Omelia festa degli animatori adolescenti e giovani, Cordenons 21 settembre 2024

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Vangelo: Marco 6,30-44

Un caro saluto a tutti voi e buona festa. Ci lasciamo guidare dal brano di Vangelo scelto per questa giornata, carissimi adolescenti e giovani, a conclusione delle numerose attività estive che vi ha coinvolti come animatori e che avete vissuto in prima persona mettendovi a servizio dei ragazzi.

Anche i discepoli invitati da Gesù, erano andati tra la gente per portare la sua Parola e la testimonianza del suo stile di vita. Al loro ritorno, Gesù li invitò a riposare un po’, a stare con se stessi e riconnettersi con ciò che hanno vissuto e con ciò che stava accadendo nella loro vita “Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto e riposatevi un po’” (Marco 6,31). È quello che state facendo anche voi, dopo una lunga attività che spesso non permette di pensare, di darvi un po’ di tempo per stare insieme in modo sereno e per poter riflettere sui valori della vita e sul significato del mettersi a servizio degli altri. Infatti, il senso e il valore della vita non sono dati dai numerosi impegni che abbiamo né da quello che facciamo. Ma come ci narra il Vangelo, la gente non si dava pace cercando dappertutto Gesù e i discepoli cercandoli e accorrendo da loro. E Gesù cosa fa? Non prende paura e accetta la sfida: non solo parla con la gente ma vuole pure assicurare loro un pasto. Questo è l’insegnamento che oggi Gesù ci offre: non scoraggiarsi mai di fronte alle difficoltà e agli imprevisti della vita, ma trasformarli in opportunità riconoscendo le potenzialità che ci sono dentro di noi, invitandoci a non chiuderci ma ad aprirci agli altri. Ai discepoli preoccupati e incapaci di fare delle scelte, Gesù ha detto: “Voi stessi date loro da mangiare” (v. 37). Carissimi, Gesù pone anche a voi una sfida: impegnarsi in prima persona a dare risposte significative alle domande che vi vengono fatte, non in maniera astratta ma concreta, chiedendovi di fare della vostra vita un dono agli altri.

Il Vangelo ci aiuta e vi aiuta a consolidare il vostro cammino con la possibilità di essere un dono per gli altri. La moltiplicazione dei pani ci riporta al contesto eucaristico. Gesù ha chiesto ai discepoli e chiede anche a noi di farci pane spezzato per gli altri, di non aver paura di donare noi stessi agli altri. Sarà la vostra vita, carissimi adolescenti e giovani, che dovrà farsi dono, che dovrà essere spesa e vissuta per gli altri, perché solo così troverete la vera felicità. La giornata e la festa di oggi vi agevolano ad affrontare le sfide e i cambiamenti che fanno paura, ma che sono necessari per la vostra crescita e la vostra felicità, L’immagine del gioco, siano le partite a scacchi o anche in un campo sportivo, vi aiutano a comprendere la necessità di scendere in campo e di non rimanere sempre spettatori – papa Francesco usa l’immagine dello stare seduti sul divano – ma di giocare la partita con un ruolo ben preciso accettando tutte le sfide e, se necessario per la vittoria, anche qualche cambiamento. Non viviamo un tempo dove tutto è prefissato ma, nel rispetto delle regole, avete la possibilità di essere inventivi e creativi. Infatti, filo conduttore di questa giornata è la parola change, cambiamento. Che non resti solo una parola, ma impegnatevi, non solo nel gioco ma soprattutto nella vostra vita a non aver paura di cambiare! Una soluzione ai problemi si può sempre trovare. Non scappate mai via.

C’è un racconto che ci può aiutare nella riflessione. In un regno lontano un re pose una grande roccia in mezzo alla strada e si nascose per vedere il comportamento dei suoi sudditi. Ben presto passarono alcuni ricchi mercati che si fermarono a osservare la roccia, lamentandosi e incolpando il re di non mantenere in ordine le strade. Ma nessuno fece nulla e ritornarono sui loro passi. Dopo qualche tempo arrivò un contadino con un carico di verdure. Rimase ad osservare un po’ e poi, appoggiato per terra il carico, provò a smuovere la roccia senza riuscirci. Andò allora alla ricerca di un tronco per fare leva e con un grande sforzo spostò il masso. Mentre si chinò per raccogliere il suo carico trovò, dove prima c’era il masso, trovò una borsa contenente parecchie monete d’oro e uno scrittore che diceva che era la ricompensa per chi avesse liberato la strada.

Questa storiella ci fa capire che ogni ostacolo può diventare un’opportunità se non ci si ferma e si cerca qualche soluzione. Le sfide della vita, qualunque siano, ci possono aiutare a trovare sempre una soluzione e a non aver paura dei cambiamenti perché ci aiutano a trasformarci e a modificare qualcosa di noi per crescere. È vero che i cambiamenti provocano insicurezza e talvolta sembrano che ci tolgano qualcosa in maniera aggressiva e violenta. Ma se li viviamo come trasformazioni ci aiutano a partire da noi stessi, da quello che siamo, accettando qualche novità che ci possa aiutare a migliorare e andare avanti con sicurezza ed energia. Se il cambiamento può dare l’impressione che mi chieda di essere un’altra persona, la trasformazione, invece, mira a far sì che io posso diventare sempre più me stesso, quello che voglio essere. Quante persone, giovani e adulti, ieri come oggi, hanno accolto la sfida della trasformazione, riuscendo a donare un senso ancora più vero alla loro vita. Pensiamo ad Abramo, a Mosè e alle tante persone che si sono incontrate con Gesù.

Oggi desidero offrirvi una testimonianza particolare. Il 21 settembre 1990, 34 anni fa, veniva assassinato dalla mafia siciliana il giovane magistrato Rosario Livatino, martiri della giustizia e della fede. Fu beatificato il 9 maggio del 2021 come martire della fede. Giudice integerrimo, non si lasciò mai corrompere, sforzandosi di giudicare senza mai condannare. Ha sempre posto il suo lavoro sotto la tutela di Dio, siglando spesso gli Atti più importanti con tre lettere: STD, Sub Tutela Dei. Le sue reliquie sono nella nostra diocesi e lunedì ci ara un incontro di testimonianza con molti studenti delle scuole superiori. È una bella occasione per richiamare l’attenzione sui temi della giustizia, della legalità, dell’equità e della ricerca del bene comune. In particolare la vita del giovane magistrato Livatino è uno stimolo per voi giovani a non ave paura di testimoniare il Vangelo anche a costo della vita, spesa per il bene della società e degli altri.

+ Giuseppe Pellegrini
vescovo