Omelia S. Messa di Consacrazione nell’Ordo Virginum – Portogruaro, 13 dicembre 2014

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Omelia S. Messa di Consacrazione nell’Ordo Virginum

Portogruaro, 13 dicembre 2014

 

Siamo nella terza domenica di Avvento detta “Gaudete” per il forte invito alla gioia che la Parola di Dio ci offre. “Siate sempre lieti” (5,16), ci ricorda san Paolo nella prima lettera ai Tessalonicesi. A questo invito fa eco il profeta Isaia che nella prima lettura (cfr. 61,10) dichiara di gioire pienamente nel Signore per la sua azione di liberazione e di amore a favore dei più deboli e poveri della terra. Ma oggi, in una situazione sociale, politico ed economico in crisi, ha ancora senso parlare di gioia? Perché gioire?

Venne un uomo, ci dice il vangelo di Giovanni, per rendere testimonianza alla luce. E’ Giovanni Battista che si è fatto battistrada di una gioia imprevista ma vera e reale: Gesù Cristo. Ecco perché, carissimi, è bello e importante gioire. Le parole, ma soprattutto la vita e la testimonianza del Battista ci aiutano a comprendere meglio il significato e il valore dell’incarnazione, della venuta e della presenza del Signore Gesù nella storia dell’umanità, indicandoci che il segreto vero della gioia sta, come ha fatto il Battista, nella reale capacità di accogliere l’altro senza paura che ci porti via qualcosa, senza paura che ci superi e ci prenda il posto. “In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete … e io non sono degno di slegare il laccio del sandalo” (Giovanni 1,26-27): questo è il vero stile dell’accoglienza di chi sa amare fino in fondo e sa donare tutto se stesso. E’ lo stile della vera amicizia che non ha altra felicità se non quella che trova nella gioia di dare gioia all’altro. Quando Dio entra nella vita di una persona – questo significa veramente prepararci e celebrare il Natale – toglie la sensazione di paura, di smarrimento e di fallimento, riapre il nostro cuore alla speranza e ci dice che è possibile, con Lui nel cuore, superare le fatiche e le difficoltà della vita. Sappiamo tutti che è l’amore, e solo l’amore, capace di far rifiorire la serenità e la speranza di un futuro più bello! Dio non vuole la tristezza e lo scoraggiamento, ma la speranza di un mondo migliore. La gioia è il segno distintivo della comunione con Dio e il segno che è lo Spirito Santo a guidare la nostra vita e il nostro cammino.

Carissima Barbara, è significativo proprio in questa domenica ‘Gaudete’, che tu porti a compimento il progetto di Dio e la realizzazione della tua vita consacrandoti definitivamente a Lui con il rito dell’Ordo Virginum, cioè in quella categoria di persone, vergini consacrate a Dio, pur continuando a vivere nel mondo come laiche e non come religiose, esercitando la propria professione, per te la professione di avvocato. Ci sono sempre state nella Chiesa, fin dalle suo origini, donne che, sotto la guida del vescovo, hanno donato la loro vita a Dio nel servizio della Chiesa, rimanendo attive nel mondo. Barbara è qui stasera, non per coronare un suo sogno o un suo progetto; non l’hai voluto tu. Come ogni vocazione nella Chiesa, così anche la tua, è una risposta ad una particolare chiamata che Gesù ti ha fatto. Un cammino lungo, possiamo dire talvolta anche ad ostacoli, che però oggi ti è chiaro. Hai scritto: “Finalmente il Signore Gesù ha levato il velo dei miei occhi facendomi comprendere che mi voleva sua sposa per sempre”. Anche tu, come Isaia, puoi ben dire: “Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio … come uno sposo si mette il diadema e come una sposa si adorna di gioielli” (61,10). La lunga tradizione della Chiesa ha sempre riservato per le vergini consacrate il titolo di Sposa di Cristo. Ma non per compensazione o per mancanza di un uomo. Hai capito con chiarezza che nella tua vita di donna e di cristiana, non ci poteva essere gioia più grande che consegnarti tutta, corpo, anima, mente, cuore, affettività, a servire e amare il Signore Gesù, accolto e scelto come tuo unico sposo. Nel consegnarti l’anello ti dirò: “Ricevi l’anello delle mistiche nozze con Cristo, segno della tua consacrazione nuziale”. La tua è una scelta che può anche essere non compresa, ma la tua consacrazione è un’anticipazione di quello che saremo tutti noi, sposati e celibi, quando entreremo definitivamente nel Regno di Dio.

Lo Spirito Santo che nel battesimo ti ha fatta tempio dell’Altissimo, oggi mediante la preghiera di consacrazione, ti consacra con una nuova unzione spirituale, unendoti con un vincolo indissolubile all’amore di Cristo. Con questa scelta, carissima Barbara, non rinunci all’amore, ma lo vivrai in una dimensione particolare che ti porta allo sposalizio mistico con Cristo che ami con cuore indiviso ed in modo esclusivo. Un amore e una sponsalità non arida, ma feconda, per una maternità spirituale senza limiti e senza confini. Ogni persona che incontrerai, sia nella comunità parrocchiale o nel gruppo, ma anche nella tua professione o nella quotidianità della vita, possa accorgersi che Dio Padre è sempre vicino, possa intuire la bellezza delle cose che durano per l’eternità e possa gioire della tua amicizia e vicinanza.

Un ultimo aspetto desidero richiamare. La consacrazione verginale crea un legame stabile e diretto con la tua Chiesa di Concordia-Pordenone. Sant’Ambrogio nella sua opera De Virginitate scriveva: “Figlie, cerchiamo il Cristo là ove lo cerca la Chiesa”. La vergine consacrata vive per la sua Chiesa, si lascia interpellare dalle sue esigenze e scelte pastorali e dai bisogni nuovi e antichi delle persone. Non dimenticarlo mai.

Con le parole della liturgia ti esprimo il mio augurio più caro: “Dio porti a compimento l’opera che ha iniziato in te”.

 

                                                                                  + Giuseppe Pellegrini

                                                                                              vescovo

Portogruaro
13/12/2014
30026 Portogruaro, Veneto Italia