RIFLESSIONE NELLA CELEBRAZIONE ECUMENICA PER GIORNATA DEL CREATO

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Che la giustizia e la pace scorrano … come un fiume in piena

 

Un caro saluto di benvenuto a tutte e a tutti, in particolare al Pastore Daniele della Chiesa Evangelica Battista con la comunità,  ai rappresentanti delle Chiese Ortodossa rumena e Ortodossa macedone con le loro comunità. Nella riflessione mi soffermo su testo della prima lettura di Amos 5,4-24. Il libro di Amos contiene numerosi messaggi profetici consegnati sotto il regno del Nord al re Geroboamo II (783-743), in un periodo di relativa pace e prosperità. Tuttavia, sotto la superficie, l’ingiustizia, l’idolatria e l’immoralità stavano corrompendo la nazione. Amos ha portato un messaggio da parte di Dio, avvertendo le persone del giudizio imminente se non si fossero pentite e non fossero tornate al Signore.

Il v. 4 contiene una chiamata solenne a cercare il Signore e camminare nelle sue vie. Cercare è una parola densa di significato e la chiave del senso religioso. In mezzo al messaggio di sventura, Amos lancia un appello urgente a cercare il Signore e vivere con Lui. Se cercano diligentemente Dio, potranno ancora sperimentare la sua grazia. Se si pentono e rinnovano la loro devozione a Lui, il giudizio potrà essere evitato. Cercare il Signore richiede più che semplici osservanze religiose esteriori. Amos condanna la falsa adorazione di Israele a Bethel. Anziché avvinarsi a Dio, i loro sacrifici li allontanavano da Lui. La loro adorazione era diventata una vuota routine priva di cuori pentiti. Siamo chiamati anche noi a cercare seriamente il Signore attraverso la preghiera, la lettura della Bibbia, la comunione fraterna. La nostra adorazione deve scaturire da cuori umili e pentiti che amano veramente Dio e desiderano la sua gloria.

Nei versetti 7-15 Amos accusa il popolo di aver trasformato la giustizia in veleno e in amarezza. L’ingiustizia si manifesta in modi diversi, specialmente nei tribunali. Infatti, invece di difendere la giustizia, i tribunali si oppongono alla rettitudine, portando alcuni esempi: aver imposto pesanti tasse ai poveri per finanziare il loro stile di vita indulgente; aver preso tangenti e aver impedito ai poveri di ottenere udienze eque. Queste affermazioni contengono principi senza tempo. Dio si preoccupa profondamente dell’ingiustizia e dell’oppressione dei deboli. Detesta le corti e i governi che privano i poveri dell’equità e arricchiscono i ricchi con l’oppressione. I credenti in posizioni di autorità devono sostenere l’integrità e guardarsi dal guadagno egoistico. Dopo aver pronunciato il giudizio, Amos dà di nuovo speranza esortando al pentimento e alla giustizia. C’è ancora tempo per cercare seriamente il bene e stabilire la giustizia. Se ci si rivolgono veramente a Dio, si potrà sperimentare la sua compassione e benedizione.

Nei versetti successivi, dal 21 al 24, con sufficiente chiarezza il profeta chiarisce una dei grandi problemi dell’AT: quello della relazione tra culto e giustizia sociale. Poiché i cuori erano lontani da Dio, egli rifiuta apertamente le loro feste e i loro canti. Il valore dei sacrifici e delle offerte, in ultima istanza, non dipende dall’azione umana bensì dal fatto che Dio li accetti o meno. E nelle condizioni di ingiustizia e di chiusura del cuore, certamente Dio non li accetterà mai. In contrasto con i rituali religiosi superficiali, Amos presenta la giustizia che Dio desidera: la giustizia che scorre continuamente come un fiume in piena; la giustizia che scorre come un ruscello inesauribile. Dio vuole che il suo popolo sostenga la giustizia e la rettitudine in ogni momento, non solo esteriormente durante le feste. Questo potente versetto 24 è spesso citato negli appelli alla giustizia sociale. I credenti devono aprire la strada agendo con giustizia, amando la misericordia e camminando umilmente davanti a Dio. Amos ci ricorda che Dio si preoccupa profondamente dell’ingiustizia e dell’oppressione. Il suo popolo è chiamato a difendere i diritti e la dignità di tutte le persone, in particolare dei poveri e dei vulnerabili. Questo testo contiene una potente chiamata di Dio al suo popolo a cercarlo sinceramente e a camminare in rettitudine e giustizia. Dio desidera l’amore sincero e l’obbedienza, non una religione vuota. Si preoccupa profondamente di difendere i diritti dei poveri e degli oppressi. Questi messaggi rimangono convincenti anche per noi oggi. Dobbiamo guardarci dall’idolatria e dal servizio formale a Dio. La nostra adorazione deve scaturire da cuori umili e pentiti che Lo amano sinceramente e desiderano la sua gloria, sostenendo l’integrità e la giustizia e difendendo i diritti dei poveri e degli emarginati.

L’immagine espressiva di Amos ci dice che per Dio la giustizia è essenziale per la nostra vita di figli, come l’acqua lo è per la sopravvivenza fisica. L’invito è pertanto a soffermarci sul battito del cuore del creato, il battito del cuore della terra, il battito del cuore dell’umanità … che spesso, soprattutto ai nostri giorni, non sono più in sintonia e non battono più all’unisono, non battono insieme alla giustizia e alla pace. Così ci ha ricordato papa Francesco nel messaggio in occasione della Giornata per la cura del creato 2023. “Ascoltiamo pertanto l’appello a stare a fianco delle vittime dell’ingiustizia ambientale e climatica, e a porre fine a questa insensata guerra del creato”. Gli effetti sulla terra e sull’uomo sono devastanti. Già nella Laudato sii, al numero 30, si evidenziavano bene. Ora, con la pubblicazione, proprio quest’oggi, dell’Esortazione LAUDATE DEUM, papa Francesco ribadisce non solo l’importanza ma l’urgente necessità di fare ancora di più per la salvaguardia del creato. “Lodate Dio per tutte le sue creature”. Questo è stato l’invito che San Francesco d’Assisi ha fatto con la sua vita, i suoi canti, i suoi gesti. In tal modo ha ripreso la proposta dei salmi della Bibbia e ha ripresentato la sensibilità di Gesù verso le creature del Padre suo: «Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro» (Mt 6,28-29). … Come non ammirare questa tenerezza di Gesù per tutti coloro che ci accompagnano nel nostro cammino? E al n. 2 dell’Esortazione, ne spiega il significato: “Sono passati ormai otto anni dalla pubblicazione della Lettera enciclica Laudato si’, quando ho voluto condividere con tutti voi, sorelle e fratelli del nostro pianeta sofferente, le mie accorate preoccupazioni per la cura della nostra casa comune. Ma, con il passare del tempo, mi rendo conto che non reagiamo abbastanza, poiché il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura. Al di là di questa possibilità, non c’è dubbio che l’impatto del cambiamento climatico danneggerà sempre più la vita di molte persone e famiglie. Ne sentiremo gli effetti in termini di salute, lavoro, accesso alle risorse, abitazioni, migrazioni forzate e in altri ambiti”.

L’augurio che, per tutti noi e per le nostre Chiese, diventi un concreto impegno che ci prendiamo per il cammino che ci sta davanti.

 

+ Giuseppe Pellegrini
Vescovo