Omelia solennità SS.ma Trinità e Giubileo degli Scout, Pordenone Palazzetto dello sport 15 giugno 2025

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Con le parole del Salmo 133 vi dico: “Com’è bello e com’è dolce che i fratelli vivano insieme!” (v. 1). Siamo qui radunati, carissimi gruppi scout delle due zone di Pordenone per un momento di festa e per celebrare con l’Eucaristia di oggi il Giubileo, l’anno di grazia che porta gioia e speranza. Più di un capo in questi tempi mi ha ricordato che è raro che le due zone Pordenone e Tagliamento vivano insieme qualche attività o incontro. Ora siamo tutti insieme e contenti di essere qui: scout, capi, genitori, responsabili regionali dell’AGESCI del FVG, assistenti e autorità vivili, sindaci o amministratori dei paesi dov’è presente lo scautismo, per accogliere e vivere questo grido di speranza, di amore e di pace che vogliamo lanciare al mondo intero, in particolare a coloro che governano la storia e la vita di tanti popoli, perché facciano tacere le armi e con coraggio e umiltà si guardino negli occhi e inizino a parlare di giustizia e di pace. Stiamo vivendo anche in questi giorni l’accentuarsi della guerra e dei conflitti tra le nazioni. Desidero lasciarvi due pensieri: uno lo prendo dalla festa di oggi, la Santissima Trinità e l’altro dal tema del Giubileo.

Agli apostoli riuniti nell’Ultima Cena, Gesù raccomanda: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso” (Giovanni 16,12). Tra queste cose penso possa esserci il mistero della Santissima Trinità che oggi celebriamo. Quante discussioni e lotte lungo i secoli per capirne il significato e come mettere insieme Dio Uno e Trino; tre persone, Padre, Figlio, Spirito Santo, in un’unica identità: Dio. Ai discepoli Gesù aveva anche detto che quando verrà lo Spirito Santo lui li avrebbe guidati a comprendere tutta la verità (cfr. v.13). Carissimi, il dono dello Spirito Santo è già venuto in noi nel battesimo in molti anche nella cresima e domenica scorsa, festa di Pentecoste, abbiamo ricevuto lo Spirito che ci ha ricordata una cosa molto importante: Dio è amore. Solo con l’amore saremo capaci, non tanto di comprendere ma di accogliere e vivere la presenza di Dio in Gesù Cristo. Lo Spirito che è amore ci offre la possibilità di entrare nel dono di comunione che è in Dio. Se Dio è amore, significa che non può amare se stesso, altrimenti sarebbe un egoista, ma ama immensamente il Figlio e lo Spirito Santo e attraverso di loro ama anche tutti noi. Noi oggi celebriamo non un concetto, ma la modalità che Dio ha scelto per essere il vivente, ma mai da solo o chiuso in se stesso ma come dialogo e relazione con gli altri. La festa di oggi ci invita a vivere la comunione, la fraternità e l’amicizia. L’immagini che rappresenta bene la Trinità è la famiglia: diverse persone con differenti compiti ma un’unica realtà, perché sono persone che si amano e che si vogliono bene. Penso che anche il metodo scout si fonda su alcuni valori che sono messi in luce dalla festa della SS.ma Trinità: l’amore e la relazione profonda tra le persone, l’amicizia vera come la vivete nei vostri gruppi: nel branco, nella squadriglia, nel clan e nella comunità capi. Con un’attenzione particolare: il gruppo deve mai elimina le diversità, ma le mette insieme nella comunione e nell’accoglienza di chi è diverso da noi. Spesso la nostra società ci insegna a sospettare dell’altro, perché le differenze ci disturbano e ci fanno paura. Mentre il modello della Trinità parla di unità nella diversità. Questo è l’insegnamento più bello della festa di oggi, da non dimenticare mai anche quando sarete giovani adulti e anziani.

L’altro pensiero lo prendo dal significato che papa Francesco ha voluto dare all’Anno Santo giubilare: Pellegrini di speranza. Vivendo questo Giubileo, anche voi scout siete chiamati a rimettervi in cammino, senza paura e a testimoniare agli altri la gioia e la bellezza della speranza. Sappiamo che non c’è scautismo senza la strada, senza il mettersi in movimento, senza uscire da se stessi, perché solo così ci si accorge della bellezza del creato e della natura che Dio ci ha donato. Un cammino che non si può fare da soli, ma in amicizia e fraternità, sostenendosi nelle fatiche e nelle difficoltà. Anche se non è facile camminare insieme, è fondamentale perché vi aiuta a crescere insieme e a dare un senso ancora più pieno alla vostra vita. Un cammino che vi fa sperimentare la gioia e la bellezza di rianimare la speranza che è in voi e di donarla e cercarla negli altri. Quanto bisogno c’è di Speranza nel mondo oggi. Nel cuore di ogni persona è racchiusa la speranza come desiderio e attesa del bene. Ce lo ha ricordato anche San Paolo nella seconda lettura di oggi: “La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato” (Romani 5,5).

Carissimi ragazzi, giovani, capi e adulti, la speranza è una forza, un motore per affrontare le sfide della vita e per costruire un futuro nuovo e più bello. Tutti noi, ragazzi, giovani e adulti, qualche volta ci troviamo di fronte a paure, sfide e incertezze che ci impediscono di andare avanti. La speranza è la forza che ci spinge ad andare oltre, a non mollare, a superare gli ostacoli e a dare vita ai sogni che ognuno porta dentro di sé. Solo così potrete diventare un segno di speranza nel mondo, capaci anche di contagiare gli altri e di trasmetterla facendovi portatori e di speranza, perché la speranza è un dono che Dio offre a tutti. Questo è il mio invito: camminate nella speranza! La speranza vince ogni stanchezza, riempie la vostra vita indicandovi la direzione da prendere. Vi lascio con uno dei più bei messaggi di speranza che voi scout conoscete bene, perché è del vostro fondatore Baden-Powell: “Cercate di lasciare questo mondo un po’ migliore di come l’avete trovato”.

Buona strada.

+ Giuseppe Pellegrini
vescovo