di tutta la Chiesa. È un dono che il Signore ha fatto attraverso la vostra fondazione e che viene messo al servizio di tutti, così che tante altre persone, in particolare laici e laiche, possano godere di questa particolarità, di questo stile e di questa modalità di vivere la fede, testimoniandola nella propria famiglia, negli ambienti di studio e di lavoro. Questa è la ricchezza e la bellezza dei carismi nella Chiesa!

Il mio augurio e il mio grazie più sincero per la vostra presenza e per la testimonianza che voi date. Prego il Signore perché possiate continuare ad essere sempre segno vivente della trascendenza e della presenza di Dio che ci è vicino e che è vicino ad ogni persona.

+ Giuseppe Pellegrini
Vescovo