Fondo diocesano di solidarietà

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Centro d’Ascolto, sede Caritas, telefono 0434 546811
 
Il Fondo Diocesano di Solidarietà si è costituito nel 2009 su appello del vescovo.
Nel 2009 sono stati raccolti 260mila euro da destinare ai poveri sotto forma di contributo e di prestito.
In questo momento di crisi economica le Caritas parrocchiali si sono trovate sommerse da nuove richieste di aiuto. Grazie al fondo diocesano hanno potuto erogare contributi e prestiti a favore di coloro che si sono trovati in difficoltà.
Il fondo diocesano non è certo nato per sostituirsi alla solidarietà pubblica. Piuttosto è stato un segno di prossimità ai poveri che la Chiesa ha voluto dare, responsabilizzando anche i suoi fedeli.
Nel 2010 la situazione si è fatta più drammatica per gli stranieri perché la Regione ha impedito loro di accedere al fondo di solidarietà pubblico (principale aiuto di welfare in favore delle famiglie povere). La Chiesa si è trovata così a dover fronteggiare anche richieste che riguardavano delle vere e proprie emergenze. Molti di coloro che hanno perso il lavoro dopo pochi mesi non hanno avuto più nessun ammortizzatore sociale e non sono stati più in grado di far fronte alle bollette e alle spese più urgenti. Famiglie intere di stranieri si sono trovate senza la possibilità di pagare la luce e il gas. Per non parlare degli affitti.
Anche gli italiani stanno attraversando momenti difficili. Qui il fondo diocesano interviene destinando liquidità immediata alle famiglie nell’attesa di un intervento pubblico, decisamente più probabile. Il fondo è servito anche a rafforzare l’operato dei servizi sociali garantendo ulteriori risorse in favore delle persone deboli. In alcuni casi si sono sostenute anche le famiglie sovraindebitate.
Nonostante la cospicua somma raccolta la portata della crisi è stata così ampia che il fondo è andato esaurendosi.
Il vescovo ha lanciato un nuovo appello cercando di smuovere la comunità locale: “Se 10mila persone con un lavoro stabile, tra le circa 360mila persone che risiedono in diocesi, donassero al fondo 50 euro – ha evidenziato – avremmo a disposizione una cifra importante per aiutare le famiglie in difficoltà”.
Viene richiesto ancora una volta alle persone di buttare un occhio sul loro vicino e alle Caritas di animare le comunità locali verso la Carità.
Ben s’intenda, la carità è prima di tutto una questione di vicinanza e sostegno morale, oltre che di aiuto materiale. Per questo l’idea è proprio quella di responsabilizzare, creare relazioni, dare speranza a chi è in difficoltà, non di applicare pratiche assistenzialistiche.
Grazie all’aiuto dei parroci, della curia e dei privati anche quest’anno il fondo si è rimpinguato, però in misura decisamente minore rispetto al 2009: nel 2010 ha raggiunto gli 80mila euro e buona parte di questi fondi è già stata impegnata.
Nei primi due anni sono state aiutate 252 famiglie della diocesi e sono stati impegnati 270mila euro.
Prevalentemente si è trattato di contributi. Gli aiuti sono volti principalmente a far fronte ai beni essenziali quali il cibo, la luce e il gas. Con il mese di settembre sono venute a galla le richieste per le spese scolastiche. Alcuni ragazzi non hanno la possibilità di comperarsi neanche i libri di scuola superiore per il triennio.