Omelia apertura Anno scolastico e festa della parrocchia, Pordenone San Francesco 4 ottobre 2024

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Un caro saluto a tutti voi presenti. Sono diverse le occasioni di questa celebrazione che ci vedono riuniti nella chiesa parrocchiale di San Francesco: la festa di San Francesco patrono d’Italia, il più italiano dei santi, come è stato definito, testimone della pace e difensore del creato. È la festa della comunità parrocchiale che celebra la Dedicazione della Chiesa e il santo patrono. Ma oggi, insieme all’ amministrazione comunale, alle varie autorità scolastiche, civili che saluto con affetto, agli adulti e genitori presenti, desideriamo ufficialmente dare inizio all’Anno scolastico, sottolineando l’importanza e la necessità che tutte le istituzioni siano coinvolte nel processo educativo delle giovani generazioni. Il mio saluto più caro va agli studenti che sono presenti, in rappresentanza di tutti gli studenti di ogni ordine e grado e a tutti gli insegnati, in particolare agli insegnati di religione che con questa celebrazione intendono affidarsi al Signore. I ragazzi e i giovani hanno bisogno della testimonianza degli adulti che collaborando insieme per il bene della persona, si impegnano per un’educazione e una formazione che sia all’altezza e adatta ai tempi. Un grazie a tutti coloro che hanno preparato questa celebrazione e all’Ufficio Diocesano scuola.

San Francesco richiama a tutti noi l’urgenza della fraternità, del camminare insieme e l’impegno per l’ambiente e per la pace. Questioni che sono sentite dal mondo di oggi con maggiore urgenza rispetto al passato. Mentre i governi faticano a parlare di pace e di cura e salvaguardia del creato e nelle relazioni internazionali prevalgono ancora la forza delle armi e il controllo della finanza e dell’economia, la gente comune, noi, avvertiamo il bisogno e l’esigenza di costruire la pace, di vivere realmente la fraternità tra i popoli, nel rispetto di ogni persona e cultura e nella cura della creazione. Alla scuola il compito di formare ed educare alla giustizia, alla fraternità, alla pace e alla solidarietà. San Francesco ci è di esempio perché ha vissuto concretamente la povertà e il distacco dei beni dei beni terreni, vivendo in armonia con le persone, privilegiando minorità. I suoi frati si chiamano fin dall’inizio ‘Frati Minori’, perché così ha fatto Gesù che “da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà” (2Corinzi 8,9).

Ce lo ricorda l’evangelista Matteo nel Vangelo appena ascoltato, riportando una preghiera di Gesù che è un’esplosione di lode e di gioia che nasce dal profondo del suo cuore: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli” (11,25). Qualcuno potrebbe pensare che non è una pagina adatta per l’inizio dell’anno scolastico che ha come compito primario la formazione, insegnare e istruire le giovani generazioni. A questo punto ci facciamo alcune domanda: il cristianesimo è la religione degli stolti, delle persone non formate e senza cultura? Fede e ragione sono contrapposte? Sappiamo bene che l’intento di Gesù non è di separare la fede dalla ragione ma di richiamare la centralità della conoscenza di lui, via maestra per incontrarci con il Padre. Siamo invitati, così, a vedere meglio, a conoscere e ad amare il grande mistero di Dio che si è manifestato in Gesù nella sua incarnazione, passione, morte e risurrezione. Gesù ci ricorda che per vivere questo è necessario essere piccoli, partire dal basso e riconoscerlo attraverso la sua umanità, dalla sua incarnazione. Solo così potremo vivere il suo messaggio per poi testimoniarlo agli altri.

È la Sapienza della Croce, la Sapienza che i piccoli e i semplici – non gli stolti – intuiscono e sperimentano concretamente nella loro vita, permettendo così la conoscenza dei misteri del Regno e di entrare nel progetto del Padre. i grandi padri della Chiesa e anche i grandi teologici persone umili e semplici perché toccate nella profondità del proprio cuore e della propria esistenza, toccate dall’amore di Dio. Sotto la croce di Gesù c’erano due persone semplici e piccole, Maria l’umile ancella del Signore e Giovanni, il pescatore di Galilea. Piccoli e semplici ma giganti della fede e dell’amore, perché dalla contemplazione del Crocifisso dal basso, hanno visto e conosciuto il mistero di Dio, arrivando alla pienezza della verità. Non dobbiamo mai dimenticarlo: anche il luminare più grande e più famoso della storia, se si apre alla grandezza di Dio, sarà ancora più grande la sua ragione. San Francesco l’ha sperimentato nella sua vita: dall’inizio della sua conversione incontrando e baciando il lebbroso, davanti al crocifisso di san Damiano e alla fine della sua vita con il segno delle stimate. Anche lui, dalla prospettiva dei piccoli e degli uomini ha potuto incontrarsi con il Signore.

Carissimi tutti della comunità parrocchiale che festeggiate il vostro patrono. Oggi confermate il desiderio di essere una comunità aperta, una comunità che si mette in ascolto della Parola del Signore, mettendosi poi al servizio degli altri. E voi carissimi del mondo della scuola, in particolare gli studenti e i docenti. San Francesco vi offre un insegnamento, una via per arrivare alla piena conoscenza di Gesù. Pensate che i fratelli ortodossi lo chiamano ‘ il somigliantissimo’ a Cristo. Unico santo del secondo millennio riconosciuto anche dalla Chiesa ortodossa. Questa via è vivere il Vangelo che conosciamo, senza troppe interpretazioni e senza troppi se e ma, accogliendo tutta la sua forza profetica e anche destabilizzante, nella quotidianità di ogni giorno e pure nel tempo che dedicate alla scuola e allo studio. Farete così emergere la bellezza, non quella del mondo ma la bellezza che viene da Dio creatore e salvatore.

L’augurio che possiate configurare la vostra vita a Cristo con l’aiuto e l’intercessione di san Francesco. Buon anno scolastico e buona festa della comunità.

+ Giuseppe Pellegrini
vescovo